venerdì 7 settembre 2012

CHI TROVA UN AMICO...

...trova un tesoro, tu dici? (cit.) A quanto pare è più facile trovare un tradimento, soprattutto nella sfera delle amicizie virtuali, con la sola "scusante" che la violazione del proprio profilo è più o meno involontaria. In un'altra di quelle che possono essere definite nuove normative in fatto di Giustizia si inserisce la decisione di un giudice di New York, il quale ha stabilito che nel momento in cui si postano informazioni sul vostro social network preferito si condividono dati con la propria schiera di amici, e questi ultimi possono in pratica fare di questi dati ciò che meglio desiderano, tra cui fornire una comoda "porta di accesso" per inquirenti e affini a scopo di indagine. Insomma, per osmosi se uno dei vostri "amici" (il virgolettato è una scelta stilistica anche del giudice, tutto dire) è "amico" del Governo, questo diventa automaticamente un vostro "amico", con tutto quel che ne consegue, ovviamente. Meglio terminare un'amicizia o far finire il proprio rapporto con quel tesoro chiamato privacy?

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