mercoledì 30 dicembre 2009

E UN ALTRO ANNO E' ANDATO...

...tempo di liste...ed è tempo anche di stilare il decalogo degli eventi più strani che hanno come protagonista Facebook. Autore della splendida top 10 (che fa ridere, ma dovrebbe far riflettere) è il sito Oddee.com (splendido sito), che mette al primo posto (e come dare torto?) il caso di una donna del Missouri che ha inserito una foto della sua famiglia sul suo profilo FB, per poi ritrovarsela su giganteschi manifesti a Praga (si, a Praga). Evidentemente un semplice e comodo "furto" di una foto si è trasformato in uno strumento di marketing globale. Alla faccia della privacy...
Altre storie sono state raccontate in queste pagine: la ragazza depressa che se la spassava allegramente (con i soldi dell'assegno di malattia), il geek-marito che ha aggiornato il proprio status matrimoniale sull'altare, le storie matrimoniali finite per mezzo di Facebook, il presunto colpevole che viene scagionato grazie ad un suo aggiornamento su Facebook (tutto da verificare, direi), e il caso di guerrilla marketing per la promozione di un film su Facebook. Insomma, chi più ne ha...e la lista potrebbe continuare all'infinito. A patto che tra una risata e l'altra, ci si accorga che queste storie possono accadere ad ognuno di noi...anzi, di voi iscritti!

lunedì 28 dicembre 2009

EVASIONI NATALIZIE

Dopo il caso del ladro che ha pensato bene di aggiornare il proprio profilo di Facebook durante un furto, ecco un altro caso: il Sun ci delizia con la storia di criminale che è riuscito a fuggire dal commissariato di Suffolk per trascorrere le vacanze natalizie a casa propria. Naturalmente, non pago dell'evasione, ha pensato bene di sbeffeggiare tutti postando delle sue foto che provassero la sua avvenuta libertà. E quale mezzo migliore, se non Facebook? A parte i suoi commenti (tra cui un ironico "oh no, sento delle sirene...è finita - ah no, falso allarme, era solo un'ambulanza"), il latitante ci omaggia di alcune sue foto: una mentre sforna un tacchino dal forno, un'altra con l'ironico cartello Se avete visto quest'uomo, si prega di chiamare il 999 - con tanto di dito medio a corredo del tutto.
Naturalmente il tutto scatena la verve critica degli utenti FB, che hanno creato gruppi a favore e contro il personaggio. Ma la cosa più inquietante è il numero di amici del latitante, ben 1247 (sicuramente il numero è destinato a crescere, sono sicuro): tutti amici o le solite persone che pensano che aggiungere un nuovo amico-idolo alla loro lista sia veramente cool?

domenica 27 dicembre 2009

EVOLUZIONE??

Fa piacere sapere che prima o poi la gente si accorge che Facebook NON è quel fantastico strumento su cui passare TUTTA la giornata alla ricerca dei fatterelli degli amici. E aprendo l'edizione odierna di Corriere.it, leggo un articolo in cui si parla dell'amicizia svuotata ai tempi di Facebook. Il concetto è stato sbandierato più volte in questo blog, proprio per sottolineare la perdita di valore di questo piccolo, grande concetto nell'era digitale, in cui basta il pulsante "Aggiungi" per avere un nuovo amico. E se è vero che molti utenti fanno letteralmente a gara per avere la lista amici più completa, è vero anche che il concetto di amicizia sta subendo una radicale trasformazione. Come riportato dall'articolo, infatti, si parla espressamente di "un'evoluzione, da relazione a sensazione". Evoluzione? Sicuri? Da dizionario, il concetto di evoluzione parla di "svolgimento graduale della società verso forme più progredite di vita e cultura". Ecco, appunto. Al massimo, possiamo parlare del suo antonimo, e ci ritroveremmo in pieno...perché (sempre citando l'articolo), più che 768 amici, dovremmo parlare degli amici 1024x768.

mercoledì 23 dicembre 2009

UNA SCHIAVITU' (FACOLTATIVA)

Siccome siamo in un paese democratico e civile (più o meno), a mia conoscenza non credo ci siano decreti ministeriali che impongano di iscriversi a Facebook e farne la massima rappresentazione dell'ego. Quindi, se diventa una droga - come tutte le droghe-, credo che una riflessione sul suo utilizzo debba sorgere spontanea.
Forse dai contenuti di questo blog traspare una certa intolleranza per FB da parte del sottoscritto, ma sia chiaro: dal punto di vista dell'IT, il sistema è eccezionale, niente da dire. Peccato che questo si sia tradotto in una vera e propria mania da aggiornamento dello status o in uno strumento di gossip con pochi precedenti. E peccato che ci siano persone che candidamente riconoscano una vera e propria dipendenza da Facebook, come riportato da Repubblica.it. L'articolo parla di veri e propri "gruppi di disintossicazione da Facebook", nei quali si impara a gestire l'utilizzo responsabile del vostro social network preferito, e in generale di tutte le espressioni di standardizzazione e di psicosi collettiva del nuovo millennio. LaStampa.it rincara la dose, parlando di un disturbo compulsivo, e aggiunge anche che ad aumentare la dipendenza, sta per arrivare il servizio via SMS di notifiche dei vari (e inutili) aggiornamenti dei propri contatti. Un'ossessione, in pratica. La domanda è: ma con cinquemila "amici", arrivano cinquemila (e più) notifiche? ARGH.
PS: Spero vivamente che il gruppo di disintossicazione di Facebook...non sia un gruppo su Facebook!

