Non sembra un bel periodo per quel "filantropo" del Signor Facebook. Problemi vari, e probabilmente anche un barlume di consapevolezza da parte (di una minima parte) degli utenti circa le questioni riguardanti la privacy fanno sì che ora il vostro social network preferito si trovi sotto l'attacco dei media e degli scettici. Insomma, dopo le ultime vicissitudini che hanno messo a repentaglio milioni di dati sensibili, ci si interroga sull'effettiva responsabilità -anche legale- di un sito che garantisce condivisione globale, ma evidentemente ad un prezzo troppo alto in termini di sicurezza degli utenti. Una personale soddisfazione, onestamente: d'altronde, se Facebook fosse perfetto non avrei mai scritto oltre 150 post riguardanti questa o quell'altra magagna. Ed è un'altra personalissima soddisfazione vedere il proprio lavoro (lavoro è un parolone: è uno svago personale) riconosciuto da quelle che definirei le sovrastrutture 2.0. Infatti, questo blog è stato citato in un articolo sul portale web di Wired (e senza voler fare pubblicità occulta, considero Wired un grande progetto che ha tutta la mia stima), in un articolo che considera Facebook più una minaccia per la propria intimità che uno strumento di aggregazione sociale. E se è detto da Wired, attentissimo alle nuove tecnologie, occorre pensarci. Insomma, la questione sembra ribaltarsi a sfavore di quello strumento che ha l'ambizione di essere il nuovo Google. Invece, piovono critiche e si prospettano esodi di utenti. Come diceva Vico, sono i corsi e ricorsi della storia: ad ogni periodo di apice corrisponde un periodo di decadenza. E anche i grandi siti su internet non sembrano fare eccezione a questa regola secolare. Che sia tempo di un successore di Facebook, come prospetta proprio...ehm, già, quest'articolo apparso su Wired?
martedì 11 maggio 2010
SODDISFAZIONI PERSONALI
Pubblicato da kikkuzzo alle 5/11/2010 03:32:00 PM 0 commenti
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lunedì 20 settembre 2010
LA MOSCA BIANCA
Che Wired fosse un gran progetto editoriale non l'ho mai nascosto (giuro, non lavoro lì... ma mi piacerebbe!), e ancora una volta mi ritrovo a dover appoggiare in pieno le parole che scorrono su quelle pagine, siano queste cartacee o digitali. Via Downloadblog, stavolta si fa un salto oltreoceano per leggere un articolo pubblicato sull'edizione statunitense di Wired firmato e controfirmato dall'editor del "cugino" UK (ok, si torna dall'altra parte dell'Atlantico), David Rowan, il quale ha incredibilmente dichiarato di non avere un profilo su Facebook. Un reietto insomma, tanto da essere considerato dal suo interlocutore un old dude, perché - si legge - "solo le persone più anziane (ovvero: sagge, ndr) si curano della propria privacy". Rowan non fa una piega e controbatte, elencando i sei motivi per i quali Facebook risulta più un danno che una risorsa per la propria vita sociale. Leggete pure e riflettete: ovviamente sono motivazioni che condivido al 100%, e che penso siano il leitmotiv di queste pagine. Bravo David, tanto lo sai che col tempo avremo ragione noi...
Pubblicato da kikkuzzo alle 9/20/2010 11:16:00 PM 0 commenti
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giovedì 15 aprile 2010
NOTHING TO HIDE...NOTHING TO FEAR?
Consideratelo l'interrogativo del giorno: è in realtà il (sotto)titolo di un docu-film (si chiamano così al giorno d'oggi) realizzato dall'inglese David Bond e dal titolo Erasing David, nel quale si documenta il tentativo da parte del protagonista di sparire letteralmente dal mondo iper-tecnologico e controllato, che cerca di tagliare la corda limitando al minimo tutte quelle attività che lasciano la cosiddetta scia tecnologica, ossia tutte quelle comuni operazioni che in realtà sono rintracciabili poiché conseguenza di una "scia digitale" che giocoforza si lascia in numerose occasioni. Una strisciata della carta di credito, un biglietto comprato online, un messaggio su Facebook: tutte queste semplici azioni in realtà identificano precisamente in coordinate spazio-temporali ognuno di noi. David cerca quindi di fuggire da tutto questo, per scoprire quanto i nostri dati sensibili rappresentino davvero il nostro alter ego virtuale.
