venerdì 17 agosto 2012

CI POSSIAMO (RI)CONOSCERE?

L'era Grande Fratello varca ogni giorno una soglia sempre più potenzialmente pericolosa, e il confine stabilito da noi utenti tra comportamenti volontari e (semi)involontari si fa sempre, sempre più labile. Del riconoscimento facciale automatico da parte di Facebook si è già parlato in passato (d'altronde si parla sempre del libro delle facce, no?): c'è ora chi si spinge oltre, provando a monetizzare la propensione degli utenti ad essere sbattuti come il mostro in prima bacheca. Ad onor del vero la possibilità di fare affari con FB è cosa nota, e forse è ancora più inquietante che un'azienda esterna al vostro social network preferito abbia ideato un'applicazione in grado di riconoscere automaticamente il volto di persone (vere) che entrano in locali (veri) per proporre loro sconti a misura di utente, previo login a Facebook, ovviamente. Facedeals è la nuova frontiera del commercio, a metà fra l'offerta del piazzista e un film di fantascienza. Dareste il consenso al trattamento dei vostri (preziosi) dati in cambio di un'offerta speciale? In fondo, c'è chi vende l'anima al Diavolo per molto meno...

sabato 11 agosto 2012

GRUPPI DI PROTESTA

Tempi duri per gli appartenenti ai gruppi sul vostro social network preferito (cioè il 99,99% periodico degli utenti, a senso). Questa particolare e diffusissima caratteristica del social ha già creato qualche polemica nel tempo, e sembra normale che all'introduzione di una anche minima modifica nelle condizioni d'uso si scateni il solito vespaio. Due le notizie passate(mi) in questi giorni: a quanto pare gli utenti che effettuano una qualsivoglia attività sui gruppi ai quali sono iscritti sono letteralmente monitorati (beh, e dov'è la novità, vien da dire) con tanto di orario preciso relativo all'ingresso nel gruppo. Insomma, è l'obolo da pagare per dimostrare l'attaccamento alle proprie passioni su FB...ma non è tutto. Pare anche che le pagine fan non se la passino tanto bene, soprattutto per quelli che sperano di condividere contenuti senza passare dalla cassa. Un nuovo algoritmo, infatti, "costringe" gli utenti a dover passare da post che garantiscono visibilità assicurata, ma a pagamento. A quanto pare, qui l'obolo è assolutamente reale.
Ovviamente lo sdegno tra gli utenti FB è alle stelle: si chiedono, infatti, perché dovrebbero pagare su un social network o perché si dovrebbe veder bistrattata così tanto la propria privacy. Domande legittime: peccato che stiano parlando del medium sbagliato. Fortemente sbagliato.

mercoledì 8 agosto 2012

PROFIT AND... LOSSE

Lavorare per il nemico: non so quanti lo farebbero, ma v'è ragionevole certezza che in molti la cosa possa dare una soddisfazione impagabile. Chi poi il nemico sia reale o immaginario, che sia il capoufficio (sì, spesso nemico finisce col diventarlo) o magari un brand non proprio amato, sono dettagli. Ma dev'essere questa la sensazione che ha provato una ormai ex dipendente di Facebook, Katherine Losse, la quale ha chiuso definitivamente con FB per dedicarsi ad una nuova vita in cui i social network non trovano assolutamente spazio. E dire che questa donna negli uffici del vostro social network preferito aveva fatto carriera: partita con mansioni di assistenza, è finita col diventare nientedimeno che la ghostwriter di Mr. Facebook in persona. Insomma, un ruolo delicato e di responsabilità al servizio di uno degli uomini più influenti del pianeta, virtuale e non.
E poi? Poi evidentemente la Losse ha capito che stava perdendo qualcosa (pun intended, non potevo esimermi dal farlo), vale a dire il contatto reale con le persone. Vedeva la sua vita e quella degli altri troppo dipendente da un sito che monetizza attraverso le informazioni altrui, troppo dipendente da bacheche, post, commenti, like, e ha deciso di dire basta. Insomma, FB avrebbe potuto darle ricchezza e fama, ma a costo della propria identità, in tutti i sensi. E allora via, Katherine ha mollato tutto, ha venduto le azioni FB in suo possesso (lo vedi che il nemico dà le sue soddisfazioni?) e si è ritirata in un paesino in cui il cellulare fatica ad avere campo. Ora cerca vere persone, o meglio: persone vere. Ricerca difficile, ma in questo caso potrebbe solo guadagnarci.