sabato 19 dicembre 2009

IL MITO UTOPICO

Ecco l'agghiacciante (per certi versi) titolo di un articolo tratto da LaStampa.it: "Gli adolescenti italiani vivono con il mito di Facebook". Benissimo, poi si dice che l'Italia finirà allo sbando...se uno strumento globale di valori fatui diventa il vero punto di riferimento delle nuove generazioni, stiamo messi bene... se c'è sempre meno controllo sulle fasce d'età più bisognose di attenzione e tutela, beh, allora come si può parlare di Internet come mezzo di progresso? Se i valori di oggigiorno sono quelli di "cercare nuovi amici sempre più fighi" (non conoscendoli, ovvio) e di fare una gara a "chi ha più amici" (citazioni dell'articolo), se il mondo va a rotoli e se per loro il rischio è dietro l'angolo, la colpa non è mia. Ognuno è responsabile delle proprie azioni, anche seguire le psicosi di massa come un gregge. Il tempo del rimpianto, magari, verrà in un secondo momento...
E in tutto ciò, c'è chi tenta (giustamente) di trarre un beneficio. Se Facebook è uno strumento commerciale (il Signor Facebook non vi mette in contatto con gli amici delle elementari perché un filantropo, sappiatelo), allora è un sacrosanto diritto trarre un guadagno parallelamente alle sue attività o alle attività affini. Come riportato da Repubblica.it, nell'ambito della tutela dei minori e delle giovani generazioni riguardanti le attività in Rete, è nata anche una società, SafetyWeb, il cui compito è quello di sorvegliare le tracce digitali dei minori (su richieste dei genitori). In pratica, la società ha il compito di controllare e monitorare tutto ciò che viene postato dal proprio pargolo in tutta la rete. Ma c'è da scommettere che la maggior parte delle attività verrà registrata sul vostro social network preferito.

giovedì 17 dicembre 2009

TI RICORDI QUELLA VOLTA...?

Volete una prova che i social network (uno a caso: Facebook...ma uno a caso, eh) NON rappresentano la vita reale? Sentite qua: un uomo ha scoperto che su FB esisteva un account a suo nome, con le sue generalità, la sua foto e tutto il resto. Responsabile della cosa? La sua adorata mogliettina, che spacciandosi per il marito, era riuscita a "ricostruire" un network di vecchie amicizie, e ovviamente, all'insaputa del marito, è riuscita a farsi raccontare aneddoti di vita passata (sempre giocando il ruolo del marito, probabilmente sull'onda dei "ma ti ricordi quando eravamo giovani, quante ne abbiamo passate??" e simili). La fedele mogliettina ha così scoperto un passato non limpidissimo del marito, evidentemente a lei taciuto in fase di promessa matrimoniale.
Ripercussioni? Beh, vista la totale mancanza di fiducia da parte del coniuge e l'arguto sistema architettato dalla dubbiosa consorte, il divorzio della coppia è dietro l'angolo (sempre sulla scia della Giustizia 2.0 e sulla validità giuridica dei dati postati). Ma occorrono due considerazioni: è evidente che potenzialmente questo genere di episodi possa verificarsi (ahimè) con chiunque, e considerando che gli utenti FB sono attualmente centinaia di milioni, il rischio di appropriazione indebita d'identità altrui è sempre dietro l'angolo. Secondo: ecco le dichiarazioni degli espertoni in materia (da Repubblica.it). "Il caso di specie rappresenta una grave violazione della privacy...[hmm, strano, ndr]". [...] [Facebook si è] rivelato troppo vulnerabile e privo di adeguate barriere di sicurezza volte a garantire i propri utenti". Vulnerabile Facebook? Privacy violata? Musica per le mie orecchie...

domenica 13 dicembre 2009

CHI DI PRIVACY FERISCE...

