venerdì 25 maggio 2012

GLI UTENTI MODELLO

Quanto somiglia questa parodia degli zarri milanesi al quadretto del tipico utente Facebook? Per me ci hanno preso in pieno...
Buona visione!



Get More: MTV IT]]>


Qui il link alle stagioni complete...da vedere, imho.

giovedì 24 maggio 2012

OGNI "COMMENTO" E' SUPERFLUO

Gestire 900 e passa milioni di utenti non dev'essere facile, visto che praticamente tutti sono in preda ad una febbre da condivisione di contenuti. Chi gestisce questa mole di dati certo ha previsto la (cospicua) presenza di contenuti "scomodi" per svariati motivi, ed è per questo che anche FB può intervenire per eliminare materiale che può turbare la community virtuale più ampia che sia mai esistita. Insomma, il vostro social network preferito può anche decidere di censurare qualcosa, come d'altronde ha già fatto in passato. Non crediate ci sia una marmotta che preme il tasto Del sui commenti scomodi: esistono sistemi algoritmici basati su parole-chiave in grado di provare ad intuire se il contenuto possa "passare" o meno. Capita anche che questa notifica - apparsa su Repubblica.it, dunque fa notizia - sia apparsa un po' ovunque, evidenziando il concetto di rilevanza del commento che un utente si appresta a postare. Fate un giro sulle vostre bacheche e provate a capire quante volte questo algoritmo abbia sbagliato, consentendo la pubblicazione di un elemento che con la rilevanza sta agli antipodi.

martedì 22 maggio 2012

IL DIARIO DELLA STORIA

In questi infelici giorni per la nazione per via di episodi che (ahinoi) entreranno nella storia, molti hanno visto gli spettri di un passato che ha segnato, solcato e ferito l'Italia per molti anni. Non oso immaginare cosa si possa dire, condividere e ribadire sui social network, Facebook in primis: tutti a dare una propria visione delle cose, tutti a scrivere colpevoli, tutti ad emettere sentenze, spesso frettolose e che possono creare pericolose spirali d'odio senza un minimo straccio di prova. La riprova? L'effetto a catena di una foto passata da chissà chi e condivisa in un batter d'occhio sul vostro social network preferito, possibilmente con tanto di commento "a corredo". Foto che, come spesso accade su questi canali, risulta un classico fake, tanto che il CorSera non esita a titolare il pezzo "Il falso attentatore che ha ingannato Facebook" (l'esagerazione ci sta tutta: non avrà ingannato tutta la community ma il senso correlato al tipo di informazione "frettolosa" che gira soprattutto da quelle parti dovrebbe far riflettere). Insomma, sbatti il mostro in bacheca e hai fatto la tua buona azione quotidiana. Quest'utilizzo di pancia dei social, si capisce, ha i suoi pro e i suoi contro. Capita però quasi a proposito una pagina FB - di libero accesso, per fortuna - che è sinonimo di buon (ottimo) uso del mezzo non solo per la sua struttura ma anche e soprattutto per il suo potere di diffusione: la pagina è definita facebookumentario e ripercorre una nera pagina della storia della Repubblica. Attraverso la funzione Timeline (Diario per noi italiani) è stata ricreata la vicenda storica e giudiziaria legata alla Strage di Piazza della Loggia a Brescia, un episodio per cui, a distanza di quasi quaranta anni, non vi è un colpevole definito. In tutti questi anni si sono affastellati processi, sospettati, dubbi, insinuazioni, poche certezze e verità annebbiate. Il tentativo di ricostruzione è lodevole, perché si scorre attraverso documenti veri, e non si giunge ad una conclusione, non si giunge ad una verità proprio perché una Verità non c'è e difficilmente ci sarà. Nel frattempo, però, rimane un buon uso del social per informare, far aprire gli occhi, imparare dal passato. Piacerà? Non sarà cool come un finto scoop, ma c'è sempre tempo per cambiare.

