martedì 29 marzo 2011

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

Che su Facebook si venda di tutto l'ho appena finito di dire, ma quando si arriva al punto da considerarlo un canale esclusivo di vendita allora è proprio Internet ad avere un problema. Dimenticando probabilmente di avere già un sito-vetrina, e invece di attirare potenziali clienti sui siti ufficiali, la Dacia (rinomata marca di automobili) ha "messo in vendita" due dei suoi modelli di punta in versione esclusiva in concomitanza con l'apertura di una nuova fan page dedicata alla sua Duster. Cosa fare per accaparrarsi questi imperdibili modelli? Niente di più semplice: come riportato su Repubblica.it, basta "gradire" la pagina Facebook delle due auto, inserire i propri dati (che bello scambio di informazioni a terzi, complimenti...) e ottenere il diritto di acquistare queste due automobili (acquistare, non regalare, sia chiaro). Ottima strategia di marketing, a pensar male sembra che un'azienda ti costringa a lasciare (ulteriori) dati sul vostro social network preferito, saltando a piè pari i canali ufficiali di trasmissione di informazione. Ma d'altronde se si sceglie di chiamare una macchina con un nome che richiama l'idea di uno strofinaccio... (Anche se è in buona compagnia!)

PS: e sono 300 post...

domenica 27 marzo 2011

MI VENDO!

Neanche Renato Zero avrebbe potuto immaginare uno scenario simile, questo è sicuro. Eppure all'alba del nuovo millennio quel grande mare chiamato Internet diventa una vetrina per mettere in vendita di tutto, anche se stessi. Sia chiaro, già in passato la Rete ci ha regalato inserzioni più o meno strambe, provocatorie, disperate, vendicative (e interessanti....): ma quale mezzo migliore per vendersi o affittarsi se non il proprio profilo Facebook? Deve aver pensato proprio questo Mattia D'Aura aka Superdenso, giovane art director che ha pensato bene di rendere il suo profilo personale uno spazio pubblicitario pronto ad accogliere le richieste di marketing più assurde (come se non bastasse la pubblicità - anche "particolare" - che vi tocca sorbire). La sua, sia chiaro, è una vera e propria provocazione, sperando che qualcuno colga il messaggio. Ecco, speriamo che qualcuno colga il messaggio, ma forse è troppo in profondità: quel che conta davvero per molti è quel che si trova in superficie, magari con un bel tag o un bel like vicino.

mercoledì 23 marzo 2011

PUBBLICA L'OPINIONE

Con un bacino di utenza di 600 milioni di iscritti reali (e quindi milioni di gusti e/o attitudini e/o modi di fare e/o essere, tutti buoni per bombardarvi di pubblicità) vien quasi da pensar male se si ipotizzasse un uso ingannevole dei modi di fare totalmente massificati sul vostro social network preferito. E invece spesso a pensar male ci si prende, visto che un "pezzo" di Riccardo Meggiato su Wired.it parla proprio della possibilità, da parte dei piani alti del potere e delle famigerate stanze dei bottoni, di "controllare" l'opinione pubblica a proprio piacimento creando ad hoc dei profili realistici (ma non reali) il cui compito è quello di "spostare" letteralmente il trend d'opinione verso lidi desiderati. Inutile rimarcare il potenziale che possono avere queste campagne: tra le tematiche ipotizzabili si fa presto a pensare alla politica, all'economia, al marketing o alle "semplici" campagne di contro-informazione. Il mezzo utilizzato per queste operazioni? Nell'articolo dell'edizione online del Guardian si parla di non specificati social media, quindi senza dare la colpa a questo o quel social network diciamo che si potrebbero ipotizzare un paio di possibili forti indiziati. Diciamo Twitter? Naah, pare che i potenti non siano così capaci (e - pare - non solo su Twitter). Nessun'altra idea?

venerdì 18 marzo 2011

ALIMENTARE, WATSON...

Che le giovani generazioni d'oggi abbiano radicalmente cambiato il loro modo di approcciarsi col mondo rispetto  alle classi precedenti è un dato di fatto, e la cosa ovviamente non rappresenta forzatamente un aspetto completamente positivo. L'ennesimo studio scientifico che vede come protagonista Facebook è stato condotto da un gruppo dell'Università di Haifa: oggetto dello studio, il comportamento nel tempo libero di adolescenti tra i 12 e i 19 anni.
I risultati? Le ragazze bombardate in continuazione da finti modelli fanno le finte modelle, e il loro obiettivo diventa quello di essere simili in tutto e per tutto ai loro perfetti idoli. Ne risulta una maggiore propensione verso disturbi alimentari come anoressia o bulimia, nonché una perdita dell'autostima e della fiducia nel proprio io (ma come, non era il contrario?). Si dirà: d'accordo, ma cosa c'entra il vostro social network preferito in tutto questo? Riporto le parole esatte dell'articolo apparso su Corriere.it: "Perché è comunque una comunicazione falsata. Non c'è un vero contatto umano". Non c'è neanche bisogno di aggiungere altro.

