sabato 26 gennaio 2013

LA RAGIONE OSCURA (DI CONDIVISIONE)

Riprendo un articolo pubblicato sulla versione cartacea di Wired di dicembre (apparso successivamente sul portale online) per riflettere sulle parole di un giornalista della prestigiosa rivista The Atlantic a proposito della "nuova" visione della Rete che vede i social network assoluti protagonisti della condivisione e dell'interconnessione tra utenti. Da utente navigato della Rete, A. Madrigal spiega che non è certo Facebook ad aver "inventato" il concetto di sharing di risorse tra persone: vero, il vostro social network preferito ha sicuramente incentivato questa pratica e allargato la base di utenti e se vogliamo la stabilità delle connessioni grazie alle reti interconnesse di amicizie; tuttavia, anche prima di Facebook si condivideva, e non poco. Anzi, i metodi "tradizionali" di scambio di informazione, che rappresentavano prima l'unica via per il passaggio di informazioni, sono tuttora vivi, vegeti e assolutamente primari. Lo certificano i dati: due terzi del traffico Web che "atterra" in una data risorsa della Rete proviene da canali che non sono riconducibili ai social network più in voga. I veri canali della condivisione, dunque, a dispetto della mancanza di molteplicità istantanea che garantiscono Facebook e dintorni, sono quei metodi "giurassici" come la messaggistica istantanea, i gruppi di discussione e la intramontabile (ma solo per alcuni) posta elettronica. Tutti mezzi, questi, poco pubblici e monitorabili, soprattutto dal punto di vista delle aziende che fanno dello sfruttamento dei dati (sensibili) la loro fonte di ricchezza e per questo definiti il lato oscuro della condivisione. Forse un'email è più sincera di un post su Facebook, forse questa è condivisione autentica perché sentita. Per ora vince ancora la forza oscura, è chiaro.

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