La vicenda ricorda molto una caccia al tesoro effettuata per gioco da un giornalista americano che lavora per Wired: neanche a farlo apposta, è proprio Wired (nella versione italiana) ad intervistare Mr. Bond (wow, un signor Bond che si nasconde, neanche fosse un film), chiedendogli proprio il suo parere a riguardo di questa sovraesposizione da dati. Le sue risposte sono tanto interessanti quanto logiche: Bond afferma che i servizi internet che permettono di rintracciare i compagni di scuola (ogni riferimento a Facebook è puramente voluto) sono gratuiti perché le informazioni che raccoglie sugli utenti valgono più di qualsiasi moneta (soprattutto se questi dati vengono implicitamente venduti alle aziende), perché in fondo nessuno fa niente per niente, nessuno è filantropo a questo mondo; senza contare che il proprio profilo virtuale si può ritorcere in futuro a proprio sfavore. Insomma, la tecnologia aiuta, ma come sempre -secondo Mr. Bond - il troppo stroppia. E non è l'unico a pensarla così.
Pubblicato da kikkuzzo alle 4/15/2010 11:15:00 PM 0 commenti
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lunedì 18 aprile 2011
INFLUENZE STAGIONALI
Sull'influenza dell'ormai meccanico gesto del like si è già parlato in queste pagine. Non è per auto-compiacimento, ma mi pare proprio di aver compreso in pieno sia il significato di questa attività che le conseguenze che può causare. Ho discusso più volte a tal proposito (con utenti Facebook in primis, ça va sans dire), e credo che esistano grossomodo due categorie di like-addicted: quelli che postano di tutto solo per ricevere il maggior numero di like (per una sorta di compiacimento virtuale: è possibile che celino qualche problema nella vita vera, magari no, ma magari sì) e quelli che "passivamente" guardano i like altrui per farsi un'opinione (ancora una volta una debolezza caratteriale? Tutto è possibile...). Evidentemente non sono l'unico a pensarla in questa maniera, visto che trovo conferme a riguardo: un articolo apparso oggi su Wired.it cerca di spiegare la logica (logica per modo di dire) del tasto con il pollice in alto. In effetti si parla di un vero proprio potere nascosto che - complice la pigrizia di molti, troppi utenti della Rete - veicola di fatto il pensiero o l'opinione verso una precisa direzione, creando una sorta di filtro di visione che condiziona le persone (questa storia mi ricorda gli "occhiali di Kant" - il filosofo, non Eva), non importa che si tratti del vostro micro-mondo o dei grandi temi della società globale.
Pare che dunque il gesto nasconda un significato non così semplice, e che sui grandi numeri possa praticamente costituire un modo per plagiare le menti. Per fortuna sono fuori da questa storia. Per fortuna avrò tanti difetti, ma ho sempre ragionato con la mia testa: su questo non c'è like che tenga.