giovedì 17 marzo 2011

COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI

Scordatevi i cari vecchi pomeriggi passati a sentire frasi del tipo "suo figlio è bravo ma non si applica" e frasi fatte del genere: il rapporto tra genitori e istitutori è tutto nuovo, e spesso l'interazione ha luogo -guarda caso- sul vostro social network preferito. Prendiamo questo screenshot: un ragazzino (Brad) sente il dovere di commentare in tempo reale la poco divertente lezione della Professoressa Wallace (seguono like, ovviamente); l'insegnante riceve lo status update dell'annoiato studente e rimarca sulla sua bacheca pubblica non solo l'amicizia virtuale tra i due, ma "convoca" virtualmente i genitori del ragazzo (anch'essi presenti su Facebook, ça va sans dire) per riferire a proposito dell'atto di indisciplina verificatosi. Ovviamente non può mancare il commento in tempo reale di qualche amico (Nicholas) dello sgamato (chissà, un compagno di classe anche lui su Facebook tramite cellulare?), e ovviamente non può mancare la subitanea risposta della madre del ragazzo (Ann) che si scusa con l'insegnante e annuncia provvedimenti drastici nei confronti dell'ineducato pargolo (seguono like a profusione, ovviamente). Il tutto alla luce del sole virtuale di Facebook. Wow.
La cosa può puzzare di fake, ma non mi stupirebbe affatto se fosse dannatamente vera. La prova? Eccola.



PS: Sì, ma anche l'insegnante non dovrebbe essere su Facebook durante le lezioni. O no?

martedì 15 marzo 2011

MI PIACE LA FAMIGLIA

Alcune volte nel raccontare storie che si legano a Facebook si rasenta il grottesco, vuoi per un avvenimento vuoi per un altro. Questo, a suo modo, non fa eccezione. Sentite qua: tra i tanti progetti artistici disseminati su Facebook mi imbatto in un vero e proprio mini-show di 8 puntate che narra di una famiglia alle prese con i tempi moderni, e nello specifico del rapporto proprio con FB. Intitolata The Scrimms, si articola in 8 puntate nelle quali si parla del difficile rapporto tra persone, relazioni familiari, sociali e virtuali, il tutto condito da un'insana paura di veder invasa la propria privacy sul vostro social network preferito (paura più che lecita). Una sorta di Famiglia Benvenuti del Duemila, insomma. Bene, benissimo, mi vien da pensare: sarà la tipica forma che mescola entertainment a momenti di pura riflessione (ammesso che tutti colgano questa sfumatura). Guardarla non costa niente, apparentemente. E invece no: The Scrimms è "in onda" solo su Facebook, e per poter assistere alle puntate occorre "gradire" la pagina dedicata e mettersi comodi. Non-ci-credo. Alla faccia della paura per la propria privacy. A predicar bene siamo tutti bravi....

lunedì 14 marzo 2011

SPECIE IN ESTINZIONE

Nello specifico, si parla di una merce sempre più rara in circolazione: i non-iscritti a Facebook. Dunque, capita che addirittura i soggetti a rischio di vita non scampino a quella che sembra sempre più una tortura volontaria: la rubrica di Wired.it dal nome A Panda piace... stavolta si occupa di social network, e nello specifico del vostro social network preferito. Un mini-racconto in cui Panda si districa tra spam e notifiche, iscrizione a (utili?) gruppi e commenti non sempre opportuni o persecutori. Insomma, il campionario completo del tipico utente di Facebook. E a questo punto mi vien da pensare: a Pa', ma sei sicuro che ti piaccia davvero? 

domenica 13 marzo 2011

IL TERZO INCOMODO

Che il mondo digitale nasconda insidie radicate in profondità non è una novità: il problema, tuttavia, risiede nel far sì che un uso corretto possa far affiorare gli aspetti positivi rispetto alle potenziali conseguenze negative. Non c'è giorno (soprattutto in Italia) che gli organi di informazione non ci delizino con intercettazioni telefoniche per questo o quel personaggio più o meno pubblico: segno che ovunque ci si trovi, il rischio che ci sia un terzo ascoltatore è piuttosto elevato. Pare anche che la cara, vecchia intercettazione sia ormai obsoleta: la nuova frontiera è rappresentata da Facebook, e la cosa è stata rivelata in modo poco velato. Candidamente, il procuratore capo di Bari ha affermato senza mezzi termini che Facebook è ancor meglio delle intercettazioni telefoniche, poiché - in combo con i sistemi di geolocalizzazione come Places - si ottengono informazioni geograficamente precise e contenutisticamente inconfutabili senza addirittura ricorrere alla lenta burocrazia delle autorizzazioni giudiziarie. Il procuratore illustra i successi di questo nuovo mezzo per la risoluzione di numerosi casi legati a casi giudiziari, e sdogana di fatto questa procedura come strumento al passo coi tempi per l'attuazione di una vera e propria Giustizia 2.0. Giusto? Sbagliato? Non è questo il punto: ma siccome le notizie non vengono mai sole, senza andare troppo lontano nel tempo, si scopre che una situazione correlata ha avuto luogo non più tardi di ieri. D'altronde è il vostro social network preferito, ma anche quello preferito da chi vuol scoprire le vostre cose, che vi piaccia o no.

