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mercoledì 8 luglio 2009

L'UTENTE MEDIO

Qui il link tratto da Repubblica.it sul profilo dell'utente medio di FB. Cito solo un dato: il 22% degli utenti iscritti ai social network ammette di conoscere bene tutti i contatti presenti nella propria lista di amici". Questo ovviamente vuol dire che il settantotto per cento degli utenti inserisce amici a capo*#hia, come si suol dire. Io il dato l'avrei scritto proprio così...

domenica 9 agosto 2009

LA CYBER-GUERRA E' SOLO ALL'INIZIO...

Questa storia dell'attacco a Twitter tramite un cyber-attacco fa moooooooolto la roba che si vede nei film di spionaggio o nei romanzi di Tom Clancy o Robert Ludlum. Eppure, ahimè, è tutto vero. Ma al di là dei puri discorsi di geopolitica, gli scenari inquietanti dietro questa storia - dal mio punto di vista - sono ben altri. La storia in breve: qualche giorno fa, Twitter si è bloccato per quasi tutto il giorno, sotto l'attacco di alcuni Hacker. Il giorno dopo si è scoperto che l'obiettivo -puramente politico - non era il blocco del popolare sistema di microblogging, ma solo di un utente, un blogger dell'Abkhazia che, secondo i pirati informatici, "andava zittito".
Ripeto: tralascio i discorsi politici (e drammatici) legati alle tensioni politiche tra Georgia e Russia, con l'Abkhazia a fare da terzo incomodo. Qui la questione è un'altra. Anzi, sono due. E sono le seguenti:
1) La notizia del blocco di Twitter è rimbalzata subito sui siti di tutto il mondo. All'inizio non si immaginava che dietro ci fosse una questione politica, quindi la notizia dell'attacco è da considerare solamente come un attacco informatico ad un sito. E il problema sta nel fatto che questa notizia è rimbalzata come breaking news un po' dappertutto, in Italia e nel mondo. Ieri, ad esempio, la CNN ne parlava in maniera diffusa con dossier e reportage, neanche avessero attaccato il sito della Casa Bianca o della Nasa. In fondo é stato attaccato solo un sito di messaggistica rapida, eppure la notizia ha avuto un'eco tale da essere presa come notizia di assoluto rilievo. "Chissenefrega della guerra tra Russia e Georgia, hanno attaccato Twitter, e ora come faccio a scrivere? Ma soprattutto, dov'è (o chi è) sta Georgia?" avrà pensato l'utente medio dei social network di oggi. Voilà, uno specchio della società odierna...
2) In tutto questo, che sorte avrà subito il vostro tanto amato Facebook? Bene, qui c'è da ridere, secondo me. Pensateci bene: è stato attaccato Twitter. Cosa vorrà dire? Che attualmente Twitter è più importante di Facebook, proprio perchè è stato degno di essere attaccato. Facebook non è stato attaccato, quindi è meno importante. E invece no, almeno dicono. Anche Facebook ha affermato di lamentare dei rallentamenti, sebbene fonti interne dichiarino di "non essere sicuri che i rallentamenti derivino dall'attacco a Twitter". Povero Facebook... costretto a doversi arrampicare sugli specchi e probabilmente a mentire solo per non essere eclissato dal nemico e avere altri 15 minuti di notorietà.

PS: Per la cronaca, il 6 Agosto io ho navigato alla grande. Sarà perchè mi tengo alla larga da Twitter e Facebook?

