mercoledì 2 maggio 2012

UN PREMIO IN "DONO"

Agli annuali Webby Awards, una specie di premi Oscar del Web, Facebook si aggiudica l'ennesimo premio come prodotto della Rete. D'altronde come può un vero e proprio gigante del Web che si "nutre" di centinaia di milioni di utenti non essere in cima alle preferenze digitali? Da premettere che, nonostante i titoli siano tutti per FB, il premio assegnato al vostro social network preferito non è quello di miglior-sito-dell'universo-conosciuto: una cosa del genere è finita nelle mani di Instagram, che però guarda caso è stata acquisita recentemente proprio da Facebook per due spiccioli, ossia un miliardo di dollari. A Facebook spetta il riconoscimento speciale assegnato dagli utenti per i cambiamenti a livello sociale. Il people's special achievement for social change è abbastanza importante, soprattutto alla luce dei mutamenti geopolitici degli ultimi mesi - leggi Primavera Araba - e che hanno visto FB e Twitter protagonisti (per una volta) utili.
Ecco, i cambiamenti sociali. Oltre ad aver modificato le nost...le vostre vite in un modo o nell'altro, Facebook si integra in maniera ancora maggiore promuovendo funzionalità sempre più dettagliate. La notizia è recente e riguarda la possibilità (solo nel Regno Unito e gli Stati Uniti, per ora) di rendere pubblica la propria disponibilità a donare i propri organi. In fondo gli iscritti a Facebook sono già donatori, nello specifico donatori dei propri dati più sensibili, ma la questione trascende il puro discorso commerciale, o almeno si spera: la motivazione di fondo a questa scelta si pone per fini di sensibilizzazione sociale, ma come spesso accade, quando si parla di Facebook, è facile incrociare una sì tanto nobile causa con questioni relative alla propria privacy e alla profilazione degli utenti, generando i soliti dibattiti infiniti. Forse il vero problema è dover parlare di queste cose associandole ad un'azienda di fatto privata che fa dei dati la propria ricchezza, mentre i cambiamenti sociali di questo tipo sono portati avanti da organismi statali, e già da tanto tempo. Il problema è la mancanza di appeal che provocano i "pallosi" siti istituzionali, o forse perché ormai tanta, troppa informazione passa da Facebook.

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