giovedì 28 febbraio 2013

AL-DI-LA' DELLA TERZA ETA'

Esiste un limite d'età per iscriversi al vostro social network preferito, e tale barriera è stabilita probabilmente per preservare o quantomeno per non esporre a determinati rischi una fetta di utenza molto sensibile, ossia quella dei bambini e primi adolescenti. Che poi tale limite sia facilmente aggirabile attraverso la comunicazione di una data di nascita falsa, beh, questo è un problema le cui colpe forse sono da cercare non solo nel ragazzino "ansioso" di voler essere iscritto a tutti i costi a FB, ma altrove. Lo stesso problema, tuttavia, attanaglia un'altra fascia di età particolare, quella degli ultracentenari. Non credo che questi siano i casi in cui serva il permesso dei genitori per l'iscrizione, fatto sta che se si è oltre gli anta, anzi i (c)ento tecnicamente non v'è la possibilità di poter dichiarare la propria età reale. O meglio, non v'era tale possibilità fino a che una arzilla signora, evidentemente desiderosa anch'ella di dire la sua sugli ultimi risultati elettorali italiani (anche se è statunitense: ok, era per dire), ha inoltrato richiesta formale agli uffici di Facebook affinché nel menu a tendina dell'anno di nascita comparisse anche il suo bel millenovecentootto (!). Detto, fatto: (bis)nonna-FB è ora lieta di poter intrattenere conversazioni con i suoi amici - ammesso che siano ancora su questa terra, beninteso - e di poter dichiarare tutte le sue primavere alle spalle.
E non pensiate che si parli di un caso isolato: non saranno tutti ultracentenari, ma la terza età si fa sempre più digitale. Siamo un paese (di e per) vecchi, e lo dimostra anche l'aumento di iscrizioni delle persone diversamente giovani. Ci si attende anche un boom di iscrizioni dopo la pubblicazione di uno studio che afferma che gli over 65 iscritti a Facebook possono vantare un aumento delle capacità cognitive del 25%. I motivi alla base di questa evoluzione neurale sono da riscontrarsi nella capacità degli iscritti di intrattenere relazioni che altrimenti non avrebbero: insomma, pare che Facebook possa sostituire a tutti gli effetti la visita domenicale dei nipoti all'ospizio. E se alla fine dovremo fare un po' tutti i conti con il logout da questa Terra non preoccupatevi: la vostra eredità digitale è già scritta, e il sostituto pronto per fare le vostre veci. Già, perché esistono un paio di servizi Web per far sì che le vostre bacheche siano per sempre: con DeadSocial si potranno scrivere le ultime volontà digitali e pubblicarle solo dopo la propria ehm, dipartita sui principali social network. Ma lo strumento forse più inquietante è LivesOn, ossia un sistema che impara dai vostri status update e tweet il vostro stile sintattico & lessicale nonché i vostri gusti, preferenze e like per continuare a postare e cinguettare anche dopo il proprio ehm, trapasso. Insomma, non c'è più neanche l'autenticità di poter dire la faccio finita, perché un sistema automatico potrebbe continuare a messaggiare per conto nostro: chissà che cosa penserà a riguardo l'arzilla signora ultracentenaria. Si potrebbe scriverle via Facebook, sperando che la risposta sia davvero la sua. Sapete, gli scherzi dell'età...

martedì 19 febbraio 2013

TEMPIO AL TEMPIO

Venerate Facebook al punto da considerarla una vera e propria religione? Credete che Mr. Facebook sia la vostra unica divinità di riferimento, colui che tutto può, tutto fa e tutto pubblica? Beh, evidentemente non siete i soli, visto che in India si può idolatrare il vostro social network preferito in un tempio. No, sul serio. D'altronde, di fedeli questa congregazione ne conta più di un miliardo: ora bisogna solo capire se i sacramenti siano validi anche facendo un login dal proprio computer di casa e se questa particolare "religione" garantisca la diffusione eterna dei propri dati anche in caso di estinzione (del profilo, s'intende).

