lunedì 25 aprile 2011

SPEGNERE LE CANDELINE? MI PIACE!

E alla fine fece un anno. Tutto nacque come un semplice test, una funzione tutta da sperimentare e da verificare (non dovete credere per forza all'ingenuità del reparto marketing di Facebook: mi puzza di cosa studiata e strastudiata), ora è parte integrante e ormai indispensabile di quel mondo chiamato FB. Stiamo parlando dell'ormai immancabile e onnipresente tasto like, quello che de facto riesce a creare un profilo su misura degli utenti del vostro social network preferito, per la gioia dei pubblicitari e per le tasche di Mr. Facebook (poverino, oppresso dalla pressione fiscale). Ormai il gesto è una sorta di rituale involontario, ma molti (troppi) ignorano tutto il potenziale intrinseco che nasconde. Non ci credete? Pensate al motivo per cui ormai le grandi aziende (o in generale, le aziende) stanno "trasferendo" tutte le loro campagne di marketing sulle pagine Facebook dedicate - talvolta addirittura in esclusiva: ultima in ordine cronologico è la Nike, che sta spostando ufficialmente la parte commerciale del suo brand sulla sua fan page con dominio Facebook (per conferme a riguardo guardare i cartelloni pubblicitari in tutti gli stadi di Serie A - mettete pausa a 2:53, tanto per dirne una). Pensateci: se finisco sul sito della Nike sono un "semplice" navigatore: l'azienda di me saprà nazione, al massimo città di provenienza, ma cos'altro può raccogliere? Ciò che ho visto? E se ciò che ho visto in realtà non mi piace? Insomma, non si può effettuare un profilo veritiero, tanto più perché sui siti di e-commerce generalmente non c'è bisogno di login per navigare. Su Facebook un "Like" è tutto: non solo perché l'utente ha effettivamente espresso un gradimento, ma perché quel gesto nasconde al suo interno una precisa identità, visto che Facebook vive grazie alle informazioni dettagliate dei suoi utenti. Insomma: vi piace il like? Agli "spioni" che grazie a voi fanno soldi piace ancora di più, e gli utenti sono vittime, in questo caso. Peccato che non se ne accorgano...evidentemente è una cosa che "piace".

sabato 23 aprile 2011

VISITA DI CORTESIA

Forse lo saprete già in molti, ma la notizia che coniuga tecnologia, società e politica è la "visita" del Presidente degli Stati Uniti al quartier generale di Facebook a Palo Alto. Incontro di rappresentanza? Molto di più: Mr. Obama ha pensato bene di iniziare la sua campagna elettorale proprio da quello che per molti - ma (fortunatamente) non per tutti - è un sinonimo di Internet. La strategia di Obama è piuttosto semplice: oltre a dare un'immagine di presidente kewl, con la diretta in streaming ha cercato di assicurarsi e contemporaneamente di attaccare fasce di elettorato, soprattutto quello dei più giovani (ma è bene ricordarsi che quelli troppo giovani non hanno l'età legale per votarlo - anzi, a tal riguardo dovrebbe parlarne a casa). Ci sono almeno altri due motivi per cui ha scelto questo canale: il primo è il tentativo di andare oltre le barriere nazionali perché, piaccia o no, ciò che gli USA dicono o fanno si ripercuote su una buona fetta del globo. Il secondo intreccia logiche politiche a quelle economiche: Facebook è un fenomeno globale ma soprattutto un motore per l'economia statunitense, e visto il difficile periodo è bene che lo "Stato si faccia sentire" a tal riguardo. D'altronde non è un mistero che le grandi aziende Internet che producono un giro d'affari spaventoso si siedano amabilmente allo stesso tavolo del potere. E poi riflettete: Obama preannuncia al suo interlocutore un aumento di tasse per le persone (ricche) come lui, e per tutta risposta si sente dire un tranquillo e serafico no problem. D'altronde, le tasse sono pagate dai suoi 600 milioni di "dipendenti"...

lunedì 18 aprile 2011

INFLUENZE STAGIONALI

Sull'influenza dell'ormai meccanico gesto del like si è già parlato in queste pagine. Non è per auto-compiacimento, ma mi pare proprio di aver compreso in pieno sia il significato di questa attività che le conseguenze che può causare. Ho discusso più volte a tal proposito (con utenti Facebook in primis, ça va sans dire), e credo che esistano grossomodo due categorie di like-addicted: quelli che postano di tutto solo per ricevere il maggior numero di like (per una sorta di compiacimento virtuale: è possibile che celino qualche problema nella vita vera, magari no, ma magari sì) e quelli che "passivamente" guardano i like altrui per farsi un'opinione (ancora una volta una debolezza caratteriale? Tutto è possibile...). Evidentemente non sono l'unico a pensarla in questa maniera, visto che trovo conferme a riguardo: un articolo apparso oggi su Wired.it cerca di spiegare la logica (logica per modo di dire) del tasto con il pollice in alto. In effetti si parla di un vero proprio potere nascosto che - complice la pigrizia di molti, troppi utenti della Rete - veicola di fatto il pensiero o l'opinione verso una precisa direzione, creando una sorta di filtro di visione che condiziona le persone (questa storia mi ricorda gli "occhiali di Kant" - il filosofo, non Eva), non importa che si tratti del vostro micro-mondo o dei grandi temi della società globale.
Pare che dunque il gesto nasconda un significato non così semplice, e che sui grandi numeri possa praticamente costituire un modo per plagiare le menti. Per fortuna sono fuori da questa storia. Per fortuna avrò tanti difetti, ma ho sempre ragionato con la mia testa: su questo non c'è like che tenga.

domenica 10 aprile 2011

T-SHIT

Lo ammetto, magari l'intestazione è un po' forte, ma se non gioco con sensi e/o parole non sono contento. Tuttavia, il titolo serve per portare all'attenzione un sito che crea magliette raffiguranti i vostri amatissimi amici del vostro social network preferito. Supershirter - è questo il nome del sito che vi crea l'imperdibile t-shirt - ha un'interfaccia minimale, ma l'effetto pare che sia garantito: con un semplice login al vostro account Facebook, il sistema pescherà dalla vostra lista amici le foto dei vari profili, creando un mosaico di facce che potrete portare sempre con voi. Wow. Io ve lo consiglio caldamente: non solo perché un'applicazione esterna credo che attinga liberamente dai vostri dati (ma questo per molti non pare un grosso problema), ma anche perché, una volta avuta la maglietta, magari vi renderete conto del vostro network non proprio reale e comincerete a fare la conta dicendo ma questo chi *@#ç+ è? E questo? Ma cosa è diventata la mia lista amici?