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lunedì 15 marzo 2010

IL VICINO DELLA PORTA ACCANTO

Sembra il titolo di un film, e invece è l'ennesimo caso di quanto una cattiva "amicizia" porti a spiacevoli, drammatiche conseguenze. Il Sun racconta la storia di Sarah, una ragazza inglese (minorenne) che un giorno riceve una richiesta di amicizia dal compagno della sua vicina di casa, presso cui la ragazza svolgeva attività di baby-sitter di due bambini. L'uomo, un ventinovenne, ha cominciato a comunicare con lei in maniera sempre più insistente tramite il vostro social network preferito, riuscendo (facilmente) a comunicare con lei via cellulare, poiché il numero era inserito nel profilo della ragazza. Un giorno, Martin (questo il nome dell'uomo) chiede a Sarah di fare una passeggiata, anche per chiarire quell'insistenza "mediatica" nei suoi confronti. Approfittando di una zona poco frequentata, Martin non ha esitato ad abusare di lei. La ragazza, sotto shock, ha preferito non raccontare l'accaduto, poi ha ceduto e ha rivelato tutto alla polizia. Per poi finire in posa sulle pagine di un quotidiano nazionale, aggiungo io, ma questa è un'altra storia.
Insomma, un'altra triste storia, e ancora una volta il concetto di amicizia che corre lungo un confine sottile. D'accordo, qualcuno potrà obiettare dicendo che in fondo la ragazza conosceva l'uomo: in effetti tutto ciò è vero, se non fosse che nell'articolo lei specifica chiaramente che i contatti con quell'uomo (prima della richiesta di amicizia) si limitassero ad un cordiale "Buongiorno e buonasera". Abbastanza per accettare una richiesta d'amicizia e rivelare i propri dettagli?

mercoledì 22 dicembre 2010

CHIAMATE UN DOTTORE...ANZI, DIVENTATE AMICI!

L'ho detto più volte in queste pagine: l'ossessione da amicizia porta a "dover" accettare richieste di legame digitale con persone che nella vita reale sono solo componenti del vivere civile, semplici conoscenti, persone di passaggio. Invece un'amicizia su Facebook vivrà fino a che il tuo profilo sarà attivo, perché è sgarbato eliminare le persone dalla propria lista amici, vero? Ne sa evidentemente qualcosa una particolare categoria, quella dei dottori (no, non i laureati semplici, intendo i medici), alle prese con imbarazzanti richieste di amicizia da parte dei propri pazienti. Oh, questi sono studi seri, visto che il Journal of Medical Ethics ha pubblicato i risultati di un'indagine volta a spiegare come il tradizionale rapporto medico-paziente si stia evolvendo verso nuovi comportamenti - non necessariamente positivi - legati proprio a questo eventuale rapporto di amicizia 2.0. Dove si finirà? Ad effettuare diagnosi e a sciogliere prognosi via Facebook? E la prossima categoria da aggiungere agli amici quale sarà, quella degli autisti dell'autobus solo perché ti portano sul luogo di lavoro? E i casellanti autostradali e i macchinisti di treni, dove li volete mettere? Non vorrete far loro un torto...

lunedì 25 ottobre 2010

LA DURA LEGGE DELL'AMICIZIA

Avete profuso ogni vostro sforzo per avere una lista amici degna di tal nome? Avete fatto a gara con i vostri conoscenti per chi ha il maggior numero di amici? Che bravi che siete, siete davvero gli utenti perfetti del vostro social network preferito. Capita talvolta di imbattersi in ripensamenti (capita): colui il quale è amico oggi, non lo sarà domani. E' un peccato che FB dia la possibilità di cancellare qualcuno dalla lista amici, perché in questo modo non si dà la possibilità di selezionare davvero la propria cricca di persone care. Ma un lato positivo c'è, ed è prettamente linguistico: l'azione di cancellazione di contatti dalla lista amici ha prodotto un neologismo (o almeno un'evoluzione semantica) che, come già segnalato tempo fa, è ormai una parola di uso comune e con una valenza sempre più importante.
A parola nuova corrispondono anche comportamenti nuovi: ecco dunque che l'atto di unfriending su Facebook diventa proprio una sorta di arte con la sua precisa etica. Come segnala Corriere.it, riprendendo un articolo del New York Times, questa nuova dinamica sociale è addirittura oggetto di studi seri, tanto da diventare una vera e propria tesi di laurea alla University of Colorado, Denver (USA). Nel lavoro sono stati individuati i motivi per cui si rinuncia ad un'amicizia fino a quel momento evidentemente irrinunciabile: tra le possibili cause, la presenza troppo continua di commenti banali o divergenza di vedute in materia di temi "caldi" come religione e politica. Insomma, il vostro prossimo status update o il vostro prossimo commento postato con troppa superficialità potrebbero segnare la fine di un'amicizia virtuale. Fortunatamente per la rottura di una vera, invece, serve (ancora) qualcosa di più.