lunedì 21 maggio 2012

BUONE AZIONI

Il 18 maggio 2012 resta a suo modo una data storica per l'economia mondiale: come sapranno 900 milioni e passa di persone più tanti non iscritti al vostro social network preferito, Facebook è entrata ufficialmente in Borsa, suonando campanelle e raggranellando un po' di soldini ma di fatto non sfondando come già successo per altre "prime" di aziende della cosiddetta new economy, tanto da parlare di vera e propria delusione da valutazione.
Non sono un guru della finanza, dunque non saprei definire se questa operazione sarà una mossa positiva o meno, soprattutto a lungo termine. Certo, anche i guru veri della finanza sbagliano previsioni ed investimenti, ma tengo la mia idea per me o per qualche discorso faccia a faccia se dovesse capitare (capiterà, ma questa è un'altra storia...). Di certo l'evento non può passare inosservato in Rete, sia per qualche opinione autorevole sia (soprattutto) per qualcosa che faccia ridere e riflettere allo stesso tempo. Qui di seguito un'immagine e un video che a loro modo parlano dello storico ingresso nel reale mondo dell'economia di Facebook. C'è chi ironizza, c'è chi ringrazia, c'è chi riflette. Come sempre.

Via Failbook.com

venerdì 18 maggio 2012

POSTO "EGO" SUM

"Insieme come adrenalina e dopamina"

Un'altra stimata ricerca (dopo una delle tante precedenti) condotta dalla Harvard University ha stabilito - e ci voleva Harvard - che l'essere umano prova uno sfrenato piacere a parlar di sé sui social network, al punto che ad ogni "rilascio" di status update e tag ricevuto il cervello rilascia dopamina. Non è tutto: questo tipo di ego-goduria è verificata in percentuale doppia (80% contro 30-40%) sui social rispetto alla vita reale. Il problema è (anche) che questo tipo di ambienti porta ad un confronto continuo con modelli dell'io troppo perfetti, frutto spesso di assenza di verità dovuta all'eccesso di competizione da compilazione di profilo. Si finisce quindi spesso a dover forzare la mano, e a parlar troppo di se stessi alla fine si mente a se stessi, e questo è forse l'aspetto peggiore che nessuno studio potrà mai rilevare a fondo.

mercoledì 16 maggio 2012

PIU' VISIBILITA? ACCENDI L'HIGHLIGHT...

Nei giorni dell'ingresso in Borsa di FB (con tanto di super-domanda di azioni al punto da aver deciso una nuova collocazione multimiliardaria) il Signor Facebook è alle prese con una nuova funzione da apportare al vostro social network preferito, intesa forse per fargli guadagnare qualche spicciolo in più. Lontano - solo apparentemente - dalle cifre a tanti zeri si colloca dunque la funzione Highlight, per ora sperimentata solo in alcune zone del globo ma che potrebbe prendere subito piede in tante nazioni (e tanti mercati, di conseguenza): con soli 1,80 dollari (il cambio ancora ci favorisce, per giunta) si potrà comprare uno status update e metterlo in bella evidenza, con la possibilità di aggiungere contenuti multimediali. La pubblicità legale dunque si sposta direttamente in bacheca, visto che gli annunci convenzionali evidentemente non hanno un rapporto costi-risultati così elevato ma soprattutto -ipotizzo io, ma non sono nessuno- perché in questo modo FB potrà introdurre introiti derivanti dalla pubblicità anche nei contenuti mobile, vero tallone da killer (cit.) in fatto di mancati guadagni.
La felicità, insomma, è a portata di mano: basta un euro o poco più per rivoluzionare ancora una volta il bombardamento di messaggi nel continuo flusso di informazioni. Gioiranno i pubblicitari, che spenderanno qualcosina in più ma sapranno che il loro messaggio finirà dritto dritto al cuore - o all'occhio - dell'utente: gioirà come al solito Facebook, perché anche l'utente comune non resisterà alla tentazione di pubblicizzarsi con una moneta o poco più. Moltiplicate questa somma per oltre ottocento milioni di iscritti, capirete chi sarà davvero contento alla fine del mese.

