domenica 13 marzo 2011

IL TERZO INCOMODO

Che il mondo digitale nasconda insidie radicate in profondità non è una novità: il problema, tuttavia, risiede nel far sì che un uso corretto possa far affiorare gli aspetti positivi rispetto alle potenziali conseguenze negative. Non c'è giorno (soprattutto in Italia) che gli organi di informazione non ci delizino con intercettazioni telefoniche per questo o quel personaggio più o meno pubblico: segno che ovunque ci si trovi, il rischio che ci sia un terzo ascoltatore è piuttosto elevato. Pare anche che la cara, vecchia intercettazione sia ormai obsoleta: la nuova frontiera è rappresentata da Facebook, e la cosa è stata rivelata in modo poco velato. Candidamente, il procuratore capo di Bari ha affermato senza mezzi termini che Facebook è ancor meglio delle intercettazioni telefoniche, poiché - in combo con i sistemi di geolocalizzazione come Places - si ottengono informazioni geograficamente precise e contenutisticamente inconfutabili senza addirittura ricorrere alla lenta burocrazia delle autorizzazioni giudiziarie. Il procuratore illustra i successi di questo nuovo mezzo per la risoluzione di numerosi casi legati a casi giudiziari, e sdogana di fatto questa procedura come strumento al passo coi tempi per l'attuazione di una vera e propria Giustizia 2.0. Giusto? Sbagliato? Non è questo il punto: ma siccome le notizie non vengono mai sole, senza andare troppo lontano nel tempo, si scopre che una situazione correlata ha avuto luogo non più tardi di ieri. D'altronde è il vostro social network preferito, ma anche quello preferito da chi vuol scoprire le vostre cose, che vi piaccia o no.

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