UPDATE: Twitter è stato attaccato di nuovo. Chissà se Facebook farà finta di rallentare i suoi server...

domenica 14 aprile 2013

PROTAGONISTA, IL DE-SPOT-A

E così Facebook Home è ora una realtà disponibile per tutti gli smartphone Android (sebbene non sia ancora disponibile in Italia). La (più che) applicazione che permette di essere sempre in contatto-con-i-propri-contatti e vivere l'esperienza Facebook senza soluzione di continuità non poteva non essere introdotta con il più classico dei bombardamenti mediatici, pubblicità in testa. Ecco, appunto: la pubblicità di Facebook Home. Non so: un soggetto assolutamente distratto mentre il proprio "capo" parla non mi sembra il massimo degli spot per un prodotto, quantomeno nell'ottica del rapporto con la vita vera. E una capra: sì, una capra. Neanche qui l'apoteosi del buon senso: tra le righe, in questa pubblicità sembra quasi di veder presente anche l'utente medio del vostro social network preferito.




lunedì 21 febbraio 2011

RAPITO DALL'IMITAZIONE

Come spiegare ai posteri cosa sia (stato?) Facebook verso la fine della prima decade del Ventunesimo secolo? Si potrebbero citare centinaia di notizie a riguardo, e oggi ne incorporo due distinte che in realtà rappresentano un vero e proprio spaccato dell'utente medio del vostro social network preferito. La prima non riguarda tanto la vicenda "particolare" che ha vissuto una trentenne tedesca, ossia il rapimento in Colombia da parte di un gruppo di guerriglieri, quanto la successiva richiesta di amicizia su Facebook da parte di uno dei suoi rapitori. Con conseguente richiesta accettata, sia chiaro. Si può forse negare l'amicizia anche al tuo peggior nemico? Scherziamo?
La seconda notizia fa capo alla mania da foto artistica che deve campeggiare sul profilo di gente che si rispetti, pena il pubblico e virtuale ludibrio da parte della comunità di amici. La signora in questione vuol ricalcare una celebre foto di qualche tempo fa, ma trova l'alt da parte dello staff di Facebook che cancella l'immagine in questione per aver violato una delle norme del sito (che gli iscritti hanno accettato di rispettare, lo sapete?). Risultato? La signora è finita sul Sun (ovvio, aggiungo), osteggiando la politica di censura del sito e urlando qualcosa del tipo "Perché-Demi-Moore-sì-e-io-no". Beh, signora, con tutto il rispetto......anche se sul giornale è finita anche lei. Sarà contenta, no? Facebook l'ha fatta diventare famosa, e dire che di gente ossessionata come lei, lì fuori, ce n'è a secchiate!

mercoledì 23 gennaio 2013

MAGRA (IN)FELICITA'

I social network condizionano (e tanto) le persone, vuoi dal punto di vista delle abitudini, vuoi dal punto di vista comportamentale e caratteriale. Niente di più vero, ma occorre aggiungere che social diversi sortiscono effetti (apparentemente) diversi. Sono sempre i soliti studi scientifici a fornirci risultati più o meno condivisibili: ancora una volta i due luoghi di perdizione digitali preferiti, al secolo Facebook e Twitter, sono in competizione fra loro per le conseguenze psico-fisiche che generano sui propri utenti.
Partiamo dal vostro social network preferito: da una ricerca condotta da due università tedesche si evince che Facebook sia il posto perfetto per far maturare la propria infelicità e far crescere a dismisura quel gran peccato capitale che è l'invidia. Il motivo? Gli utenti tendono a confrontarsi con ciò che fanno i propri amici e, vedendo che la loro situazione è "sempre" meglio della propria, cadono in uno stato di infelicità o provano invidia nei confronti delle altrui bacheche. Considerando che Facebook è (sarebbe) anche il posto giusto per alterare (pericolosamente, pare) la propria autostima, direi che il profilo psichiatrico dell'utente medio è bello che delineato.
Ma veniamo alle buone notizie: se su Facebook si piange, su Twitter le cose andrebbero ben diversamente. Udite udite: a furia di tweet si perde peso. Detto così saremmo tutti quanti a cinguettare furiosamente, pensando che l'azione di postare un pensiero da 140 caratteri possa portare a tirar giù qualche chiletto. In realtà non è proprio così, poiché tutto è dipeso da ciò che rappresenta il social network, e non da quel che effettivamente è. In uno studio effettuato su pazienti sovrappeso un gruppo aveva a disposizione anche la possibilità di rendicontare al mondo di follower i frutti dei propri sforzi in fatto di buona alimentazione: ebbene, questi soggetti hanno dimostrato un calo di peso superiore ai colleghi che non pubblicavano tweet sul proprio stato di salute. 0,5% di peso in meno ogni 10 tweet: sembra la nuova formula di una televendita, invece è solo la dimostrazione che anche nel mondo digitale dover apparire conta più del dover essere.

