sabato 16 luglio 2011

DATI SENSIBILI, LA NUOVA P-REDA

Furti d'identità, razzia di dati reali delle persone: l'informazione digitale passa anche da questi inconvenienti, in quello che si può definire il vero e proprio business del nuovo millennio. Beninteso, la pratica del trattamento e smistamento dei dati può essere effettuata in maniera lecita e illecita, volontariamente e involontariamente: negli ultimi tempi la cronaca è piena di questi eventi. Solo per citarne un paio recenti: l'attacco alla Sony, l'attacco ad Amazon, l'attacco alla Sony attraverso Amazon (curioso, eh), e così via. Danni di una certa caratura, ovvio, ma forse a livello di completezza di dati c'è di peggio: pensate al vero repository di dati sensibili associabili all'identità delle persone. E quale miglior pozzo da cui estrarre una pressoché infinita vena di petrolio virtuale? Risposta scontata: Facebook.
Ovviamente la favoletta che racconta di Facebook come luogo sicuro e inviolabile resta una favoletta, appunto. Casi di furto di dati sono già parte (non onorevole) della storia del sito, e magari finisce che se la montagna non va dall'hacker è l'hacker che va alla montagna (e se il quartier generale di Facebook fosse stato a Mountain View avrei fatto la battuta dell'anno). A questi eventi se ne aggiunge un altro: è notizia recente del tentativo riuscito da parte di un hacker di intrufolarsi nella base di dati di Facebook prelevando dati sensibili (foto, informazioni, gusti, e chi più ne ha più ne metta) di circa ottantamila utenti del sito. Certo, parliamo di una porzione infinitesimale della popolazione FB, ma la notizia sta nel fatto che il "buco" scovato da Reda Cherqaoui interessa anche il protocollo https, ossia quello definito "sicuro". Lui si definisce un "hacker bianco", poiché il suo intento non è quello di lucrare su queste iniziative, ma solo quello di "avvertire" come sia semplice aggirare le protezioni di questi siti che custodiscono informazioni divenute ormai molto preziose. Ma si sa, spesso gli avvertimenti sono silenzi assordanti che cadono spesso nel vuoto.

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