Pubblicato da kikkuzzo alle 4/18/2011 04:44:00 PM 0 commenti
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venerdì 30 settembre 2011
RELAZIONE COMPLICATA
Parafrasando uno dei relationship status più in voga su Facebook, il rapporto burrascoso in questione è tra il vostro social network preferito e la privacy (tanto per cambiare). In concomitanza con l'introduzione della nuova interfaccia grafica si pone anche il problema di dover reimpostare determinate notifiche, aggiornamenti e situazioni legate alla condivisione da sbandierare ai quattro venti o "solo" tra migliaia di amici e semi-sconosciuti. Wired analizza questo nuovo layout, sottolineando il "solito" problema delle notifiche di default impostate come pubbliche. In genere un utente attento e/o responsabile perde qualche minuto della sua vita a "smanettare" fra opzioni e simili, ma vale sempre il solito discorso: su settecento e passa milioni di utenti qualcuno ci cascherà, no? Val la pena leggere i commenti relativi all'articolo citato: ci sono tre utenti che implorano aiuto perché non riescono ad impostare le notifiche un po' meno pubbliche. Insomma, it's complicated, anche per quelli di buona volontà. E tra loro, anche un'amara riflessione che non fa altro che constatare come questo aggiornamento "non faccia l'interesse del consumatore privato". Ecco, forse è qui il punto: pensare che FB faccia davvero il vostro interesse vuol dire forse non aver capito cosa siano i social se visti a 360°.
Pubblicato da kikkuzzo alle 9/30/2011 06:01:00 PM 0 commenti
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sabato 28 gennaio 2012
BLING BLING, PLINK PLINK
Inutile negare l'evidenza: Facebook è senza dubbio alcuno il miglior strumento di marketing per aziende e affini, non solo perché la diffusione di messaggi pubblicitari arriva ad un grande bacino di utenza senza troppi sforzi, ma anche (e soprattutto) perché i dati sensibili dei fan sono la "nuova moneta" di scambio. Non è raro che Facebook/pubblicità/commercio vadano a braccetto, anche per iniziative di promozione offline legate ai servizi di localizzazione. Eccone un'altra: Wired.it segnala un sito (esterno a Facebook, ma ormai è una "scomoda" realtà da dover affrontare) chiamato Plink attraverso cui, associando una carta di credito, si possono accumulare crediti da spendere presso i negozi convenzionati. Una sorta di raccolta punti, considerando che la valuta utilizzata è rappresentata solo ed esclusivamente dai Facebook credits, ossia i crediti (acquistabili anche con denaro vero) per effettuare operazioni di acquisto sul vostro social network preferito. Insomma, o ti iscrivi al loro programma o la prossima volta tocca pagare di tasca propria. Oppure si paga cara anche la prima opzione, sotto altra forma?
Pubblicato da kikkuzzo alle 1/28/2012 01:08:00 PM 0 commenti
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martedì 1 febbraio 2011
SEAL THE DEAL
Non potete fare a meno di controllare gli aggiornamenti sulla vostra bacheca? Avete una vera e propria ossessione da status update? Facebook sul vostro cellulare fa decisamente al caso vostro. Fermo restando che i numeri di Internet in mobilità stanno crescendo vertiginosamente (e per molti Internet sul cellulare è sinonimo di Facebook-sul-cellulare), va detto che il fenomeno si lega fortemente ai servizi di geolocalizzazione, che saranno anche cool, ma magari qualche problemino di privacy lo possono anche dare. Bene, è arrivato ora il momento di far abboccare il pesce all'amo: ultima "innovazione" di Facebook è rappresentata da Deals, una funzionalità aggiuntiva che segnala in tempo reale la presenza di offerte negli esercizi commerciali nei paraggi. Basta un check-in in un determinato luogo e Deals vi fornirà (eventuali, sia chiaro) offerte in corso: ad esempio, segnala Wired.it, nei paraggi vi offrono un caffè. Ah però, un caffè. Non male come offerta: ma gentilmente ringrazio e rifiuto. Troppi caffè fanno male, e poi preferisco la cara vecchia newsletter relativa a qualcosa che davvero mi interessa. Voglio dire, il modo per fare affari grazie ad Internet esiste già, e basta solo un indirizzo e-mail, non una caterva di dati personali. E' proprio vero: negli anni zero il commercio - vendi l'anima e compri illusioni...
