lunedì 8 novembre 2010

UN "CONSIGLIO": STAI ATTENTO A CIO' CHE DICI...

Facebook e politica: binomio potenzialmente esplosivo, soprattutto con l'avvento della logica dell'have your say in tempo reale. Tra i personaggi politici (e quelli pubblici in generale) è un must avere una pagina personale per essere a diretto contatto con i cittadini: ovviamente la cosa ha un senso, d'altronde quale miglior mezzo per raggiungere potenziali elettori? Peccato che per ogni sostenitore ci sia un detrattore, e spesso finisce che più che dialogo costruttivo si parla di dialettica totalmente distruttiva. E' notizia di oggi lo "sbarco" su Facebook di Sua Maestà la Regina del Regno Unito: un modo per avvicinarsi ai suoi sudditi, certo, ma come in tutte le case reali (reali nel senso di rango, questa di fatto è una casa "virtuale") ci sono delle regole severe da rispettare. Una su tutte? Evitare espressioni offensive e ingiuriose: d'altronde offendereste mai la Regina di persona? Probabilmente no, dunque perché farlo online? Perché online pensate che la si possa far franca? Perché non esiste educazione (in tutti i sensi)? Probabilmente è questo il punto: in rete e schermati da un computer tutto è concesso, ma non va proprio così. Questa logica evidentemente non è presa così tanto in considerazione a livelli politici più "locali", per così dire. Qualche tempo fa si è scatenato l'ennesimo dibattito sull'uso di Facebook come agorà ideale per insulti offensivi e poco educati. La "miccia", per così dire, è stata innescata durante un recente Consiglio Comunale della città di Bari, allorché il Sindaco del capoluogo pugliese ha pensato bene di interfacciarsi con la sua schiera di sostenitori proprio nel bel mezzo della seduta politica, scrivendo commenti relativi agli interventi dell'opposizione. Apriti cielo: subito si è scatenato il popolo della Rete che ha cominciato, proprio sulla pagina FB del primo cittadino, a subissare di insulti (anche pesanti) il "nemico" politico. Quest'ultimo, accortosi che il Sindaco prestava attenzione solo al suo mezzo elettronico (un iPad, per la precisione) lo ha accusato di scarso interesse nei confronti delle problematiche della città, poiché di fatto "perdeva tempo" su Internet e sul vostro social network preferito. Ora, premesso che la storia potrebbe avere un seguito giudiziario, il problema è duplice. Da una parte c'è il popolo della Rete che fa dell'insulto facile una ragione di vita (probabilmente non rendendosi conto che scripta manent, e che dietro alle ingiurie ci sono i loro nomi e cognomi, dunque sarebbero facilmente perseguibili), dall'altra c'è una figura pubblica (destra o sinistra, ovviamente non importa) che magari con un pochino di raziocinio in più avrebbe potuto evitare di alzare il consueto polverone. Una volta ci si estraniava da noiose riunioni scribacchiando su un foglio e vagando con la mente: attività poco sociale e molto offline, ma almeno nessuno ti poteva tacciare di cattiva educazione. Ora si scribacchia su un tablet e lo sa tutto il mondo: la differenza sta solo (per così dire) in questo piccolo particolare.

3 commenti:

Lella ha detto...


LOL with HRH

Anonimo ha detto...

Questo articolone merita parecchio! Complimenti. Oltretutto perchè con la quantità di idoti che ci sono queste cose sono all'ordine del giorno! Anche nelle riunioni!

kikkuzzo ha detto...

Thanks E.!! :)