sabato 9 ottobre 2010

STORIE DI ORDINARIA DIPENDENZA

Sulla scia di un precedente post (il cui titolo è poesia allo stato puro), l'articolo del giorno da segnalare è tratto dal (nuovo) portale di Wired che tratta l'annosa questione dell'ossessione da Facebook che genera l'ansia da informazione passiva e attiva e che nel caso della protagonista ha portato ad una soluzione definitiva (a cui va il mio plauso, naturalmente). Ora, non so se l'articolo sia romanzato o meno, ma se vi ritrovate nella stessa situazione, beh, peggio per voi, ve la siete cercata!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono assolutamente contro Facebook e mi pare di averlo comunicato però ultimamente sto avendo una delle più dolci vendette che si possano immaginare. Quando non tutti i mali vengono per nuocere :-)
Ovviamente questo non è positivo perchè mi rendo conto come il social network sia ormai parte integrante della nostra vita però una piccola soddisfazione l'puzho avuta (sottolineo che io non lo ho)

Lella ha detto...

Ma cosa c'entra FB in tutto questo?
La sola cosa che si evince dal racconto di sta tipa è che è una sfigata, tutto qua. Trascorrere il proprio compleanno a fare calcoli incrociati e creare gruppi di e "inutili" mi sa davvero di psicopatica. Se voleva uno spazio su wired.it poteva inventarsi qualcosa di più originale. E poi, l'opzione per cancellare i contatti esiste da un po'. Mi chiedo se abbia mai provato a controllare l'oscillazione del numero dei suoi contatti, se quei trecento non fossero in realtà molti di più in origine e se per caso non sia stata lei stessa vittima di unfriending.
E se invece di soffrire e delirare avesse dato una possibilità ai provoloni, a vecchi amanti o addirittura agli istruttori di aCquagym (ndGN)?
Chissà, non tutti i mali vengono per nuocere...

kikkuzzo ha detto...

Facebook c'entra nel momento in cui è diventato il centro della vita di molti sfigati e psicopatici (cit.) che hanno spostato la loro ragion di vita (virtuale e non) in quel sito. Ovviamente non mi riferisco a tutti e 500 i milioni di "abitanti", chiaro. Com'era quella frase? Il problema non è Facebook, ma è nell'uso che se ne fa. Sacrosanto, ma se Mr. Facebook ti fornisce tante opzioni per farti rincretinire sul suo gioiellino, sono tutti contenti: l'utente che rincretinisce perché è tipo una droga, e l'americano perché al 27 del mese vede quanto è diventato più ricco grazie ai bisogni esistenziali della "sua" popolazione.

PS: Ogni vendetta (piccola o grande che sia) consumata "passivamente" attraverso FB è una GRANDE conquista!!! :D