lunedì 30 gennaio 2012

CONTROSENSI

Un'immagine trovata in Rete che vale più di mille parole. Si fa riferimento a due "personalità" - a loro modo - del Web, di cui si è già parlato in due occasioni: il succo della storia è nelle loro parole, e anche nelle loro espressioni facciali, che secondo me dicono tutto. Un'immagine che meritava di essere postata: il mondo va così, c'è poco da fare...

sabato 28 gennaio 2012

BLING BLING, PLINK PLINK

Inutile negare l'evidenza: Facebook è senza dubbio alcuno il miglior strumento di marketing per aziende e affini, non solo perché la diffusione di messaggi pubblicitari arriva ad un grande bacino di utenza senza troppi sforzi, ma anche (e soprattutto) perché i dati sensibili dei fan sono la "nuova moneta" di scambio. Non è raro che Facebook/pubblicità/commercio vadano a braccetto, anche per iniziative di promozione offline legate ai servizi di localizzazione. Eccone un'altra: Wired.it segnala un sito (esterno a Facebook, ma ormai è una "scomoda" realtà da dover affrontare) chiamato Plink attraverso cui, associando una carta di credito, si possono accumulare crediti da spendere presso i negozi convenzionati. Una sorta di raccolta punti, considerando che la valuta utilizzata è rappresentata solo ed esclusivamente dai Facebook credits, ossia i crediti (acquistabili anche con denaro vero) per effettuare operazioni di acquisto sul vostro social network preferito. Insomma, o ti iscrivi al loro programma o la prossima volta tocca pagare di tasca propria. Oppure si paga cara anche la prima opzione, sotto altra forma?

lunedì 23 gennaio 2012

L'ULTIMO TUO COMMENTO? "LETTO"!

Provocazione e follia possono spesso andare a braccetto. Se aggiungiamo anche un tocco di design, beh, allora il quadro è davvero completo. L'ultima trovata? Un letto a forma di Facebook. Per ora è solo un modellino in scala, ma basta far girare l'idea del designer croato Tomislav Zvonaric su siti e sul vostro social network preferito per scatenare la fantasia degli utenti e farlo diventare realtà. La notizia è riportata dal sempre ottimo News from T-Shirts: di colore blu (ovvio) e a forma di effe (ovvio x2), il giaciglio comprende anche una postazione con un computer per poter aggiornare il proprio profilo rimanendo comodi comodi tra le braccia di Morfeo.
Aspettiamo in trepidante attesa la sua commercializzazione: può fare il boom. E rimanendo in tema, cosa si può fare in un letto? Non pensate a male....si può sognare: e sempre in tema, lo stesso NFTS ci introduce ad un nuovo, ennesimo social network, quello dei sognatori. Si chiama Saysdream, e serve per condividere onirici pensieri ed emozioni. Che dire: si finirà col dire "sai, ieri ho letto il tuo ultimo sogno"...

venerdì 20 gennaio 2012

PRESSIONI E DEPRESSIONI

Studiare i social media è sicuramente una delle tendenze dell'ultimo periodo, più che altro perché prima non esistevano... certo, fa riflettere il fatto che ormai i numerosi studi riguardanti il popolo della Rete o anche il comportamento "normale" del genere umano spesso vengano associati all'appartenenza a quel grande calderone di identità che è il vostro social network preferito. Altri due risultati di studi condotti presso università statunitensi spiegano per quale motivo si utilizzi Facebook e una particolare categoria di "insoddisfatti della vita" (virtuale o non, poco importa), ossia i cosiddetti depressi da Facebook.
Ma andiamo con ordine: come riporta Wired.it, nel primo studio si spiega il motivo per cui più di 800 milioni di persone sono iscritte a Facebook. I motivi sono sostanzialmente due: il bisogno di appartenenza a qualcosa (di varia natura, ma si può pensare anche all'appartenenza automatica al sito su cui sono iscritti tutti) e la necessità di auto-rappresentarsi su di esso.
Beh, non ci voleva uno studio accademico per dire questo...ma tant'è: insomma, ci si divide tra coloro i quali preferiscono seguire il filone della massa e c'è chi invece gode nel rappresentare il proprio ego all'ennesima potenza sulle pagine virtuali, indipendentemente dal fatto che lo facciano anche nella vita reale.
Questa situazione, magari anche per imitazione, porta alla auto-rappresentazione di sé in termini assolutamente positivi: ed è per questo - si legge su La Stampa - che esistono numerose persone che soffrono fisicamente questo scenario (d'altronde FB è un luogo di ottimismo, ricordiamolo), poiché vedono nell'altro e negli altri una vita migliore della propria e difficilmente raggiungibile: per questi motivi questo campione tende a deprimersi nella vita reale (attenzione a dichiararlo online, però).
Riassumendo: esistono i veri e i falsi, i contenti e gli scontenti, gli egocentrici e i timidi e chi più ne ha, più ne metta. Insomma, come nella vita reale (purtroppo), con il serio rischio che i due mondi arrivino a somigliarsi (o paradossalmente, a non somigliarsi) troppo, in modo irrimediabile.

mercoledì 18 gennaio 2012

QUESTA NON E' UNA "REPUBBLICA"...