giovedì 10 marzo 2011

UNA TELEFONATA? TI ALLUNGA LA VITA

Avevo una serie di notizie interessanti sul vostro social network preferito, ma poi parafrasando uno spot di qualche tempo fa ho pensato fosse un dovere morale dover riportare questo screenshot di TheArtOfTrolling (una bibbia per capire il vero senso della Rete) che si combina perfettamente con un altro must del Web, ossia le mitiche Yahoo Answers (un vero e proprio fenomeno oggetto di serissime analisi - [just press play]). La domanda è seria, la risposta è tanto sibillina quanto vera. E dovrebbe far riflettere generazioni intere...


Il vero problema è che i telefoni d'oggi si collegano facilmente anche a Facebook!

giovedì 3 marzo 2011

LA STIMATA RICERCA

Ogni tanto mi meraviglia la caratura di certi studi scientifici (o presunti tali): se poi questi riguardano il vostro social network preferito, beh, allora la faccenda si fa ancor più particolare (ma non sarebbe il primo studio su Facebook: si trova qualcosa qui ma anche qui). Sentite quest'ultima: Facebook aumenta la self-esteem. Wow, chissà su quale criterio scientifico si basa questa ricerca: sicuramente Facebook avrà ottenuto mega-punteggi in comparazione a - che so - Twitter o Myspace. E invece pare che la scienza abbia tracciato un nuovo confine: sono stati analizzati i livelli di autostima di tre gruppi sottoposti ad un test dopo essere stati di fronte ad un computer. Benissimo: peccato che solo un gruppo avesse la possibilità di navigare tra le pagine del proprio profilo Facebook, mentre un altro gruppo si trovava di fronte allo schermo di un computer spento (sì, SPENTO) mentre altri fortunati si sono ritrovati davanti ad uno specchio collocato davanti allo schermo stesso. Risultato? I livelli di autostima più elevati sono risultati quelli relativi al gruppo che ha navigato sulle pagine FB. Davvero? Non me lo sarei mai aspettato... Facebook tira più di uno schermo spento (notoriamente un'esperienza eccitante) e ad uno specchio che rivela solo chi sei, ma non permette di farti i fatti degli altri. Così è un tantinello facile fare scienza, no? Sembra un po' come una gara tra una Ferrari, un triciclo e una Duna. Secondo voi chi vince?

mercoledì 2 marzo 2011

CANCELLA IL TRIANGOLO

La domanda è: può una notizia del genere meritarsi un titolo e uno spazio del genere? D'accordo che bisogna accontentare il lettore medio, ma a volte si passa il limite. La news, apparsa su Lastampa.it, riguarda uno degli imperdibili eventi che hanno luogo nell'edizione del Grande Fratello, ma riguarda anche Facebook (toh, Grande Fratello e Facebook, che coincidenza): pare ci sia un triangolo amoroso tra due lui e una lei, credo concorrenti del reality. Ma occhio alle espressioni che vengono utilizzate: già il titolo, Szilvia ha cancellato Andrea da FB, è da pura censura: che interesse volete che abbia una notizia del genere? Ma sono i veri dialoghi riportati a far venire i brividi, e fanno capire come il mondo ormai sia "FB-centrico": da ricordare espressioni come Ma come fai a dire che non sapevi che lei stava con me visto che su Facebook c'è scritto che lei è "in relationship with" me? e Non esisti neanche sul Facebook di Szilvia [deduco che dunque per questo motivo una persona non esiste affatto...]. E poi, giusto per dare un tocco di classe al tutto, la vicenda finisce addirittura sul programma Mattino Cinque, durante il quale si apre addirittura una busta a mo' di notaio o atto ufficiale e, sorpresa sorpresa, compare addirittura una stampa della pagina Facebook della signorina e, udite udite, ecco la prova schiacciante: il nome di uno degli amanti non compare nella lista amici. Come ho fatto a vivere senza questa notizia prima d'ora? E come farà a continuare a vivere il povero amante cancellato dal profilo Facebook della sua donna? Che bella l'informazione di qualità in cui si parla delle ossessioni altrui.