venerdì 12 giugno 2009

QUANTO VALE UN'AMICIZIA?

Sempre dal blog di Vincos apprendo una notizia che dovrebbe far riflettere. Tra le centinaia (ma che dico, migliaia) di (inutili?) applicazioni su Facebook ne segnalo una in particolare, creata da Burger King. Si tratta di "Whopper Sacrifice", un'applicazione che offre un panino...in cambio di dieci amicizie. Esatto, occorre "cancellare" 10 amicizie dal proprio profilo per poter ottenere un coupon valido per il celebre panino marcato BK.

Lo so cosa si pensa in questi casi: un'amicizia vale meno di un panino?
E' inesatto: un'amicizia vale meno di un decimo di panino.

PS: L'applicazione è stata disabilitata, ma Burger King è fiera di segnalare che il suo panino è valso più di 233.906 amicizie.
PSS: Non vi fate illusioni, il coupon era valido solo all'interno del territorio statunitense. Gli italiani rimarranno a digiuno...

mercoledì 24 giugno 2009

SE QUESTO NON E' SPAM....

Credo che questa mail sia arrivata un po' a tutti: è la mail in cui il gentile team di FB ci notifica che un nostro amico ci ha intimato...- ehm, volevo dire invitato - ad iscriverci al per niente invasivo social network. Se non ci siamo ancora iscritti (cosa rara, ma sapete, succede..) il secondo nostro amico che ci invita ci farà arrivare una seconda mail al nostro indirizzo. Sorpresa! Non solo verrà visualizzato il nome del nostro ultimo amico che smania di avere la nostra amicizia, ma il gentile team ci ricorda che anche l'altro nostro amico del primo invito aspetta impaziente che la sua richiesta di amicizia venga accettata. Terzo amico, stessa storia: X ti invita su FB, ma "ricordati che anche Y e Z ti hanno precedentemente invitato". Naturalmente, se la nostra "rete" di amici smaniosi si allarga, FB penserà bene anche di farti abboccare all'amo dicendoti anche "potresti conoscere anche queste persone", poichè effettuerà un controllo incrociato delle amicizie delle persone che mi hanno invitato. Il risultato? Questo (dati sensibili e foto sono ovviamente stati ritoccati : non sono mica Facebook, IO!):


Per dovere di cronaca, tra le persone che potrei conoscere (la parte in basso dei contatti), su sei, ne conosco effettivamente 4. Un'ottima media, direi: FB ha fatto bene il suo lavoro...
La morale di questa favola? Ormai non si può scampare all'occhio del Grande Fratello del Web, neanche se non si è iscritti, purtroppo. Perché FB deve essere proprietario anche del mio indirizzo email????????????

PS: Notare l'oggetto dell'email.. suona come una minaccia! (E RICORDA: 11 DEI TUOI AMICI DEVONO AGGIUNGERE UN AMICO ALLA SUA LISTA PERCHE' E' MOOOLTO COOL!)
E' anche bello notare come il mio provider di posta mi dia la possibilità di scegliere come contrassegnare questa mail: "Contrassegna come sicuro" o "Segna come indesiderato".. Dubbio amletico, eh?

domenica 27 dicembre 2009

EVOLUZIONE??

