giovedì 11 ottobre 2012

WON'T WANT IT

Autunno: la stagione perfetta per introdurre novità in campo tecnologico. Il perché è presto detto: perché si "torna a scuola" dopo la pausa estiva (la scuola non è un caso: in genere è proprio quello dei teenager il mercato più remunerativo per i prodotti di mas...ehm, irrinunciabili), perché la mania da regalo natalizio si sta avvicinando, perché comincia a far freddo e la gente è più propensa all'acquisto di tecnologia domestica, e via discorrendo. Facebook non fa eccezione, e sta infatti introducendo alcune nuove funzionalità per i propri affezionati utenti. Nell'evidente ottica della massimizzazione dei profitti attraverso la pubblicità e la vendita di prodotti, il tanto amato pulsante Like avrà presto alcuni "cugini": già qualche tempo fa era stata paventata la possibilità di introdurre alcuni pulsanti in grado di mostrare pubblicamente molte attività riconducibili alla diffusione di prodotti commerciali, ma ora è ufficiale la sperimentazione del pulsante Want, ossia un modo palese per dire al mondo e ai vostri amici che desiderate tanto questo o quell'oggetto. Considerata anche la funzionalità introdotta attraverso Facebook Gifts, direi che basta fare due più due per capire che Facebook sta affondando il colpo decisivo per "uscire" definitivamente dalla sua realtà virtuale per entrare in quella molto reale legata ai consumi. In realtà la funzionalità segue la scia già nota delle liste dei desideri (wishlist) che ormai tutti i siti principali di commercio online adottano da tempo, Amazon in primis. L'esempio citato non è "promozionale" ma è voluto, poiché si tratta di un altro esempio di "sfruttamento" dei dati in possesso del fornitore di servizi (ad esempio, la lista degli acquisti effettuati) per proporre altri oggetti di (quasi) sicuro interesse per gli utenti: in più, queste liste possono essere pubbliche, dunque possono diventare un ottimo metodo per evitare regali indesiderati, ma anche un modo per dire "beh, forza, comprami qualcosa"; insomma, un'imposizione morale bella e buona. E tutto questo altro non è che la trasposizione digitale di ciò che avviene nel mondo reale da tempo attraverso le liste regalo che si aprono per le numerose (troppe?) ricorrenze: utile, sì, ma anche una vera e propria spersonalizzazione del concetto di dare-e-ricevere. Che dire: si vede che la gente vuole questo.

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