mercoledì 3 ottobre 2012

COMPRA, VENDI, REGALA

E' tutta una questione di soldi, c'è poco da fare. Un'azienda come Facebook genera introiti diretti, indiretti, volontari e involontari, e parliamo di cifre abbastanza importanti. In un certo senso il vostro social network preferito vi compra, nel senso che vi offre questa (fantastica) opportunità di creare il vostro orticello digitale da coltivare con post, commenti, immagini, like e tag vari. Senza chiedervi nulla in cambio? Beh, proprio gratis non è, nel senso che tutti i dati inseriti si trasformano in una vera e propria risorsa che FB può vendere ad inserzionisti e compagnie varie perché di fatto si tratta di profilazioni che in termini di marketing sono quanto di meglio le aziende possano ottenere. Sui metodi di vendita dei dati date un'occhiata a quest'ottima lettura tratta da Il Post, mentre sulle tecniche di monitoraggio degli acquisti attraverso l'analisi delle pubblicità segue a ruota un altrettanto valido articolo su Wired.it (attenzione al passaggio in cui dai dati virtuali si passa al monitoraggio reale, quello relativo agli acquisti "fisici": basta incrociare alcuni dati e il gioco - anzi, l'affare - è fatto).
Mancherebbero i regali. Beh, con tutti le informazioni che si regalano su Facebook si potrebbe anche chiudere qui. Invece no: dimenticate i presenti virtuali che si potevano fare in passato, ora con Facebook Gifts si potrà scegliere un regalo per gli amici senza dover uscire dalle pagine in blu. Si tratta di regali veri, di oggetti autentici: come può un sistema informatico capire cosa piace o non piace ad un determinato utente? Beh, la risposta è abbastanza scontata: non mi sorprenderebbe se la gamma di regali per un determinato iscritto risultasse assolutamente azzeccata, poiché basterà scorrere algoritmicamente tra gradimenti e commenti per interpretare con ragionevole certezza il regalo perfetto. E qui non si parla di pubblicità mirata basata su ricerche (altrui) precedenti o della funzione wishlist ormai molto apprezzata su diversi portali di e-commerce. Queste ultime mostrano risultati in base a scelte volontarie dell'utente, mentre nel caso di Facebook si potrebbe andare (ben) oltre il concetto di volontarietà, abbracciando in toto quella dell'interpretazione mirata. E' questo lo scenario del futuro?

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