Riprendo un articolo pubblicato sulla versione cartacea di Wired di dicembre (apparso successivamente sul portale online) per riflettere sulle parole di un giornalista della prestigiosa rivista The Atlantic a proposito della "nuova" visione della Rete che vede i social network assoluti protagonisti della condivisione e dell'interconnessione tra utenti. Da utente navigato della Rete, A. Madrigal spiega che non è certo Facebook ad aver "inventato" il concetto di sharing di risorse tra persone: vero, il vostro social network preferito ha sicuramente incentivato questa pratica e allargato la base di utenti e se vogliamo la stabilità delle connessioni grazie alle reti interconnesse di amicizie; tuttavia, anche prima di Facebook si condivideva, e non poco. Anzi, i metodi "tradizionali" di scambio di informazione, che rappresentavano prima l'unica via per il passaggio di informazioni, sono tuttora vivi, vegeti e assolutamente primari. Lo certificano i dati: due terzi del traffico Web che "atterra" in una data risorsa della Rete proviene da canali che non sono riconducibili ai social network più in voga. I veri canali della condivisione, dunque, a dispetto della mancanza di molteplicità istantanea che garantiscono Facebook e dintorni, sono quei metodi "giurassici" come la messaggistica istantanea, i gruppi di discussione e la intramontabile (ma solo per alcuni) posta elettronica. Tutti mezzi, questi, poco pubblici e monitorabili, soprattutto dal punto di vista delle aziende che fanno dello sfruttamento dei dati (sensibili) la loro fonte di ricchezza e per questo definiti il lato oscuro della condivisione. Forse un'email è più sincera di un post su Facebook, forse questa è condivisione autentica perché sentita. Per ora vince ancora la forza oscura, è chiaro.
sabato 26 gennaio 2013
LA RAGIONE OSCURA (DI CONDIVISIONE)
Pubblicato da kikkuzzo alle 1/26/2013 01:21:00 AM
Etichette: facebook, netiquette, tormentone
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