martedì 7 settembre 2010

GENERAZIONE IN..DIFESA

Che Facebook sia un fenomeno planetario, non è notizia nuova. Che Facebook sia un veicolo di comunicazione e condivisione utilizzato soprattutto da ragazzi, non ci piove. Che Facebook sia un mezzo che non perdona il minimo errore, è sotto gli occhi di tutti: e vuoi l'ossessione di massa, vuoi la mancanza di regolamentazione, sono tante le storie con un risvolto negativo. Ora ci si mettono anche i professoroni universitari: d'accordo, ho visto con i miei occhi una tesi di laurea sulle tematiche linguistiche e sociali correlate a MSN Messenger (a prima vista sembra una quisquilia, ma lucidamente va detto: c'è molto da dire a riguardo) e credo che il "fenomeno" FB sia stato (e sarà) oggetto di serie discussioni accademiche. Repubblica.it cerca di spiegare il rapporto tra giovani generazioni e il vostro social network preferito, sottolineando soprattutto il modo in cui questi difendono la propria privacy e condividono i loro contenuti. Il punto di vista d'oltreoceano è supportato da James Grimmelmann: certo, è un giovane accademico, quindi il suo punto di vista è sicuramente supportato dall'esperienza diretta in materia di tutela dei cyber-dati. Tuttavia, la sua tesi è quantomeno generalista: i giovani sanno bene cosa fare o non fare, sanno cosa condividere e cosa nascondere, senza contare che il concetto di privacy oltreoceano segue dei principi differenti rispetto alla cara vecchia Europa. E giù pubblicazioni, tra le quali Saving Facebook, che merita una lettura (siate detrattori o sostenitori di FB, fa lo stesso). Ma siamo sicuri che 500 milioni di teste "pensanti" sappiano difendersi come un provetto accademico o come un manualetto del giovane Facebooker? Magari mi sbaglio (mi sbaglio sempre, io), ma secondo me no, caro Prof...

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