mercoledì 6 ottobre 2010

LA DOMENICA SPORTIVA

Facebook e sport, binomio potenzialmente pericoloso. Già in passato il vostro social network preferito aveva creato scompiglio in occasione di qualche evento di rilevanza nazionale ed internazionale come le Olimpiadi, i campionati di basket italiani (dal punto di vista dei direttori di gara) o i recenti Mondiali di calcio in Sudafrica (ma a giudicare dal risultato finale - Spagna sul tetto del Mondo - direi che il divieto ha funzionato). Spostiamoci sul calcio, lo sport per eccellenza e la mania e passione dell'italiano medio: ormai i calciatori più famosi fanno a gara a creare il proprio profilo official su Facebook per comunicare con i propri sostenitori (o detrattori che ti insultano, ma è il prezzo da pagare, baby). Ci sta, d'altronde sono personaggi pubblici e oggetti di marketing, quindi mi pare che in questo caso il mezzo sia solo parte del business che si scatena dopo i tempi regolamentari. Capita, tuttavia, che qualcuno vada (come al solito) fuori dalle righe e con un commento di troppo rischi di attirare discussioni mediatiche o incappi in qualcosa di più grave. Le due notizie sono quasi contemporanee: la prima riguarda un giovane calciatore serbo della Fiorentina, Adem Ljajic, appassionato di Nutella e di computer. La prima al massimo fa male allo stomaco, il secondo se usato con la leggerezza dei vent'anni qualche problemino in più lo può dare: il ragazzo gioca bene, si monta un po' la testa, esterna il suo pensiero su Facebook ("voglio giocare in nazionale") e si scatena la rissa mediatica. Peccato che - pare - il suo profilo sia un fake bello e buono, e che quindi le sue dichiarazioni abbiano lo stesso valore delle teste di Modigliani trovate in riva all'Arno. E peccato per tutti i suoi fan che senza esitazioni erano pronti a vantarsi di aver stretto "amicizia" con un famoso calciatore.
La seconda notizia riguarda dei calciatori meno famosi, ma non per questo non meritevoli di finire nell'occhio del ciclone. Sentite questa che è bella. Sulla bacheca di un giocatore della Salernitana (parliamo comunque di Prima Divisione o vecchia Serie C1, mica il campionato della parrocchia), Luca Brunetti, qualche giorno fa compare un urlo di vittoria: 3 punti per i granata? No, semplicemente una vincita alle scommesse da parte del calciatore. La dichiarazione fa il giro della Rete e un suo compagno di squadra, Andrea Pippa, addirittura ironizza sul loro Presidente. Peccato che i tesserati professionisti NON possano scommettere sugli eventi calcistici, pena una squalifica. Brunetti si difende dicendo che la sua situazione contrattuale è in bilico in quanto fuori squadra e prossimo alla rescissione del legame con la Salernitana. Già, peccato che a tutti gli effetti il ragazzo sia ancora legato da un vincolo che gli impedisce di effettuare scommesse sulle partite di cui lui stesso può essere artefice, nel bene e nel male. Una volta si utilizzava il classico vecchio metodo della telefonata e del meteo: il sole splendente corrispondeva alla vittoria della squadra di casa, il tempo nuvoloso era indice di pareggio, e la pioggia indicava la vittoria degli ospiti. Bastava un po' di accortezza per fare la legge e trovare l'inganno: oggi invece si lascia tutto su quel diario pubblico chiamato Facebook senza ponderare le conseguenze. La battuta è scontata: riguardando i cognomi dei protagonisti della vicenda, mi sa che la Pippa non è tal Andrea.

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