Fa piacere sapere che prima o poi la gente si accorge che Facebook NON è quel fantastico strumento su cui passare TUTTA la giornata alla ricerca dei fatterelli degli amici. E aprendo l'edizione odierna di Corriere.it, leggo un articolo in cui si parla dell'amicizia svuotata ai tempi di Facebook. Il concetto è stato sbandierato più volte in questo blog, proprio per sottolineare la perdita di valore di questo piccolo, grande concetto nell'era digitale, in cui basta il pulsante "Aggiungi" per avere un nuovo amico. E se è vero che molti utenti fanno letteralmente a gara per avere la lista amici più completa, è vero anche che il concetto di amicizia sta subendo una radicale trasformazione. Come riportato dall'articolo, infatti, si parla espressamente di "un'evoluzione, da relazione a sensazione". Evoluzione? Sicuri? Da dizionario, il concetto di evoluzione parla di "svolgimento graduale della società verso forme più progredite di vita e cultura". Ecco, appunto. Al massimo, possiamo parlare del suo antonimo, e ci ritroveremmo in pieno...perché (sempre citando l'articolo), più che 768 amici, dovremmo parlare degli amici 1024x768.

lunedì 21 febbraio 2011

RAPITO DALL'IMITAZIONE

Come spiegare ai posteri cosa sia (stato?) Facebook verso la fine della prima decade del Ventunesimo secolo? Si potrebbero citare centinaia di notizie a riguardo, e oggi ne incorporo due distinte che in realtà rappresentano un vero e proprio spaccato dell'utente medio del vostro social network preferito. La prima non riguarda tanto la vicenda "particolare" che ha vissuto una trentenne tedesca, ossia il rapimento in Colombia da parte di un gruppo di guerriglieri, quanto la successiva richiesta di amicizia su Facebook da parte di uno dei suoi rapitori. Con conseguente richiesta accettata, sia chiaro. Si può forse negare l'amicizia anche al tuo peggior nemico? Scherziamo?
La seconda notizia fa capo alla mania da foto artistica che deve campeggiare sul profilo di gente che si rispetti, pena il pubblico e virtuale ludibrio da parte della comunità di amici. La signora in questione vuol ricalcare una celebre foto di qualche tempo fa, ma trova l'alt da parte dello staff di Facebook che cancella l'immagine in questione per aver violato una delle norme del sito (che gli iscritti hanno accettato di rispettare, lo sapete?). Risultato? La signora è finita sul Sun (ovvio, aggiungo), osteggiando la politica di censura del sito e urlando qualcosa del tipo "Perché-Demi-Moore-sì-e-io-no". Beh, signora, con tutto il rispetto......anche se sul giornale è finita anche lei. Sarà contenta, no? Facebook l'ha fatta diventare famosa, e dire che di gente ossessionata come lei, lì fuori, ce n'è a secchiate!

giovedì 18 marzo 2010

I TUTORI DELLA LEGGE...CONTRO LA LEGGE

Diceva Machiavelli: il fine giustifica i mezzi. Giustissimo, aggiungo io. E quindi capita di leggere che (pare) l'FBI sia "infiltrata" in Facebook, sotto false identità, per scovare tra gli amici degli amici qualche pericoloso criminale da acciuffare. Quindi, dopo la CIA, anche il bureau statunitense approda in FB. Una richiesta di amicizia e il gioco è fatto: l'attrattiva di aggiungere un nuovo amico, anche se non lo si conosce (e a giudicare dall'undercover mission, i tizi per cui gli agenti si spacciano non esistono) è troppo forte, anche per chi ha qualche problemino con la legge e magari è "uccel di bosco". Per questo motivo non sorprende sapere che un boss della malavita sia stato beccato grazie alla sua frequentazione su Facebook: evidentemente, la mania da amicizia non conosce confini...
Si diceva però che l'identità nascosta e fasulla degli 007 (no, non quelli reali che hanno la moglie pettegola) è contro la policy di Facebook. In sostanza gli agenti, non dichiarando le loro vere generalità, stanno commettendo un illecito. Certo, come se tutti gli utenti dichiarassero il vero... quindi, un falso più, un falso meno, dove sta il problema? E poi, se serve per una buona causa, tanto meglio: in fondo, un finto amico in più è sempre cool, e il fine giustifica i mezzi...

martedì 2 agosto 2011

PIU' SICURI...IN MISSOURI?