Pubblicato da kikkuzzo alle 2/01/2011 12:07:00 PM 0 commenti
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sabato 13 novembre 2010
A LIFE IN A DAY
Si può riassumere tutta una vita in pochi minuti utilizzando tutti (ma proprio tutti) i luoghi comuni e le cattive abitudini che hanno luogo sul vostro social network preferito? Pare di sì, visto che la vita di Alex Droner passa tutta attraverso Facebook. Vita, morte e miracoli si potrebbe dire: ma anche tag inopportuni, foto a iosa, ogni status update a fare da contorno alla propria esistenza. Non manca niente, neanche l'ultimo definitivo logout. Il video è opera di Maxime Luère (vi chiede di aggiungerlo come amico: fatelo, tanto uno più uno meno...), e se vi ritrovate in questo video, beh, pensate un attimo al rapporto di dipendenza che avete con questo sito. Anche Wired.it propone il video A life on Facebook, e rilancia con Catfish, un (altro) film basato sul rapporto tra quotidianità e Facebook. Tuttavia, nell'articolo si muove una critica al film, definendolo "troppo Grande Fratello": beh, invece dovrebbe essere un aspetto positivo, visto che vuol dire che il film racconta semplicemente la verità. Facebook e Grande Fratello, dov'è la differenza?
PS: Il titolo del post rievoca (ovviamente) una canzone dei Beatles...potevo forse lasciare il predominio agli Stones che fanno da colonna sonora al video? No way...
Pubblicato da kikkuzzo alle 11/13/2010 07:25:00 PM 3 commenti
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sabato 9 ottobre 2010
STORIE DI ORDINARIA DIPENDENZA
Sulla scia di un precedente post (il cui titolo è poesia allo stato puro), l'articolo del giorno da segnalare è tratto dal (nuovo) portale di Wired che tratta l'annosa questione dell'ossessione da Facebook che genera l'ansia da informazione passiva e attiva e che nel caso della protagonista ha portato ad una soluzione definitiva (a cui va il mio plauso, naturalmente). Ora, non so se l'articolo sia romanzato o meno, ma se vi ritrovate nella stessa situazione, beh, peggio per voi, ve la siete cercata!
Pubblicato da kikkuzzo alle 10/09/2010 08:03:00 PM 3 commenti
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giovedì 27 maggio 2010
MARCIA INDIETRO
Si può definire un pazzo mese di Maggio (e non Marzo) quello che si sta concludendo. Dopo una serie di eventi, attacchi, difese, pentimenti e promesse, pare che Facebook sia ad una svolta. Pare, sia ben chiaro. Proprio oggi (come rivelano molte testate, tra cui Repubblica.it, Corriere.it e Wired Italia e USA) il Signor Facebook ha annunciato che nelle prossime settimane le impostazioni relative alla privacy saranno modificate e semplificate, per permettere agli utenti di stabilire il proprio livello pubblico di condivisione dei propri contenuti. A suo modo, una rivoluzione. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane, resta il fatto che giocando sui grandi numeri (cioè sui centinaia di milioni di utenti iscritti con diversi livelli di conoscenza del Web) il tornaconto personale della "casa madre" dovrebbe rimanere più o meno intatto. Ancora una volta, la mossa è stata effettuata per evitare fughe massicce di utenti? Ad ogni modo, questa notizia dimostra una cosa: che le critiche a questo sito si sono rivelate fondatissime, e la conferma della marcia indietro del Signor Facebook risulta un'ammissione e una prova schiacciante a suo discapito. E anche in questa nuova "veste", sono certo che Facebook continuerà a raccontare altre storie come queste.