...è un regime. Lungi da me voler fare "attacchi" monotematici, ma quando oltre alle notizie si analizzano le funzioni aggiuntive di uno dei portali di informazione più importanti d'Italia è normale che si possano avere delle remore. Già in un'altra occasione mi era capitato di osservare una funzione "extra" di Repubblica.it che con la libertà di informazione aveva poco a che fare, ma oggi il sito va oltre: oltre alla presentazione de La tua Repubblica.it, un modo per personalizzare a proprio piacimento la testata online (tra l'altro accennando al solo login tramite account Facebook e non tramite il più "normale" account del gruppo editoriale di appartenenza: è come vendere un prodotto ma spingere all'acquisto altrove), sulla mitica colonna di destra dei contenuti multimediali appare da oggi il Notiziometro, ossia un modo per constatare quali siano i temi caldi. Su Repubblica.it? Ma no, ma che pensate...ma su Facebook, ovvio! Corredato (fortunatamente) da uno switch on-off, il sistema serve per tastare il polso della Rete. Sull'autorevolezza del sistema non mi esprimo: sarà anche un sistema (Web)democratico, ma la storia insegna che non tutte le Repubbliche sono un esempio da tramandare...

giovedì 12 gennaio 2012

GUAZZA..BUG...LIO

Evan Priestley dev'essere un tipo curioso, oppure una persona che tiene alle "sue" cose. In realtà pare sia un ex-ingegnere che ha lavorato per Facebook: e se la frase Facebook è di gran lunga il software più buggato che mi capiti di utilizzare proviene direttamente dalla sua tastiera, beh, allora magari tocca credere a quel che dice. Wired.it riporta proprio la storia di Evan, il quale dà prova delle "falle" di FB riscontrate qua e là. D'altronde non è il primo caso in cui si associa Facebook al concetto di imperfezione oppure si sollevano dubbi a proposito della perdita (volontaria o meno) di dati sensibili. Ora bisognerebbe far capire questa cosa a milioni di persone che vedono soltanto il lato positivo della struttura, e non pensano minimamente (come fa invece Evan) al fatto che Facebook non voglia avere una piattaforma di qualità a livello strutturale. Ma è una cosa difficile da far capire, evidentemente. Lascereste mai la porta aperta uscendo da casa? Rimarreste con la portiera aperta prima di partire in macchina? Affidereste mai i vostri risparmi ad una banca che lascia la cassaforte aperta? (Ok, ok, forse è meglio non parlare di banche, in questo periodo). Il concetto, con le dovute proporzioni, è questo. Ci vorrebbe un esercito di Evan per far capire questa cosa...

lunedì 9 gennaio 2012

FOTOESISTENZA

Sulla rubrica Il club della lettura de Il Corriere della Sera è pubblicato oggi l'ennesimo "pezzo" che parla di Facebook (of course). O meglio, nello specifico si parla di quel "sentimento" che porta a dover condividere qualsiasi cosa sul vostro social network preferito a tutti i costi. In particolare, si parla dell'esperienza fotografica: dal detto di Émile Zola secondo cui una cosa non è mai successa se non è stata fotografata (l'autore dell'articolo dice che al giorno d'oggi se qualcosa non è stata pubblicata su Facebook non è mai avvenuta, ma a voler essere pignoli Pics or it didn't happen funziona uguale - googlate pure, fa più Internet e poco Facebook) si arriva al cosiddetto "Occhio da Facebook" che porta a postare foto solo per l'attesa spasmodica di like, commenti, varie & eventuali.
Si può discutere sul tipo di condivisione proposta: d'accordo, si parla di un sistema fortemente identitario, ma è pur vero che status update e affini possano risultare molto ma molto "massificati" proprio in virtù di un network che non fa rima con un sentimento di relazioni profonde. Un'alternativa? Una condivisione più "intima", più vera, attraverso altri canali e non per forza pubblici. Oppure, un "vecchio" Web 2.0 (sembra un ossimoro, ma ormai il trend è questo) fatto di condivisione non per forza identitaria, una specie di servizio pubblico (anche fotografico, ditelo all'autore di quell'articolo) del Web, magari non sempre di qualità, ma forse più vero perché  non forzatamente legato alla condivisione a tutti i costi. Facebook, dunque sono? Si può essere anche senza.

domenica 8 gennaio 2012

UN ANNO DI NOTIZIE (?)

Non c'è niente da fare, le infografiche hanno un qualcosa in più: possono parlare anche del più brutto argomento del mondo, ma lo fanno con assoluto stile. E proprio attraverso uno strumento del genere si possono scoprire le notizie più hot (a livello numerico, inutile che vi scaldiate) circolate nell'anno appena trascorso. I criteri utilizzati? Naturalmente social network e motori di ricerca, in grado forse di indicare meglio di altri ciò che significa fare Rete al giorno d'oggi. Ebbene, in una splendida infografica targata Frugal Dad Twitter, Facebook e Google decretano i "vincitori": parliamo di discutibili (e discussi) cantanti, fenomeni mediatici, cose così. Eppure qualcosina nel 2011 sarebbe anche accaduta, ma evidentemente non è stata degna di essere twittata, cercata o linkata abbastanza. Insomma, che oggi la Rete sia un fenomeno puramente commerciale lo sanno anche i muri, ma alcuni strumenti (puramente commerciali) rendono il divario con un uso più "serio" ancora più netto.