mercoledì 22 luglio 2009

CANI, PORCI & ROBOT

Esatto, si tratta delle categorie più presenti in Facebook. Come? Robot? Esatto, oltre alla normale marmaglia si aggiungono anche gli automi. E' il caso di Sarah Mobileiro, l'ultimo gioiellino virtuale di Microsoft. Si tratta di un sistema automatizzato "intelligente", capace di interagire con l'uomo in modo razionale. Quindi, questi robot potranno anche chattare con voi. -Wow, non aspettavo altro-. Il robot parlerà inglese e cercherà di comunicare come la maggior parte degli utenti FB, cioè spettegolando e cercando di carpire informazioni dalla rete di amicizie della persona con cui sta interagendo. In pratica, si comporterà come l'utente medio di Facebook...
Quindi, d'ora in poi, sappiate che se siete in astinenza da chat e non trovate nessuno online, potrete sempre chiacchierare con Mobileiro. Basta accettare la sua amicizia (il gesto umano più robotico e automatico che esista...): ah, e non fate gli splendidi spacciando Sarah Mobileiro per la vostra ultima conquista brasiliana....

Qui l'articolo completo tratto da Stampa.it

venerdì 1 novembre 2013

IDENTI...CHì?

Immaginate Facebook come una grande (grandissima) arena, con due ingressi. Da una parte si entra, dall'altra si esce: ecco, teoricamente ci sarebbe la fila per entrare, ma è pur vero che dall'altra parte della barricata il tornello di uscita ogni tanto si muove. Insomma, c'è chi per un motivo o per un altro abbandona il vostro social network preferito: strano ma vero. Eppure, stando all'ultimo resoconto dei risultati economici e statistici di Facebook vien fuori che sempre più adolescenti e ragazzi abbandonano questo social network in favore probabilmente di Twitter o più semplicemente di una vita meno soci(digit)al, anche se tutto questo non frena FB dall'ottenere una montagna di utili derivanti dallo sfruttamento dei suoi dati a vari livelli. C'è però un dato che fa riflettere: secondo uno studio effettuato su una rivista scientifica, il profilo dell'utente medio che abbandona Facebook è maschio e ha circa trent'anni (31, a dire il vero), e lo fa perché ha a cuore la propria privacy. Come interpretare questo dato? Entrare negli enta significa di punto in bianco metter su giudizio? Possibile, ma è anche possibile ricollegare questo dato alla storia della Rete. Chi ha trent'anni o giù di lì è probabilmente cresciuto con un altro concetto di Internet, fatto di connessioni lente e conversazioni non identitarie, dove non bisognava per forza doversi connettere con il proprio mondo ma connettersi ad un mondo potenzialmente più ampio, meno legato da concetti di network a tutti i costi, forse un tantinello più coscienzioso. Insomma, una Rete fatta di "pericolosi" cibi e di un po' di sana diffidenza nei confronti di ciò che c'era dall'altra parte dello schermo. Magari non è così, però dopo aver provato l'esperienza della vicinanza digitale a tutti i costi, alcuni di loro son voluti tornare non dico agli albori, ma ad una condizione che hanno già sperimentato e che magari così male non è. Ecco, magari non è così: toccherebbe chiedere a chi gli enta li ha davvero sulle spalle...

sabato 18 luglio 2009

UNA SBIRCIATINA...