giovedì 14 febbraio 2013

I PREDICT A RIOT

Il riferimento obbligato è ad un post di qualche mese fa, ma la sostanza è differente. Stando alla sua presentazione, Riot è un software dal potenziale socio-digitalmente devastante: si tratta in pratica di un programma in grado di scandagliare l'esistenza digitale degli utenti dei social network, elaborando e incrociando dati e informazioni inseriti spontaneamente dagli utenti stessi. Aggiungeteci la possibilità di geolocalizzare questi dati e il gioco (ossia il profilo preciso al centimetro quadrato) è fatto.
Immaginate ora i possibili acquirenti di un programma del genere: (come al solito) avrete l'usuale rovescio di una medaglia sempre più luccicante da un lato e sempre più arrugginita dall'altro.

lunedì 4 febbraio 2013

TERZO GRADO

Qualche giorno fa, in quella che può essere definita una delle capitali mondiali dei meeting, ossia Bruxelles, si è tenuta un'interessante conferenza riguardante le sempre più importanti tematiche relative alla protezione dei dati personali e alla privacy digitale. La Computers, Privacy & Data Protection Conference è stata l'occasione (anche) per "tartassare" un po' i responsabili europei sulle questioni riguardanti la privacy del vostro social network preferito. Ovviamente non potevano mancare i temi "caldi", partendo dal nuovo motore di ricerca fino al riconoscimento facciale, non dimenticando tutti quei metodi che in un modo o nell'altro possono trasformare l'esperienza su FB in una ritorsione verso gli utenti. Val la pena leggere le risposte che vengono fornite in materia: è l'occasione per provare ancora una volta a capire in che mani (o server) finiscono tutte queste informazioni sensibili. Con una certezza fra le righe: noi Europei siamo abbastanza tutelati da mamma UE. Per Facebook, evidentemente, la "conquista" passa per altri continenti.

sabato 2 febbraio 2013

RIMBORSO...DI CLASSE

Ci sono almeno venti milioni di buoni motivi per tenere a mente la notizia secondo cui Facebook è stata "costretta" a risarcire i propri iscritti in virtù di una class action persa negli Stati Uniti. Calmi: prima di mettere le mani alle vostre tastiere o schermi a sfioramento rivendicando magari diritti che non stanno né in cielo né in bacheca, un paio di informazioni. Primo: il risarcimento (di venti milioni di dollari, appunto) è valido solo per gli utenti a stelle e strisce. Secondo: il risarcimento (di venti milioni di dollari, appunto) è valido per tutti gli utenti a stelle e strisce. Che, milione più, milione meno, sono circa centocinquanta (milioni, è stato detto?): ossia, pochi spiccioli a testa. La questione riguarda sempre la solita "spinosa" querelle per l'attribuzione della proprietà di foto e affini: secondo le regole di utilizzo in realtà il vostro social network preferito non dovrebbe sborsare un centesimo, ma evidentemente a inizio anno siamo tutti un po' più buoni e dalle parti di Palo Alto si è pensato di pagare la cifra (che, per inciso, è per Facebook l'equivalente di pochi spiccioli per un comune mortale). Ovviamente il rimborso sarà "elargito" secondo le condizioni dettate da Fb, e tra queste si prevede che in caso di un numero di richieste economicamente non sostenibile, l'intera somma non sarà frammezzata per il numero di utenti ma sarà devoluta in beneficenza. Ah, ottimo, signor Facebook: addirittura ha un cuore. I destinatari? Associazioni tutte incentrate sull'educazione digitale delle nuove generazioni, in linea di massima (pag. 5 e 6 di questo documento). In linea di massima magari si potevano scegliere cause più nobili, ma questa è un'altra storia, La classe, d'altronde, non è acqua.

venerdì 1 febbraio 2013

FEBBRAIO, PENITENZA: RESTO UN MESE SENZA...

Di ventotto ce n'è uno....forse perché il mese più corto dell'anno (sì, dev'essere così), ma si potrebbe seguire l'esperimento del buon Matteo per provare a vedere di nascosto l'effetto che fa (cit.). Un mese senza Facebook & Twitter: detto così può sembrare una cosa fattibile, fattibilissima, ma per molti può non essere così scontata la rinuncia a certi siti, vostro social network preferito in testa. Certo, potreste trovare valide alternative, ma se proprio volete misurarvi con voi stessi, raccogliete il guanto di sfida, fatevi cambiare le password e magari (magari no!) vi incontrate nuovamente a marzo. Febbraio è iniziato: in fondo, passa presto. Tutti gli altri ne han trentuno.