venerdì 11 maggio 2012

STAMPEL...LIKE*

Come conciliare puro marketing offline con gli strumenti a disposizione al giorno d'oggi, e nella fattispecie il vostro social network preferito? I confini tra realtà canonica e quella virtuale vanno sempre più assottigliandosi, e prova ne è l'iniziativa di una catena di abbigliamento che ha messo sugli appendiabiti della collezione di vestiti un display che mostra in tempo reale il numero di like del prodotto. Gli apprezzamenti, ovviamente, provengono dalla pagina FB del brand, e serviranno probabilmente per dettare le tendenze in fatto di moda anche nel prossimo futuro, vista la forza (anche visiva, in questo caso) dello strumento e della affidabilissima fonte di riferimento. Tutti contenti, si spera: il produttore riceve un doppio feedback immediato da parte della clientela (numero di like online, riscontro effettivo incrociando i dati delle vendite) nonché i vostri dati sensibili su Facebook; la massa si lascia candidamente guidare verso il vestito che tra un anno - forse meno - sarà già nel dimenticatoio, pronto per essere sostituito da un altro prodotto frutto di un'altra valanga di like.


* = Titolo comprensibile a seconda della propria regione di appartenenza e/o della conoscenza dell'italico idioma.

martedì 8 maggio 2012

PROFILO DI VALORE

Immagino che se vi si prospetti la possibilità di capire quanto valga il vostro profilo di Facebook in termini monetari ci sia la fila per quantificare la cifra. Esistono alcune stime effettuate soprattutto in concomitanza con l'entrata in Borsa del vostro social network preferito, visto che il volume totale dell'operazione ha portato anche alla richiesta di veri e propri dividendi aziendali derivati dalla mole di informazioni generosamente concesse dagli utenti FB.
C'è però un'applicazione che fa di più, quantificando esattamente il valore del proprio profilo in base al numero e alla qualità di amicizie, post e informazioni. L'applicazione si chiama MyUnplug, e per conoscere il fatidico valore basta (ovviamente) permettere l'accesso al proprio profilo. Scoprirete un valore elevato in dollari che molto probabilmente Facebook non vi corrisponderà (pur essendo il vostro profilo), mentre l'autore di questa applicazione si intascherà l'autorizzazione ad ottenere i vostri dati personali, come d'altronde fanno molte applicazioni terze a FB, avvalorando questo sistema dai contorni sempre più cupi per la privacy degli utenti.

mercoledì 2 maggio 2012

UN PREMIO IN "DONO"

Agli annuali Webby Awards, una specie di premi Oscar del Web, Facebook si aggiudica l'ennesimo premio come prodotto della Rete. D'altronde come può un vero e proprio gigante del Web che si "nutre" di centinaia di milioni di utenti non essere in cima alle preferenze digitali? Da premettere che, nonostante i titoli siano tutti per FB, il premio assegnato al vostro social network preferito non è quello di miglior-sito-dell'universo-conosciuto: una cosa del genere è finita nelle mani di Instagram, che però guarda caso è stata acquisita recentemente proprio da Facebook per due spiccioli, ossia un miliardo di dollari. A Facebook spetta il riconoscimento speciale assegnato dagli utenti per i cambiamenti a livello sociale. Il people's special achievement for social change è abbastanza importante, soprattutto alla luce dei mutamenti geopolitici degli ultimi mesi - leggi Primavera Araba - e che hanno visto FB e Twitter protagonisti (per una volta) utili.
Ecco, i cambiamenti sociali. Oltre ad aver modificato le nost...le vostre vite in un modo o nell'altro, Facebook si integra in maniera ancora maggiore promuovendo funzionalità sempre più dettagliate. La notizia è recente e riguarda la possibilità (solo nel Regno Unito e gli Stati Uniti, per ora) di rendere pubblica la propria disponibilità a donare i propri organi. In fondo gli iscritti a Facebook sono già donatori, nello specifico donatori dei propri dati più sensibili, ma la questione trascende il puro discorso commerciale, o almeno si spera: la motivazione di fondo a questa scelta si pone per fini di sensibilizzazione sociale, ma come spesso accade, quando si parla di Facebook, è facile incrociare una sì tanto nobile causa con questioni relative alla propria privacy e alla profilazione degli utenti, generando i soliti dibattiti infiniti. Forse il vero problema è dover parlare di queste cose associandole ad un'azienda di fatto privata che fa dei dati la propria ricchezza, mentre i cambiamenti sociali di questo tipo sono portati avanti da organismi statali, e già da tanto tempo. Il problema è la mancanza di appeal che provocano i "pallosi" siti istituzionali, o forse perché ormai tanta, troppa informazione passa da Facebook.