"Eddai, una sbirciatina alle foto di quello lì, dai, cosa vuoi che sia"? Trattasi di tipico dialogo di utente medio di Facebook. La curiosità morbosa è l'anima del vostro social network preferito, è inutile nascondersi dietro un dito. Le liste di "amici" sono piene zeppe di persone che non salutereste mai vedendole dal vivo, ma diamine, le loro foto dell'ultima festa sono assolutamente da vedere. E come fare per tutte quelle persone che non sono nella lista "amici"? Come fare per spiare le loro foto? Come? Come?
Al dilemma shakespeariano hanno dato risposta un paio di programmini che permettono di fare felici tutti gli aspiranti paparazzi di questo mondo, italiani in primis. Come riporta Repubblica.it, grazie a software come Photo Stalker e Seegugio potete farvi i fatti di tutti, ma proprio tutti. Spiare le foto di perfetti sconosciuti è il sogno di molti. Ora è realtà. Andate, installate i programmini e perdete giorni a vedere foto che senza questa psicosi collettiva in realtà non vedreste MAI. E mi raccomando, andate fieri di aver fatto tutto ciò. Un pò come i circa 2.700 fan di Seegugio... gente che sicuramente fa della discrezione il proprio punto forte.

PS: Seegugio... almeno il gioco di parole non è male... mi ricorda Homer Simpson che racconta dell'autobus che doveva andare speedito.

giovedì 4 giugno 2009

NUOVI GRAFFITI 2.0

Una volta si scriveva sul muro davanti alla scuola, al massimo con la penna sui muri della scuola...ora si scrive sulla bacheca virtuale di Facebook...la differenza è che sei virtualmente esposto al mondo, nell'ultimo caso. Capita allora che se crei un gruppo "ammazziamo la prof", qualcuno prima o poi ti scopra, anche se non sei amico dell'amico dell'amico dell'amico su FB (gerarchia tipica dell'utente medio).

Sembra un'assurdità? Ormai la fantasia degli utenti è assolutamente senza freni. La mania da creazione di gruppo ormai ha toccato qualsiasi angolo (e anche il fondo, aggiungo). E invece il gruppo "scanna la teacher" esiste, ha i suoi fondatori, e anche i suoi fan. Tutto questo accade nella ridente cittadina di Bari, per la precisione in un convitto studentesco. Quattro fondatori, molti fan, tante sospensioni (con presenza garantita), una lettera di scuse e di pentimento dei killer in erba. Ma per tutti i dettagli vi rimando alle notizie riportate qui, qui, qui, e anche qui visto che ci siamo. Giusto per far capire che anche loro hanno avuto i loro 15 minuti di gloria.

giovedì 7 marzo 2013

RIFARSI IL "TRUCCO"

Altre novità in arrivo per il vostro social network preferito: gli appuntamenti come and see presso il quartier generale di Facebook si fanno sempre più frequenti, segno che le innovazioni da mostrare sono sempre di più e rendono FB uno strumento sempre più dominante nel Web.
L'evento è previsto per stamattina (ora statunitense) e riguarderà importanti novità in termini di revisione della grafica della home page, ma anche - e soprattutto - di un nuovo modo di gestione del feed di notizie da parte degli utenti. Può sembrare un dettaglio secondario (d'altronde l'utente medio ha aspettative più elevate nei confronti del layout e nella "pulizia" dell'organizzazione dei contenuti), ma questa revisione altro non fa che rendere ancora più maturo questo social network in termini "puri", ossia di sito che gestisce dati digitali. Perché alla fine il succo della questione è sempre e solo uno: trovare modi per sfruttare al meglio l'imponente mole di informazioni che gravita all'interno del mondo Facebook. Troppi dati hanno bisogno di una sola cosa: un efficiente sistema di ricerca. Perché i dati sono lì, ma sono come stipati in una grande scatola, alla rinfusa: ecco invece che grazie alla ricerca intelligentemente dettagliata si possono subito recuperare i dati desiderati, il che è un po' come avere quei portatutto che si mettono nei cassetti. Facebook sarà davvero maturo solo quando sarà in grado di affinare questa ricerca, e tutte queste novità - Graph Search in testa, ovviamente - altro non fanno che confermare questa ipotesi. Vien da chiedersi allora se Facebook si rifaccia il trucco o se il trucco lo nasconda: perché il vantaggio per gli utenti è lì sotto gli occhi di tutti, ma bisogna capire che beneficio (largamente superiore) si celi per i gestori di tutti i dati. Forse il monito è proprio nel claim: come and see cosa siamo in grado di fare con tutti i vostri dati.