Ciò che è legge non si discute ma si rispetta. Al massimo si contesta, ma si sa, carta canta e tocca uniformarsi alle disposizioni. Insegnanti di tutto il mondo, ascoltate: se capitate nel - o se vi capita una chiamata dal - Missouri occhio a non fare troppa amicizia con i vostri studenti, potreste infrangere le disposizioni federali. Il Senato dello stato ha infatti approvato una legge che, tra le altre cose, impedisce agli insegnanti di stringere amicizia (di usare responsabilmente, invero) con i propri studenti su siti e affini, social network compresi. La legge tra le altre cose impedisce il "contatto virtuale" anche con ex-studenti: insomma, meglio abbondare in certi casi per evitare di rischiare. C'è ragionevole certezza che questa legge sarà diligentemente rispettata, c'è da fidarsi. D'altronde, una legge è una legge...

sabato 20 marzo 2010

LA VACANZA IDEALE? SENZA AMICI...

No, questo blog non si è trasformato in un'agenzia di vacanze. E' semplicemente una deduzione logica: più amici tradisco, più remunerativo è l'affare. E quindi, dopo la formula "matematica" che stabilisce il coefficiente di "tradimento" su Facebook e l'iniziativa che equipara un'amicizia ad un panino, ecco una trovata simile. Come segnalato da LaStampa.it, una sorta di "concorso" promosso da NetDipendenza (per la dipendenza da FB cliccare qui) regala una vacanza in un agriturismo (rigorosamente senza connessione ad Internet, immagino) a chi fornirà la prova di aver eliminato il maggior numero di amici su Facebook. Contano anche le cancellazioni dai gruppi per concorrere al premio, sappiatelo. Chi è pronto al tradimento in nome di un'amicizia - o presunta tale - ?

lunedì 29 marzo 2010

L'ALGORITMO NON MENTE MAI

Volete sapere quale sia la verità dietro il sorpasso di Facebook (su base locale e settimanale, va detto) nei confronti di Google? La risposta è l'algoritmo del gossip. Esatto, un algoritmo, una regola matematica, e un algoritmo non mente mai! Se poi aggiungiamo che lo studio dietro questa formuletta è davvero serio, si può capire perché internet, di fatto, vada ormai in una certa direzione. La ricerca, afferma Corriere.it, è stata effettuata nell'ambito del Symposium on Discrete Algorithms: insomma, roba di un certo livello, basta il nome complicato per fidarsi. La teoria è che il gossip, ossia l'informazione di qualsiasi tipo, corre in rete secondo un criterio matematico, che al posto del passaparola via voce, viaggia e si diffonde nel Web con un semplice clic (il clic di condivisione, lo share this e simili, per intenderci). E questa diffusione, in linea teorica, si diffonde a tal punto che potrebbe arrivare in tutti i nodi digitali attraverso la capillarità dei contatti e delle reti di amicizia. Reti di amicizia, ho detto? Faccio 2+2: e quale miglior mezzo di diffusione del gossip se non il vostro social network preferito?

venerdì 16 settembre 2011

INTERROGAZIONI FUORI ORARIO

In un film di più di trenta anni fa (di un cinema che non c'è più) era la liceale a "incastrare" i professori. A distanza di tempo si invertono i ruoli, e anche e soprattutto i mezzi di comunicazione che portano ad imprevedibili "supplementi didattici". Per carità, non è la prima volta che succede una cosa del genere, però un supplente che chiede l'amicizia su Facebook a sue studentesse (quasi) maggiorenni di liceo arrivando a vere e proprie molestie (e gli screenshot delle conversazioni sono stati utilizzati come prova a carico) rappresenta una variazione ad un tema che dovrebbe far riflettere. No, non dal punto di vista morale o etico (ognuno può pensarla a proprio piacimento), quanto per via di alcune dichiarazioni e motivazioni alla base della vicenda. Innanzitutto l'atteggiamento del docente, il quale si comporta in modo sicuramente meno "abbottonato" perché Facebook non è come a scuola, è un'altra cosa (sì, è un'altra cosa, non necessariamente migliore). E, cosa forse più grave, la motivazione per cui le ragazze hanno accettato la richiesta di amicizia: perché non si può dire di no ad un professore temendo brutti voti. A malincuore, ecco dove può arrivare la mania da aggiunta amici: a dover condizionare la propria vita reale per via di un contatto "scomodo" ma che in qualche modo deve far parte del proprio network. Vien da pensare che in America allora non ci abbiano visto poi così male...

