Tra rassegne stampa e comunicazioni personali si incrociano due storie che hanno molte similitudini e alcuni contrasti figli dei nuovi media: strumenti diversi eppure simili nel potere comunicativo, professioni (e identità) simili tra loro eppur differenti stili, azioni clamorose - una in entrata, una in uscita. La prima: un noto scrittore e giornalista (cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia) chiude il suo profilo Facebook perché qualcuno ha rubato la sua identità (prerogativa di vip e non solo, e oggetto di importanti dibattiti) e lui non può più reggere questa falsa situazione. Decisione un po' forte, ma che forse sposta l'asticella dell'eterno dibattito tra Verità e Finzione (soprattutto nell'era digitale) un pochino più su. Di certo il nostro scrittore non sparirà nell'ombra: basterà cercarlo altrove, qualche appassionato di sole bacheche potrebbe addirittura scoprire nuove fonti di informazione.
La seconda: di fatto quasi in contemporanea uno scrittore - e saggista, e critico, e tante (troppe?) altre cose - annuncia il suo trionfale ingresso nel mondo di Twitter. A corredo del primo cinguettio la dichiarazione di autenticità virtuo-identitaria sembra voler certificare il gran momento, come se bastassero due righe, una mini-foto e poco più per affermare la Verità e per scacciare il Falso che intorpidisce la Rete. Insomma, nella porta girevole del grande mondo virtuale c'è da registrare un arrivo e una partenza. In entrambi i casi follower e fan se ne faranno una ragione.
lunedì 8 ottobre 2012
GENTE CHE VA, GENTE CHE VIENE
Pubblicato da kikkuzzo alle 10/08/2012 10:15:00 PM
Etichette: facebook, inganno, psicosi collettiva, tormentone
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