sabato 26 febbraio 2011

LA SUORA? L'È FÖRA!

Di un rapporto complicato tra passato "libertino" e presente spirituale si è già parlato tempo fa, protagonista una (quasi) suora con un fidanzato piuttosto vendicativo. Qui non c'è nessuna vendetta, ma solo un provvedimento attuato contro una sorella di un convento con una passione smodata per Facebook. A Suor Internet, monaca di clausura per 35 anni in un convento di Toledo, è stato chiesto di lasciare il convento a causa dell'iperattività sul vostro social network preferito, un'attività che mal si concilia con le regole di quell'ordine religioso. E mentre si scatenano le (solite) campagne virtuali per riammettere la protagonista della vicenda, quest'ultima ha deciso di trarre beneficio dall'allontanamento per farsi un giretto, visto che ha dichiarato di voler visitare Londra e New York. Ecco, appunto, buon viaggio nella vita. Quella vera, non quella dei social network.

giovedì 24 febbraio 2011

I NUMERI DELL'OSSESSIONE

Sia ben chiaro: in queste pagine la parola "ossessione" è rimbalzata più e più volte. Il video apparso oggi su Repubblica.it ed eloquentemente chiamato Un pianeta ossessionato da Facebook non fa che confermarlo. Io però l'ho detto prima.

mercoledì 23 febbraio 2011

NEL NOME DELLA RIVOLTA

"Quando arrivi in cima puoi solo scendere": in effetti questa notizia "rischia" di diventare il punto più alto per quanto concerne la psicosi collettiva che caratterizza un po' (un po'?) l'uso tipico di Facebook nei quattro angoli del pianeta. La notizia è di ieri: un uomo ha deciso di chiamare sua figlia Facebook. No, sul serio, è vero. Detta così la notizia può far correre terribili brividi dietro la schiena di molti, ma è bene specificare il dove, il quando, il perché: solo così la vicenda assumere un valore (ben) diverso.
Non mi sento di condannare pienamente la scelta, perché dietro questo gesto c'è una motivazione decisamente valida: la neonata prende il nome del vostro social network preferito in onore del ruolo assunto da Facebook (insieme a Twitter) nella recente rivolta egiziana. Da quelle parti, insomma, i concetti di libertà di espressione e di comunicazione non sono propriamente le cose più semplici da attuare, e spesso accade che proprio questi mezzi gratuiti e virtuali diventino uno straordinario mezzo di diffusione di idee, ideali e democrazia che i governi sono costretti a combattere con misure drastiche per non permettere che il mondo si accorga di ciò che accade. D'altronde non è la prima volta che Facebook è apertamente osteggiato per fini politici: questo non solo fa capire l'importanza che ha assunto questo strumento per la comunità globale, ma fa anche intendere che molto spesso per fronteggiare alcune situazioni molto ma molto lontane dalle nostre (e forse non ci accorgiamo di quanto diverse siano dalle nostre) si fa un uso davvero utile del mezzo. In altre parole: viva l'uso serio di questi strumenti, per motivazioni davvero utili e non per il consueto cazzeggio quotidiano. Facebook in Libia, in Algeria, in Egitto hanno un vero perché, e magari serviranno per far crescere in libertà una, cento, mille Facebook Jamal Ibrahim.