venerdì 20 novembre 2009

NEOLOGISMI 2.0

Se persino l'English Oxford Dictionary si "scomoda" a guardare nel campo dei social network per annunciare la parola dell'anno 2009, allora beh, i tempi cambiano. Non per forza in meglio, s'intende... Fatto sta che la Word of the Year stabilita dal prestigioso dizionario è unfriend. In pratica, come spiega Corriere.it, si tratta della procedura di rimozione di un contatto dalla lista "amici". Il che fa capire la valenza e il peso del concetto di amicizia (come nell'esempio dei lessicografici "Dopo aver avuto un litigio con il mio coinquilino, l'ho cancellato dalla mia lista amici di Facebook" -alla faccia dell'amicizia), visto che persino un panino val bene un presunto amico...

PS: Festeggio il centesimo post...un traguardo, certo, ma anche la consapevolezza di aver parlato (quasi) 100 volte di privacy invasa, di netiquette violata, di inganni, di psicosi collettive, di tormentoni... ma nel frattempo, il vostro social network preferito continua a mangiare identità altrui.

venerdì 18 gennaio 2013

MEMORIA "POSTOGRAFICA"

Siete fisionomisti? Beh, sappiate che nel breve periodo potreste rappresentare un'élite. Già, perché la nostra mente e la nostra memoria si trasformano con il passare del tempo, e l'Era Digitale ha (più o meno) stravolto i processi cognitivi, cambiandoli incontrovertibilmente: se questa sarà considerata evoluzione o involuzione, solo il tempo e le prossime generazioni potranno dircelo.
In attesa di scoprire i risultati di questa trasformazione, il presente ci dice che è più facile ricordare un post su Facebook anziché un volto o una citazione "classica" come quella di un libro. La ricerca è stata pubblicata su una rivista scientifica e condotta dall'Università della California, e i soggetti analizzati hanno mostrato una propensione al ricordo più dettagliato di quelle informazioni che si possono definire più "leggere" e che scorrono tra le bacheche del vostro social network preferito, indipendentemente dal livello di amicizia che intercorre tra i contatti. Allora è vero che l'uomo è un animale nato per il gossip? Sì e no, poiché più che memoria per i fatterelli, il post su Facebook ricalca quanto di più simile ci sia con le conversazioni quotidiane, cioè quelle più facilmente ricordabili. Insomma, un bel post vale più di un bel volto. Forse perché tendiamo a non vederci più in faccia.

venerdì 9 agosto 2013

LA CONDIVISIONE? NON "PAGA"

