mercoledì 23 gennaio 2013

MAGRA (IN)FELICITA'

I social network condizionano (e tanto) le persone, vuoi dal punto di vista delle abitudini, vuoi dal punto di vista comportamentale e caratteriale. Niente di più vero, ma occorre aggiungere che social diversi sortiscono effetti (apparentemente) diversi. Sono sempre i soliti studi scientifici a fornirci risultati più o meno condivisibili: ancora una volta i due luoghi di perdizione digitali preferiti, al secolo Facebook e Twitter, sono in competizione fra loro per le conseguenze psico-fisiche che generano sui propri utenti.
Partiamo dal vostro social network preferito: da una ricerca condotta da due università tedesche si evince che Facebook sia il posto perfetto per far maturare la propria infelicità e far crescere a dismisura quel gran peccato capitale che è l'invidia. Il motivo? Gli utenti tendono a confrontarsi con ciò che fanno i propri amici e, vedendo che la loro situazione è "sempre" meglio della propria, cadono in uno stato di infelicità o provano invidia nei confronti delle altrui bacheche. Considerando che Facebook è (sarebbe) anche il posto giusto per alterare (pericolosamente, pare) la propria autostima, direi che il profilo psichiatrico dell'utente medio è bello che delineato.
Ma veniamo alle buone notizie: se su Facebook si piange, su Twitter le cose andrebbero ben diversamente. Udite udite: a furia di tweet si perde peso. Detto così saremmo tutti quanti a cinguettare furiosamente, pensando che l'azione di postare un pensiero da 140 caratteri possa portare a tirar giù qualche chiletto. In realtà non è proprio così, poiché tutto è dipeso da ciò che rappresenta il social network, e non da quel che effettivamente è. In uno studio effettuato su pazienti sovrappeso un gruppo aveva a disposizione anche la possibilità di rendicontare al mondo di follower i frutti dei propri sforzi in fatto di buona alimentazione: ebbene, questi soggetti hanno dimostrato un calo di peso superiore ai colleghi che non pubblicavano tweet sul proprio stato di salute. 0,5% di peso in meno ogni 10 tweet: sembra la nuova formula di una televendita, invece è solo la dimostrazione che anche nel mondo digitale dover apparire conta più del dover essere.

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