giovedì 17 gennaio 2013

IL "MOTORE" CHE FA MUOVERE IL MONDO

Segnatevi la data, perché in un senso o nell'altro si tratta di una specie di rivoluzione. Quindici-gennaio-duemilatredici: Facebook annuncia un grande evento. In molti pensano a qualcosa di "fisico" come uno smartphone ottimizzato per i servizi FB, e invece ciò che è stato costruito è "solo" un motore di ricerca interno più sofisticato. Molto più sofisticato.
Per chi è interessato alla disciplina, si tratta di un cambiamento abbastanza radicale rispetto al passato, e le ripercussioni non riguardano soltanto l'architettura del Web, ma anche (a suo modo) il futuro della stessa Rete, almeno come l'abbiamo concepita sinora. E ovviamente non dovrebbero mancare neanche le ripercussioni per i tanti utenti del vostro social network preferito, tanto per cambiare (in fondo il fine ultimo sono gli utenti, sia attivamente che passivamente).
Perché Graph Search - è questo il nome del nuovo dispositivo di ricerca tra le pagine blu - è davvero più di un motore di ricerca interno. Ovviamente la creazione di un sistema del genere richiede uno sviluppo che non si inventa dall'oggi al domani, ed è probabilmente l'evoluzione "pubblica" di quell'Open Graph che di fatto è il grande manovratore di dati e informazioni che alimentano quella grande macchina chiamata Facebook. E una macchina senza motore non si muove: ecco perché Graph si potrebbe rivelare il vero turbo di FB con cui gli utenti potranno sfrecciare tra ricerche di ogni tipo.
A detta di molti è proprio il sistema di ricerca uno dei punti deboli di Facebook, perché di fatto troppo "limitato". Sì, si possono cercar persone e gruppi, ma tutte le informazioni contenute nei profili, ossia la vera linfa vitale del sistema? Detto, fatto: Graph Search soddisfa proprio questa richiesta, perché interrogando il motore di ricerca in maniera specifica si può ottenere praticamente tutto quel che gravita all'interno del mondo di Facebook. Un motore di ricerca di fatto semantico, perché in fondo cosa c'è di più significativo delle informazioni personali scritte dagli utenti? In realtà il sistema funziona in base ad alcune keyword di riferimento che servono al sistema per capire che tipo di informazione si stia cercando. E le risposte saranno effettive e in tempo reale, avranno cioè un che di sensato e preciso. Insomma, non dei "semplici" e freddi link come fa Google, tanto per dirne uno.
Perché alla fine l'obiettivo è quello: sfidare o contrastare Google nel suo campo preferito, magari assestandogli una bella stilettata. Big G, si sa, è in aperta competizione con Facebook non solo perché sono due giganti del Web, ma perché sono di fatto anche concorrenti. La materia prima di sfida, in fondo, non è dissimile: sono i dati il vero oro del Web, e i dati sensibili i diamanti purissimi. Facile intuire che, con questo metodo di sfruttamento della ricerca, Facebook può acquisire un certo vantaggio in determinate applicazioni del data mining, ossia il puro sfruttamento commerciale. E in aggiunta, in questo grande club di informazioni in cui uno strumento pubblico di fatto non può entrare, la tentazione di molti die-hard di doversi iscrivere a FB per mettere le mani su quella mole infinita di dati può crescere a dismisura. Insomma, ormai è guerra fra due colossi per accaparrarsi la parte più interessante e redditizia del Web. Per gli utenti, invece, la "soddisfazione" di poter entrare ancora più a fondo nelle vite altrui (nonostante i divieti) con ricerche sempre più precise, sempre più (teoricamente) invasive. Sempre più in grado di dire chi siamo, chi siete.

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