venerdì 19 febbraio 2010

A PUMMAROLA 'NCOPPA

Ossia, con sopra il pomodoro, più o meno. Appunto: il pomodoro è in vetta. In vetta, ma dove? Che domande: su Facebook, no? Siccome l'ossessione da gruppo è il vero motore trainante del vostro social network preferito, l'Espresso segnala che il pelato (inteso come pomodoro) ha sbancato, e ha superato un noto personaggio della vita reale come numero di Fan. Verdura batte uomo uno a zero: anzi, sembra che i vegetali stiano facendo incetta, vista la presenza di altri ortaggi in competizione con noti personaggi politici. Il gruppo in questione si prefigge di battere, come numero di sostenitori, il Presidente del Consiglio. Intento ambizioso, certamente, ma non c'era dubbio che l'iniziativa sortisse l'effetto sperato, per una serie di motivi. Primo: la gente generalmente fa a gara a creare -e a supportare- i gruppi completamente nonsense; maggiore l'assurdità del gruppo, maggiore il numero di fan. Secondo: la gente è attratta dalle sfide, o presunte tali; un pomodoro può (e deve, secondo l'utente medio di FB) battere un personaggio così potente. Ma a quale scopo? Apparentemente, nessuno: è la natura di Facebook, l'inutile prima dell'utile. D'accordo, si può ironizzare e contestare un personaggio pubblico, ma andatelo poi a spiegare al vostro prossimo potenziale datore di lavoro che ha spiato il vostro profilo e si è fatto una certa idea (soprattutto politica) di voi, vera o fasulla che sia. Allora qui sta il dilemma: meglio un fan del pomodoro oggi o una possibile ripercussione in negativo della cosa domani? Una cosa è certa: non conosco pomodori che possano svoltare la vita di una persona, questo è sicuro. Se li conoscete, fatemi un fischio.

giovedì 29 ottobre 2009

LA LISTA ILLUMINANTE

E per la serie "oggi scopro l'acqua calda", il sito Sherweb ci regala un altro elenco riguardante il comportamento standard da seguire su Facebook (qui l'articolo tratto da Repubblica.it).
Bene, ma se l'utente medio seguisse queste regole non potrebbe e non dovrebbe: 1) aggiornare il proprio status mandando messaggi criptici [gli altri settecentoquarantamila altri amici non meritano un messaggio dedicato?] 2) mandare messaggi privati a 200 contatti, 3) mettere gli odiosi countdown relativi ad un determinato evento [giuro, LI ODIO!, ndr], 4) diffondere quelle utilissime catene che servono per salvare le piattole dell'Antartico, 5) riferire circa i bagordi della notte precedente, 6) taggare persone/amici/presunti tali in atteggiamenti sconvenienti, 7) sfogarsi online scrivendo peste e corna del proprio capo [ma il capo fa parte dei propri "amici"], 8) sovraccaricarsi di utilissime applicazioni, 9) rompere una relazione via FB, -ma sopratutto- 10) aggiungere alla lista amici persone che non si conoscono.
A questo punto una domanda: senza tutte queste attività, Facebook a cosa servirebbe? Senza il gossip, senza l'invasione della privacy, senza i tormentoni, senza tutte le manie da psicosi collettiva, senza il rispetto di un minimo di netiquette, Facebook a cosa servirebbe? Ma soprattutto, esisterebbe ancora? Caro Sherweb-blogger, la lista non è sbagliata... è tutto il resto ad essere marcio!