lunedì 21 febbraio 2011

RAPITO DALL'IMITAZIONE

Come spiegare ai posteri cosa sia (stato?) Facebook verso la fine della prima decade del Ventunesimo secolo? Si potrebbero citare centinaia di notizie a riguardo, e oggi ne incorporo due distinte che in realtà rappresentano un vero e proprio spaccato dell'utente medio del vostro social network preferito. La prima non riguarda tanto la vicenda "particolare" che ha vissuto una trentenne tedesca, ossia il rapimento in Colombia da parte di un gruppo di guerriglieri, quanto la successiva richiesta di amicizia su Facebook da parte di uno dei suoi rapitori. Con conseguente richiesta accettata, sia chiaro. Si può forse negare l'amicizia anche al tuo peggior nemico? Scherziamo?
La seconda notizia fa capo alla mania da foto artistica che deve campeggiare sul profilo di gente che si rispetti, pena il pubblico e virtuale ludibrio da parte della comunità di amici. La signora in questione vuol ricalcare una celebre foto di qualche tempo fa, ma trova l'alt da parte dello staff di Facebook che cancella l'immagine in questione per aver violato una delle norme del sito (che gli iscritti hanno accettato di rispettare, lo sapete?). Risultato? La signora è finita sul Sun (ovvio, aggiungo), osteggiando la politica di censura del sito e urlando qualcosa del tipo "Perché-Demi-Moore-sì-e-io-no". Beh, signora, con tutto il rispetto......anche se sul giornale è finita anche lei. Sarà contenta, no? Facebook l'ha fatta diventare famosa, e dire che di gente ossessionata come lei, lì fuori, ce n'è a secchiate!

venerdì 18 febbraio 2011

ANSIA DA CONSIDERAZIONE

Facebook per voi è proprio una malattia? A quanto pare, siete in ottima compagnia. Avete due scelte: chiamare un medico (no no, non vi scomodate, lo trovate sul vostro social network preferito) oppure vi rendete conto di avere quella che gli studiosi chiamano Facebook-related anxiety. Sintomi? Stress a manetta nonché ansia da presenza continua, da aggiornamento dei contenuti e da risposta a tag, contro-tag e poke. I risultati sono il frutto dell'ormai solito studio accademico (condotto stavolta dalla Edinburgh Napier University) che rapporta comportamenti umani a relazioni sociali ma virtuali e ben poco reali. Un articolo de "La Stampa" parla espressamente di Tanti amici, tanto stress. Beh, a questo punto meglio molti nemici,....beh, insomma, ci siamo capiti. Almeno non ci si stressa.

martedì 15 febbraio 2011

APPENDI...DICI, TE?

Un paio di mesi fa si è parlato di nuovi rapporti di comunicazione e interazione tra dottori e pazienti che sfruttano anche la comunicazione digitale attraverso il vostro social network preferito. Ora si va ben oltre: il Sun (con il suo solito, stupendo titolo) e il nostrano Corriere.it raccontano la storia di un uomo del Cheshire (UK) che si sfoga sulla pubblica piazza digitale accusando spasmi addominali, e che viene salvato da un suo amico dottore, il quale aveva captato nei suoi malanni un possibile aggravamento di un'appendicite (sì, è il nesso che spiega il discutibile titolo del post). Risultato? L'uomo è stato operato d'urgenza, quindi ora è lecito sparare titoli del calibro "Facebook salva vite umane", "Facebook la panacea di tutti i mali" e via discorrendo. E se invece si fosse recato da un medico vero? Sapete, esiste una società reale, lì fuori. E se siete pigroni, usate il Web: un dottore lo troverete di sicuro (toh, ho usato la Rete, non Facebook...quando si capirà che sono due cose su due piani completamente diversi sarà sempre troppo tardi)!

sabato 12 febbraio 2011

L'ITALIA S'E DESTA...CON FACEBOOK IN TESTA

Italia e Facebook, un rapporto di amore smisurato. Gli italiani non riescono a fare a meno del vostro social network preferito, al punto che forse siamo diventati un popolo di pochi poeti e di tanti naviganti (su FB): d'altronde i dati parlano chiaro e il primato non ce lo toglie nessuno (ahinoi). L'ottima infografica pubblicata su VincosBlog è relativa alla diffusione di FB nei vari capoluoghi del Bel Paese: colpisce vedere Milano con quasi 2 milioni di utenti registrati a fronte di una popolazione che non arriva al milione e mezzo. Fa ancora più impressione notare i dati di città più a misura d'uomo come Ancona (100mila abitanti e oltre il doppio di utenti registrati), Catanzaro (con un rapporto che rilancia e non raddoppia, bensì triplica) o Cagliari. Insomma, o c'è qualcosa che non va nei dati, oppure c'è qualcosa che non va in noi, alle prese con manie da psicosi collettiva. L'Italia s'è desta...ora però toccherebbe agli italiani.