Pubblicato da kikkuzzo alle 5/27/2010 06:24:00 PM 0 commenti
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venerdì 18 giugno 2010
LA MAIL E' MORTA, VIVA LA MAIL
Con l'avvento di nuove forme di comunicazione, la cara, vecchia casella di posta elettronica sembra avere i giorni contati. Considerata una vera e propria rivoluzione comunicativa, l'e-mail ha segnato per un buon decennio la trasmissione di informazioni in tempo (quasi) reale, abbattendo costi, tempi e distanze in un solo clic. Poi è arrivato il Web 2.0, quello che ha rivoluzionato la rivoluzione: messaggi in tempo reale, rapporto tempo/spazio ancora più esiguo, e così via. Insomma, come documentano prestigiosi articoli e interventi meno celebri (ma non per questo meno importanti), sembrava la fine della cara vecchia chiocciola (curioso: e dire che la posta tradizionale è definita snail mail). Ma aspettate: prima di celebrare il funerale del vostro account e-mail, leggete qui. Wired Italia pubblica i dati di uno studio sulle abitudini dei cibernauti in fatto di informazione e/o comunicazione. La domanda è semplice e coinvolge tutti noi: qual è la prima cosa che fate al mattino appena vi connettete con il mondo informatico? In tempi di presunto dominio di Facebook, sembrava non ci fosse storia: troppo allettante la possibilità di controllare gli ultimi gossip dei propri amici - o presunti tali. E invece, sorpresa delle sorprese, la cara, vecchia e-mail resiste e schiaccia la concorrenza: più della metà degli utenti Internet inizia con un'occhiata alla "buca delle lettere", segno evidente che la mail è ancora viva e lotta insieme a noi. E-mail vs. Facebook è un po' la old school contro il nuovo che avanza, è come una lotta fra due filosofie, è un po' come i Lakers contro i Celtics (giusto per restare in attualità): per ora, è ancora 1 a 0 per la tradizione.
Pubblicato da kikkuzzo alle 6/18/2010 01:00:00 PM 0 commenti
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lunedì 23 agosto 2010
MANIE DI GRANDEZZA
La notizia è probabilmente inserita nella categoria "il sito è mio e me lo gestisco come *###* mi pare". Nella vostra smania da aggiunta di amici avete fortissimamente voluto anche IL contatto, aka Mr. Facebook? Vi siete poi "redenti" e volete tagliare i rapporti (d'altronde non giriamoci attorno, non conoscerete mai il ricchissimo proprietario di Facebook, perché lo dovreste avere come "amico")? Sorry, NON potete. Come riporta l'articolo di Wired.it (via TechCrunch) il blocco dell'amico Mark è impossibile. Che volete farci, fatevene una ragione: è il destino di chi comanda e di chi può gestire il giocattolino come meglio crede. Ed è l'ennesima prova di quanto i sistemi digitali siano utili ma manovrabili a proprio piacimento, quindi questi sistemi + troppe informazioni personali possono costituire un mix che può rivelarsi letale.
Pubblicato da kikkuzzo alle 8/23/2010 04:28:00 PM 0 commenti
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mercoledì 3 ottobre 2012
COMPRA, VENDI, REGALA
E' tutta una questione di soldi, c'è poco da fare. Un'azienda come Facebook genera introiti diretti, indiretti, volontari e involontari, e parliamo di cifre abbastanza importanti. In un certo senso il vostro social network preferito vi compra, nel senso che vi offre questa (fantastica) opportunità di creare il vostro orticello digitale da coltivare con post, commenti, immagini, like e tag vari. Senza chiedervi nulla in cambio? Beh, proprio gratis non è, nel senso che tutti i dati inseriti si trasformano in una vera e propria risorsa che FB può vendere ad inserzionisti e compagnie varie perché di fatto si tratta di profilazioni che in termini di marketing sono quanto di meglio le aziende possano ottenere. Sui metodi di vendita dei dati date un'occhiata a quest'ottima lettura tratta da Il Post, mentre sulle tecniche di monitoraggio degli acquisti attraverso l'analisi delle pubblicità segue a ruota un altrettanto valido articolo su Wired.it (attenzione al passaggio in cui dai dati virtuali si passa al monitoraggio reale, quello relativo agli acquisti "fisici": basta incrociare alcuni dati e il gioco - anzi, l'affare - è fatto).