C'è poco da fare: in alcuni - in molti ormai, invero - la mania di condividere tutto a tutti travalica i confini di ogni buon senso e logica. Questione anche di genoma o di evoluzione (?) della specie umana, probabilmente. Ché condividere le cose farebbe anche bene, ma occorre criterio di scelta di contenuti e destinatari, altrimenti si rischia di sfociare nella banalità e nella pochezza, oltre che di subire conseguenze anche gravi. Il rapporto con il mondo di lavoro, ad esempio, è un esempio lampante: già in passato si è parlato di licenziamenti dovuti ad inadempienze correlate alle attività digitali dei lavoratori o addirittura di episodi in cui il vostro social network preferito diventa canale "ufficiale" per l'interruzione del rapporto di lavoro. E la condivisione di dati sensibili o di episodi lavorativi divertenti può essere fatta con tutte le buoni intenzioni di questo mondo, ma dall'altra parte dello schermo ci può essere qualcuno che non condivide - nel senso che non approva - la scelta e, con il coltello dalla parte del manico e un'inadempienza contrattuale da rivendicare, è pronto a citare un post o un'immagine per licenziare il lavoratore o la lavoratrice di turno. Due gli episodi accaduti negli ultimi giorni: il primo racconta di un impiegato di un noto negozio di New York che, evidentemente non pago della sua situazione, ha pubblicato su Instagram la foto della sua busta paga (ma con effetto artistico, altrimenti che la posti a fare?). Risultato? La foto del cedolino è arrivata dritta dritta sulla scrivania del responsabile delle risorse umane, il quale ha dovuto constatare l'inadempienza dell'impiegato in materia di divulgazione di informazioni aziendali. Nonostante si trattasse di un profilo privato, evidentemente l'uomo non ha privato dell'amicizia su Instagram qualche collega o superiore, e così è arrivato il licenziamento.
Il secondo episodio narra di un licenziamento duplice per via di un gruppo Facebook in cui gli addetti alle vendite raccontavano episodi divertenti relativi al (sempre particolare) rapporto con i clienti. Anche questa pagina è arrivata agli occhi del responsabile di turno che ha poi convocato gli amministratori del gruppo per comunicare loro l'interruzione del rapporto di lavoro. In realtà sembra misura troppo severa, soprattutto se gli episodi narrati non divulgano foto di persone ritratte senza autorizzazione o dati sensibili come nomi e cognomi. Ma tant'è, evidentemente il capo non ha tollerato certi atteggiamenti e le persone in questione hanno imparato la lezione a caro prezzo. Anche se, va detto, la loro frustrazione è quantomeno...condivisibile.

mercoledì 22 luglio 2009

CANI, PORCI & ROBOT

Esatto, si tratta delle categorie più presenti in Facebook. Come? Robot? Esatto, oltre alla normale marmaglia si aggiungono anche gli automi. E' il caso di Sarah Mobileiro, l'ultimo gioiellino virtuale di Microsoft. Si tratta di un sistema automatizzato "intelligente", capace di interagire con l'uomo in modo razionale. Quindi, questi robot potranno anche chattare con voi. -Wow, non aspettavo altro-. Il robot parlerà inglese e cercherà di comunicare come la maggior parte degli utenti FB, cioè spettegolando e cercando di carpire informazioni dalla rete di amicizie della persona con cui sta interagendo. In pratica, si comporterà come l'utente medio di Facebook...
Quindi, d'ora in poi, sappiate che se siete in astinenza da chat e non trovate nessuno online, potrete sempre chiacchierare con Mobileiro. Basta accettare la sua amicizia (il gesto umano più robotico e automatico che esista...): ah, e non fate gli splendidi spacciando Sarah Mobileiro per la vostra ultima conquista brasiliana....

Qui l'articolo completo tratto da Stampa.it

sabato 23 maggio 2009

C'E' POCO DA RIDERE...

Nonostante si tratti di un comico, si ride ben poco...


Da Repubblica.it di oggi:

Seduce una 13enne e finisce a San Vittore

S’incontrano su Facebook, dove la distanza tra la fan di 13 anni e il comico trentatreenne, molto famoso tra i giovanissimi che lo conoscono in tv e rete come “Billy Ballo” e “Neuron”, si riduce in poche settimane fino ad annullarsi. Lei chiede l’amicizia sul social network, lui l’accetta, poi iniziano dialoghi sempre più fitti in chat. L’attore riesce a carpire la fiducia della ragazzina fino a plagiarla, a uscirci insieme e avere un rapporto sessuale. Per questo, ieri all’alba, la squadra mobile di Milano, guidata dal dirigente Francesco Messina, arresta per violenza sessuale Alessio Saro, 33 anni, il protagonista di sketch comici trasmessi da “Mai dire Martedì” su Italia Uno e in altre trasmissioni su AllMusic, un tormentone su internet insieme a Maccio Capatonda, altro personaggio cult su Youtube. 
[...]
La ragazza appare invaghita, si crede innamorata. Saro la convince a mantenere il loro segreto. «Se t’interrogano — la supplica — devi raccontare agli sbirri di aver sempre detto di avere diciotto anni». Sono questi gli elementi che provano che l’attore è sempre stato consapevole dell’età della sua vittima.
[...]
La tredicenne in nessun momento attacca l’uomo. Nega con la madre, lo difende con gli investigatori della quarta sezione della mobile, specializzata in reati sessuali e minori. Gli stessi che arrestano Saro nel suo appartamento a Sesto San Giovanni, dove si è consumata la violenza.