venerdì 11 febbraio 2011

QUALCOSA CHE OBAMA NON AMA

Negli Stati Uniti è (già) tempo di pensare alla nuova elezione del Presidente. Elezione o rielezione, sui network americani si mobilitano politici e affini per intervenire nei numerosi talk-show a stelle e strisce. Un paio di giorni fa, al Today Show in onda sull'emittente MSNBC è intervenuta la first lady in persona, Michelle Obama, che ha fatto scalpore non solo per aver indossato un vestito da pochi dollari, ma anche per ciò che ha detto. Dalla politica al Superbowl, dalle politiche giovanili a Facebook: forse è proprio quest'ultimo argomento a suscitare una certa risonanza mediatica. Alla domanda, verso la fine dell'intervista (più o meno al minuto 13:15), riguardante l'eventuale presenza delle sue due figlie - le first daughters - su Facebook, la risposta è stata sibillina: no. E ha anche aggiunto "di non essere una grande sostenitrice di Facebook per i ragazzini, poiché è una cosa di cui non hanno davvero bisogno". Molto condivisibile il concetto, niente da dire. Ma emergono due problematiche a riguardo. La prima: le figlie di Obama non sono su Facebook e non possono legalmente esserlo, poiché al di sotto dell'età minima richiesta per essere iscritti (sì, anche la figlia maggiore). Questo fa capire come il famoso contratto di accettazione dei termini d'uso sia davvero preso in considerazione, e che su Facebook possano iscriversi tutti, senza nessun controllo. Secondo: un personaggio politico di un certo rilievo ha preso una posizione netta nei confronti di un prodotto all-american figlio del classico self-made man che rappresenta un po' il classico spirito americano. E' una scelta che pagherà? Nel 2012 l'ardua sentenza.

PS: ma vuoi mettere la soddisfazione di mandare un messaggio da un indirizzo e-mail che finisce con "whitehouse.gov"? Altro che Facebook!

giovedì 10 febbraio 2011

ARBITRO COR....

Beh, se avete una certa praticaccia di calcio o film di spessore, avrete capito il riferimento. Fatto sta che ancora una volta va segnalato l'ennesimo episodio che lega lo sport più bello del mondo al vostro social network preferito. Già in passato si è parlato delle iniziative che il popolo dei tifosi (!) intraprende con Facebook, oppure della (non)possibilità di interazione tra FB e categorie che gravitano intorno al mondo dello sport come gli arbitri. Altre volte, invece, è stato fatto notare come i calciatori non siano proprio così attenti alle cose che dicono fuori dal campo (e neanche sul campo, va detto), incappando in spiacevoli disavventure. Sulla scia di quest'ultimo evento, Tuttosport.com pubblica la notizia di un calciatore di Terza Categoria che, dopo essere stato espulso, ha pensato bene di insultare l'arbitro su Facebook. Risultato? Due giornate di squalifica (la stessa che viene comminata in casi di espulsione diretta) e multa alla società. Ma a quel punto, fossi stato nel giocatore, avrei insultato l'arbitro a fine partita, face to face: vuoi mettere la soddisfazione?

martedì 8 febbraio 2011

* KNOCK KNOCK *

"Who's there?" "Doctor." "Doctor who"?


E invece no, non sono battute (di bassa lega peraltro, lo ammetto). Sono davvero andati a bussare alla porta di casa di Mr. Facebook (che, per inciso, vi consiglia di inserire il vostro indirizzo ma il suo è - era - off limits). La notizia è comparsa su tutte le testate nazionali: uno stalker ha prima inondato di messaggi supplicanti la casella mail del Signor FB, e poi è passato direttamente all'azione "fisica" implorando aiuto davanti all'uscio di casa sua. Il fan(atico), al grido di dedico la mia vita al tuo servizio (e sai quanti ce ne sono), è stato tuttavia costretto a restare lontano dal perseguitato, pena l'arresto. Ma come, un sostenitore in più e lo si caccia via su due piedi?

