mercoledì 23 marzo 2011

PUBBLICA L'OPINIONE

Con un bacino di utenza di 600 milioni di iscritti reali (e quindi milioni di gusti e/o attitudini e/o modi di fare e/o essere, tutti buoni per bombardarvi di pubblicità) vien quasi da pensar male se si ipotizzasse un uso ingannevole dei modi di fare totalmente massificati sul vostro social network preferito. E invece spesso a pensar male ci si prende, visto che un "pezzo" di Riccardo Meggiato su Wired.it parla proprio della possibilità, da parte dei piani alti del potere e delle famigerate stanze dei bottoni, di "controllare" l'opinione pubblica a proprio piacimento creando ad hoc dei profili realistici (ma non reali) il cui compito è quello di "spostare" letteralmente il trend d'opinione verso lidi desiderati. Inutile rimarcare il potenziale che possono avere queste campagne: tra le tematiche ipotizzabili si fa presto a pensare alla politica, all'economia, al marketing o alle "semplici" campagne di contro-informazione. Il mezzo utilizzato per queste operazioni? Nell'articolo dell'edizione online del Guardian si parla di non specificati social media, quindi senza dare la colpa a questo o quel social network diciamo che si potrebbero ipotizzare un paio di possibili forti indiziati. Diciamo Twitter? Naah, pare che i potenti non siano così capaci (e - pare - non solo su Twitter). Nessun'altra idea?

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