QUI l'articolo completo.

venerdì 17 giugno 2011

IL DELITTO PERFETTO

Per una volta il gist del discorso non sta tanto nella vicenda (anche se ovviamente riguarda il vostro social network preferito), ma le sacrosante riflessioni che ne derivano. La segnalazione odierna riguarda un "pezzo" apparso su LaStampa.it riguardante la classica storia americana: c'è lui con le sue indiscriminate richieste di amicizia, c'è lei (che in realtà vuol tendere la trappola), c'è il killer assoldato e assoldabile su Facebook. Certo, val la pena leggere la vicenda per scoprire il finale da film, ma cercate tra le pieghe del testo, alla ricerca di una Verità a cavallo tra il Reale e il Virtuale. Anche perché la vicenda, di suo, sembra non fare più notizia, tanto normale ormai appare...

martedì 26 maggio 2009

GONE PHISHING

Citando un articolo di Kataweb I-Tech:

"Tempi duri per il popolare social network Facebook: dopo le critiche per il comportamento spesso poco corretto nei confronti degli utenti e le accuse di essere un luogo spersonalizzante, all'interno del quale le persone s'incontrano ma non si conoscono mai profondamente, nuove nubi si profilano all'orizzonte."

[...]

"L'ultimo attacco in ordine di arrivo si chiama "
Areps.at" e si presenta sotto forma di innocuo messaggio nella mailbox FB, che invita l'iscritto a cliccare sul link. A quel punto si viene reindirizzati ad un sito molto simile nella grafica a FB, in cui viene chiesto d'inserire il nome utente Facebook e la password.
Insomma un classico falso login, che spinge i distratti a rivelare i propri dati d'iscrizione al social network, consentendo ad estranei di entrare in vece nostra e gestire la bacheca e tutte le informazioni come meglio credono. Non solo: se inseriti, i dati consentono ai malfattori di spedire un identico messaggio a tutti i nostri contatti."

Ma quando faranno un bel virus che si attiva sotto forma di richiesta di amicizia? Così la gente impara a fare a gara a chi ha più contatti...

giovedì 17 marzo 2011

COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI

Scordatevi i cari vecchi pomeriggi passati a sentire frasi del tipo "suo figlio è bravo ma non si applica" e frasi fatte del genere: il rapporto tra genitori e istitutori è tutto nuovo, e spesso l'interazione ha luogo -guarda caso- sul vostro social network preferito. Prendiamo questo screenshot: un ragazzino (Brad) sente il dovere di commentare in tempo reale la poco divertente lezione della Professoressa Wallace (seguono like, ovviamente); l'insegnante riceve lo status update dell'annoiato studente e rimarca sulla sua bacheca pubblica non solo l'amicizia virtuale tra i due, ma "convoca" virtualmente i genitori del ragazzo (anch'essi presenti su Facebook, ça va sans dire) per riferire a proposito dell'atto di indisciplina verificatosi. Ovviamente non può mancare il commento in tempo reale di qualche amico (Nicholas) dello sgamato (chissà, un compagno di classe anche lui su Facebook tramite cellulare?), e ovviamente non può mancare la subitanea risposta della madre del ragazzo (Ann) che si scusa con l'insegnante e annuncia provvedimenti drastici nei confronti dell'ineducato pargolo (seguono like a profusione, ovviamente). Il tutto alla luce del sole virtuale di Facebook. Wow.
La cosa può puzzare di fake, ma non mi stupirebbe affatto se fosse dannatamente vera. La prova? Eccola.



PS: Sì, ma anche l'insegnante non dovrebbe essere su Facebook durante le lezioni. O no?