Mancherebbero i regali. Beh, con tutti le informazioni che si regalano su Facebook si potrebbe anche chiudere qui. Invece no: dimenticate i presenti virtuali che si potevano fare in passato, ora con Facebook Gifts si potrà scegliere un regalo per gli amici senza dover uscire dalle pagine in blu. Si tratta di regali veri, di oggetti autentici: come può un sistema informatico capire cosa piace o non piace ad un determinato utente? Beh, la risposta è abbastanza scontata: non mi sorprenderebbe se la gamma di regali per un determinato iscritto risultasse assolutamente azzeccata, poiché basterà scorrere algoritmicamente tra gradimenti e commenti per interpretare con ragionevole certezza il regalo perfetto. E qui non si parla di pubblicità mirata basata su ricerche (altrui) precedenti o della funzione wishlist ormai molto apprezzata su diversi portali di e-commerce. Queste ultime mostrano risultati in base a scelte volontarie dell'utente, mentre nel caso di Facebook si potrebbe andare (ben) oltre il concetto di volontarietà, abbracciando in toto quella dell'interpretazione mirata. E' questo lo scenario del futuro?
Pubblicato da kikkuzzo alle 10/03/2012 11:52:00 PM 0 commenti
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lunedì 14 marzo 2011
SPECIE IN ESTINZIONE
Nello specifico, si parla di una merce sempre più rara in circolazione: i non-iscritti a Facebook. Dunque, capita che addirittura i soggetti a rischio di vita non scampino a quella che sembra sempre più una tortura volontaria: la rubrica di Wired.it dal nome A Panda piace... stavolta si occupa di social network, e nello specifico del vostro social network preferito. Un mini-racconto in cui Panda si districa tra spam e notifiche, iscrizione a (utili?) gruppi e commenti non sempre opportuni o persecutori. Insomma, il campionario completo del tipico utente di Facebook. E a questo punto mi vien da pensare: a Pa', ma sei sicuro che ti piaccia davvero?
Pubblicato da kikkuzzo alle 3/14/2011 03:48:00 PM 0 commenti
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lunedì 1 marzo 2010
PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE
Sulla falsariga di un noto jingle in voga qualche anno fa, segnalo questo articolo di Wired (non mi stancherò mai di dirlo, GRANDE rivista) che parla del rapporto tra gli Italiani (in special modo le nuove generazioni) e Internet (leggasi: social network). I risultati? Siamo i più indisciplinati e i più a rischio in Europa. E se l'articolo parla di "mancanza di precauzioni", allora la malattia digitale nella quale si può incorrere è proprio quella della diffusione anomala ed incondizionata dei propri dati personali, e del pericolo virtuale che spesso diventa una spirale dalla quale non si esce facilmente. Insomma, niente di nuovo, vista la "mania da protagonismo" degli utenti nostrani su Facebook e soci...
Pubblicato da kikkuzzo alle 3/01/2010 07:50:00 PM 0 commenti
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giovedì 12 gennaio 2012
GUAZZA..BUG...LIO
Evan Priestley dev'essere un tipo curioso, oppure una persona che tiene alle "sue" cose. In realtà pare sia un ex-ingegnere che ha lavorato per Facebook: e se la frase Facebook è di gran lunga il software più buggato che mi capiti di utilizzare proviene direttamente dalla sua tastiera, beh, allora magari tocca credere a quel che dice. Wired.it riporta proprio la storia di Evan, il quale dà prova delle "falle" di FB riscontrate qua e là. D'altronde non è il primo caso in cui si associa Facebook al concetto di imperfezione oppure si sollevano dubbi a proposito della perdita (volontaria o meno) di dati sensibili. Ora bisognerebbe far capire questa cosa a milioni di persone che vedono soltanto il lato positivo della struttura, e non pensano minimamente (come fa invece Evan) al fatto che Facebook non voglia avere una piattaforma di qualità a livello strutturale. Ma è una cosa difficile da far capire, evidentemente. Lascereste mai la porta aperta uscendo da casa? Rimarreste con la portiera aperta prima di partire in macchina? Affidereste mai i vostri risparmi ad una banca che lascia la cassaforte aperta? (Ok, ok, forse è meglio non parlare di banche, in questo periodo). Il concetto, con le dovute proporzioni, è questo. Ci vorrebbe un esercito di Evan per far capire questa cosa...