PS: e intanto proprio oggi si celebrava il Safer Internet Day. Oh, the irony.

lunedì 7 febbraio 2011

GENERAZIONE DI FENOMENI

Corriere.it riprende oggi un reportage di MTV che parla della Generazione Facebook, ossia quella fascia di età critica eppur iper-connessa. In tre minuti circa ci racconta la storia di tre ragazzine alle prese con problemi esistenziali come ad esempio commentare Uomini e Donne su Facebook. Ecco, non serve spiegare altro: il video si chiama Secchione e Reginette, ed è lo specchio di una situazione molto, ma molto più comune di quanto si possa immaginare. Buona visione.

domenica 6 febbraio 2011

VERITA' SCOMODE

Sembra l'ennesima storiella o barzelletta da raccontare, invece pare sia tutto vero. E' da leggenda metropolitana (o da manuale della comicità) il rapporto tra uomini/donne e rispettive suocere: a palesare l'odio, tuttavia, si rischia grosso. Se lo si fa sul vostro social network preferito, poi, la frittata è fatta. Su Repubblica.it compare la divertente (a suo modo) notizia: una donna ha definito sua suocera su Facebook "una vecchia strega" e l'ha minacciata di morte dopo aver appreso l'intenzione dell'anziana signora di trasferirsi (da lei, ovviamente). La suocera non ha perso tempo e dopo aver saputo dei cattivi intenti (anche lei su Facebook? Non mi stupirebbe...) ha fatto scattare la querela per diffamazione e minacce. Ora, credo che il casus belli non sia la minaccia di morte, quanto la definizione di vecchia strega. Così, a senso. Non giungono conferme, ma pare che la suocera si sia vendicata e abbia pubblicato una nota ufficiale a riguardo. Si scherza, eh, ma il procedimento penale è bello vero...e tutto per il solito commento di troppo. Magari vero, ma sempre di troppo.

sabato 5 febbraio 2011

PUBBLICITA', UN PROGRESSO

Semplicemente fantastica l'immagine trovata su un post che tratta dello splendido connubio tra pubblicità e minimalismo, un binomio apparentemente impossibile ma che regala in realtà perle comunicative accattivanti e di grande effetto. E come non citare la campagna di sensibilizzazione alla lettura che gioca sul nome del vostro social network preferito, e che con l'aggiunta di una sola lettera in realtà fa emergere una sacrosanta verità? Un libro è meglio di uno status update? Let's face the truth!
L'immagine? La trovate qui.

martedì 1 febbraio 2011

SEAL THE DEAL

Non potete fare a meno di controllare gli aggiornamenti sulla vostra bacheca? Avete una vera e propria ossessione da status update? Facebook sul vostro cellulare fa decisamente al caso vostro. Fermo restando che i numeri di Internet in mobilità stanno crescendo vertiginosamente (e per molti Internet sul cellulare è sinonimo di Facebook-sul-cellulare), va detto che il fenomeno si lega fortemente ai servizi di geolocalizzazione, che saranno anche cool, ma magari qualche problemino di privacy lo possono anche dare. Bene, è arrivato ora il momento di far abboccare il pesce all'amo: ultima "innovazione" di Facebook è rappresentata da Deals, una funzionalità aggiuntiva che segnala in tempo reale la presenza di offerte negli esercizi commerciali nei paraggi. Basta un check-in in un determinato luogo e Deals vi fornirà (eventuali, sia chiaro) offerte in corso: ad esempio, segnala Wired.it, nei paraggi vi offrono un caffè. Ah però, un caffè. Non male come offerta: ma gentilmente ringrazio e rifiuto. Troppi caffè fanno male, e poi preferisco la cara vecchia newsletter relativa a qualcosa che davvero mi interessa. Voglio dire, il modo per fare affari grazie ad Internet esiste già, e basta solo un indirizzo e-mail, non una caterva di dati personali. E' proprio vero: negli anni zero il commercio - vendi l'anima e compri illusioni...