...di privacy evidentemente perisce, prima o poi. Si è parlato recentemente di nuove regole per tutelare l'intimità degli utenti Facebook, proprio a causa dell'enorme successo riscosso da questo strumento di gossip 2.0. Ma proprio qualche giorno fa, il profilo fino ad ora semi-blindato del fondatore di FB è risultato accessibile a tutti, con foto private finite improvvisamente nell'agorà visibile da 350 milioni di persone.
Ora, di due l'una: o Mr. Facebook si è redento e ha concesso a tutti di spiare le sue foto (passando da un profilo semi-inaccessibile anche ai suoi "amici" ad un profilo totalmente pubblico), oppure è stato vittima delle sue stesse, nuove impostazioni. Insomma, ennesima mossa di marketing o semplice distrazione fatale? Lui assicura di averlo fatto di proposito: ma si sa, la volpe affamata non raggiunse l'uva e disse che era acerba...

domenica 6 dicembre 2009

QUANDO UN ARTICOLO DICE LA VERITA'

Che bello aprire il sito di un'importante testata giornalistica e leggere in home page "Quando Facebook rovina la vita"... chi prima, chi dopo, ma alla fine si arriva a questa conclusione! Meglio tardi che mai: l'articolo cita argomenti qui già trattati (la ragazza canadese che pubblicava foto spensierate nonostante una depressione diagnosticata, la moglie dello 007 che pubblica le foto del marito, o i gruppi che fomentano violenza nei confronti di personaggi pubblici o rappresentanti dello Stato -chiunque essi siano), l'importante è che si capisca che più che di Facebook, si dovrebbe parlare di psicosi collettiva di milioni di persone soggiogate...

giovedì 3 dicembre 2009

LO SPIRITO DEI TEMPI

Arriva la fine di ogni anno, e i media si scatenano per (ri)proporre le solite liste. La lista degli eventi del 2009, la lista delle foto più belle del 2009, la lista dei calendari del 2010 (ma tra letterine e letterate è sempre un belvedere), e chi più ne ha, più ne metta. In realtà, sono tutte belle iniziative per ricordare l'anno da mandare in soffitta. E nel web, non può mancare anche la lista delle parole più cercate nell'anno sui motori di ricerca.
Zeitgeist, il misuratore dei trend in base alle query (cioè alle "interrogazioni" da parte degli utenti), svela le parole più cercate dell'anno 2009 in Italia. Non sorprende il fatto che al primo posto figuri proprio Facebook...d'altronde, è lo spirito dei tempi, bello o brutto che sia...
Poi ho letto: "Michael Jackson sorpassa Facebook su Yahoo"! Stavo già per celebrare il tutto con un bel moonwalk, poi ho controllato ben bene e ho scoperto che anche sul celebre antagonista della "Big G" Facebook è la parola dell'anno. Maledetto spirito dei tempi...
E poi ho trovato questa notizia: secondo il Global Language Monitor, è Twitter la parola più gettonata del 2009! E Facebook? Non compare nella lista! A livello statistico potrebbe vincere anche Facebook, ma vorrete mai smentire il celebre Global Language Monitor? Io non ci penso neanche!

PS: Poi ho pensato: e se Facebook fosse la parola più cercata perché tutti cercano "quanto odio Facebook"? :)

mercoledì 2 dicembre 2009

VI DICHIARO MARITO E MOGLIE, PUO' BACIARE LA SPOSA, MA PRIMA...

...ma prima è doveroso aggiornare lo status sentimentale su Facebook, passando da "fidanzato" a "sposato"! La perla del giorno ce la regala il Sun, mostrando il video di due novelli sposi che convolano a giuste nozze all'altare. Il prete li dichiara marito e moglie, lui a quel punto tira fuori un cellulare dalla tasca (anzi due, uno lo porge alla neo-moglie) per poter aggiornare il suo profilo su FB.
Fantastica la reazione del prete che, dopo la consacrazione digitale, dichiara: "It's official on Facebook, it's official in my book".

Che dire: auguri e figli maschi... Solo un consiglio: occhio a non rivelare informazioni riservate sul consorte, o evitare qualsiasi litigio online, l'esperienza (altrui) insegna.

PS: Facebook sinonimo di psicosi collettiva? Ma noooooooo.....

martedì 1 dicembre 2009

I DIECI COMANDAMENTI

Se un bel giorno un'azienda assolutamente estranea a Facebook pubblica un decalogo riguardante il "buon uso dei social network da parte dei dipendenti", beh, allora è evidente che non è proprio chiaro a tutti il modo migliore per utilizzare, che so, Facebook (uno a caso, eh). Ma l'Enel, proprio attraverso un canale sul vostro social network preferito, spiega le cose da fare e non fare se si è dipendenti della nota azienda che fornisce energia all'Italia. Cosa succede se si infrangono queste norme (del tipo "sparlare del Signor Enel su Facebook" - dite che non capita? Capita, capita...)? Si parla di possibili ripercussioni dal punto di vista disciplinare o legale: insomma, basta una parola di troppo nei confronti del capo, o basta fornire pubblicamente dati riservati o aziendali per rischiare di beccarsi in faccia la famosa frase di Donald Trump.
Regole per i soli dipendenti, dunque? E per gli utenti qualunque? Il discorso è chiaro: poiché Internet è libero, e Facebook pure (nel senso che l'iscrizione non costa nulla, pagate solo in termini di privacy), insomma, visto che non c'è selezione all'ingresso, una lettura al decalogo non nuocerebbe mica. Magari "si accende" qualche cervello...