Pubblicato da kikkuzzo alle 1/12/2012 03:15:00 PM 0 commenti
martedì 25 gennaio 2011
TRI....BOH
Sul vostro social network preferito, si sa, è facile (s)parlare. Più difficile invece cercare di ricavare uno spaccato degli utenti-tipo che popolano il grande mondo di Facebook. Insomma, d'accordo la massificazione, ma su 500 milioni e passa di utenti ci saranno vari usi di FB, no? Proprio in quest'ottica (ma non è la prima, e non sarà l'ultima), un articolo su Wired.it prova a suddividere i vari comportamenti sociali [sic] degli utenti, raggruppandoli di fatto in 5 tribù. In pratica, hanno provato a taggare gli utenti in base ai loro comportamenti tipici...l'unico che salverei è il promoter, poiché è l'unico che forse utilizzerebbe lo strumento sfruttando l'immensa base di dati esistente per puro lucro. Per le altre categorie, invece, mi mancano le parole. Ho già sprecato abbastanza neuroni per il titolo...
Pubblicato da kikkuzzo alle 1/25/2011 12:54:00 AM 0 commenti
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giovedì 16 febbraio 2012
CHI FA LA SPIA...
...aiuta la Polizia. Il vostro sogno represso è sempre stato quello di entrare a far parte dell'Arma per scovare i cattivi? Vi intrigano i casi da risolvere? Bene, basta essere amici della Polizia di Hannover sul vostro social network preferito per potersi calare nei panni di un (vero, ma anche un po' virtuale) detective. No, non è un gioco ma la pura realtà: la polizia della città tedesca ha pensato bene di utilizzare Facebook e la sua schiera di utenti per ricavare informazioni utili sui crimini commessi. Insomma, si fa leva sul puro spirito collaborativo da parte dei propri cittadini (e non è il primo caso) per cercare di risolvere situazioni intricate o delitti irrisolti. Ma, come al solito, c'è sempre un lato "oscuro" da dover considerare: infatti - come segnalato dall'articolo apparso sull'edizione online di Wired - l'authority per la protezione della privacy della Bassa Sassonia ha lanciato un monito che riguarda (ovviamente) le possibili ricadute in termini di divulgazione in Rete di dati sensibili. In altre parole, un social può senz'altro allargare le maglie della diffusione di informazioni, ma è pur vero che le intenzioni degli utenti non sono sempre buone: si scopre infatti che la pagina FB della teutonica Polizia deve fronteggiare alcune (molte) false segnalazioni o azioni di trolling sistematico da parte di utenti che non ci pensano due volte a infangare il nome altrui (spesso solo per goliardia, senza pensare alle conseguenze), costituendo se non un intralcio alle indagini, un fastidioso contrattempo da dover gestire. E non è tutto, perché l'ulteriore preoccupazione delle autorità tedesche riguarda la proprietà dei contenuti (tema sempre spinoso), poiché tutte le informazioni che circolano su questo tipo di sistemi finiscono di fatto dritte dritte su server oltreoceano (e se è la seconda volta che uno Stato si preoccupa della questione, beh, allora forse un problema oggettivo esiste). E poi pensateci: in fondo la Polizia fa il suo lavoro: non è che in tutto questo ha una ghiotta occasione per dare una "controllatina" anche ai suoi amici-investigatori, alla ricerca di qualcosa che non va? D'altronde è come spalancare una porta di casa, e l'occasione fa l'uomo ladro, anzi tutore della legge.
