Sembro un po' uno sciacallo, ma li aspettavo al varco: ricollegandomi al post di un paio di giorni fa e relativo ai gruppi (maledetti gruppi) che inneggiano a personaggi quantomeno discutibili, ecco un nuovo aggiornamento della vicenda. Riassunto: c'è un killer che ammazza un tipo, viene a sua volta ammazzato dalle forze di polizia, la triste vicenda si chiude e si sposta sui mezzi di informazione, internet compreso. Ovviamente non fa eccezione il luogo dove tutti, ma proprio tutti, si fanno paladini della libertà di espressione, (Facebook, ça va sans dire), e in men che non si dica un gruppo di sostegno all'assassino, visto come un mito da sostenere, vanta decine di migliaia di fan. Il problema ovviamente esula dal caso specifico e si sposta su un discorso più generico che coinvolge educazione, etica, moralità, libertà. Wired.it ci informa della presa di posizione di Facebook UK a proposito della rimozione del gruppo incriminato: la risposta è stata negativa, proprio perché sul vostro social network preferito "deve essere garantita la libertà di espressione personale".
L'ho detto: li aspettavo al varco. Io sono il primo a lodare Internet (occhio, Internet e non Facebook: sia chiaro, sono due cose diverse) per la libertà di espressione che fornisce a tutti noi. Ma poiché viviamo in una società civile, le regole che valgono nella vita reale dovrebbero valere anche in quella virtuale. Le conseguenze di gesti poco civili nella vita reale si pagano, ma su Internet (pare di) no. Insomma, ci vorrebbe un po' di educazione anche sulla Rete e alla Rete. E un'ultima riflessione: Google (patrimonio dell'umanità a mio avviso, servizio utile) viene condannato per aver solo ospitato contenuti moralmente discutibili, Facebook (ormai famoso quanto Google, sebbene sia un servizio profondamente diverso) la passa liscia per un motivo sostanzialmente simile. Senza contare che casi di rimozione di gruppi, su segnalazione degli utenti, sono già avvenuti proprio su Facebook. Allora, la tanto sbandierata libertà di espressione vale un giorno sì e uno no? Non mi sembra coerente, non mi sembra equo.
giovedì 15 luglio 2010
LA FUGA E' FINITA, LA DECENZA PURE
Pubblicato da kikkuzzo alle 7/15/2010 07:19:00 PM
Etichette: facebook, inganno, netiquette, psicosi collettiva, tormentone
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