Pubblicato da kikkuzzo alle 2/16/2012 03:31:00 PM 0 commenti
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giovedì 22 luglio 2010
CONSENSI
Queste sono le notizie che mi piacciono: beninteso, non per accanimento aprioristico, ma solo perché ancora una volta un minimo di riflessione porta a delle conclusioni razionali. Il sempre informato Wired.it svela che il consenso nei confronti di Facebook è in (netto) calo. Beninteso, avrà anche il suo bravo mezzo miliardo di iscritti, ma qui si parla di soddisfazione nei confronti del prodotto utilizzato. Insomma, anche se rientra di diritto tra i siti maggiormente frequentati del globo e dell'interglobo, e anche se il confronto è con applicazioni diverse, Facebook è ben al di sotto di servizi come Google (ma va...), Bing, Wikipedia (e ci mancherebbe), Yahoo, Youtube.
Direte ora: beh, ma Facebook rimane il leader. D'accordo, sarà pur vero, ma c'è sempre un perché. Occhio alla lista dei servizi sopra menzionati: ci sono tre (e dico tre) motori di ricerca, un'enciclopedia open source (una sorta di motore di ricerca del sapere) e un effettivo sito di puro entertainment. Perché allora Facebook piace ma non piace, in realtà? Semplice: è arrivato prima di tutti nell'offrire un servizio che genera (un relativo) interesse. E una volta creato uno zoccolo duro di utenti - che a sua volta richiama altri utenti -, è obiettivamente difficile ri-trasferire tutti questi su una piattaforma alternativa. Ci proverà forse in futuro Google con Google Me, ma per ora il mezzo miliardo resta ben saldo lì. Eppure non piace a fondo. Misteri di Internet...
Chiudo dicendo che sempre in quella lista compaiono tre prodotti concorrenti tra loro. Eppure funzionano, eppure sono graditi. Sarà perché un motore di ricerca è oggettivamente utile? A tal riguardo, rimando ad un interessante articolo apparso su LaStampa.it che parla di internet e dintorni: ad un certo punto si afferma che la Rete si basa sostanzialmente su motori di ricerca e social network. Vero, verissimo, ma ribadisco il concetto: solo uno è effettivamente utile. Il resto? Si può vivere anche senza...
Pubblicato da kikkuzzo alle 7/22/2010 05:52:00 PM 0 commenti
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mercoledì 23 marzo 2011
PUBBLICA L'OPINIONE
Con un bacino di utenza di 600 milioni di iscritti reali (e quindi milioni di gusti e/o attitudini e/o modi di fare e/o essere, tutti buoni per bombardarvi di pubblicità) vien quasi da pensar male se si ipotizzasse un uso ingannevole dei modi di fare totalmente massificati sul vostro social network preferito. E invece spesso a pensar male ci si prende, visto che un "pezzo" di Riccardo Meggiato su Wired.it parla proprio della possibilità, da parte dei piani alti del potere e delle famigerate stanze dei bottoni, di "controllare" l'opinione pubblica a proprio piacimento creando ad hoc dei profili realistici (ma non reali) il cui compito è quello di "spostare" letteralmente il trend d'opinione verso lidi desiderati. Inutile rimarcare il potenziale che possono avere queste campagne: tra le tematiche ipotizzabili si fa presto a pensare alla politica, all'economia, al marketing o alle "semplici" campagne di contro-informazione. Il mezzo utilizzato per queste operazioni? Nell'articolo dell'edizione online del Guardian si parla di non specificati social media, quindi senza dare la colpa a questo o quel social network diciamo che si potrebbero ipotizzare un paio di possibili forti indiziati. Diciamo Twitter? Naah, pare che i potenti non siano così capaci (e - pare - non solo su Twitter). Nessun'altra idea?
Pubblicato da kikkuzzo alle 3/23/2011 07:22:00 PM 0 commenti
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