martedì 7 febbraio 2012

L'INUTIL QUARTO

Ogniqualvolta che si digitano contenuti online che finiscono sul Web si contribuisce ad aggiungere nella grande nuvola della Rete un frammento potenzialmente eterno di byte semantici. Il Web 2.0 e quello social poi hanno ulteriormente allargato la base di utenti in grado di contribuire a questo aumento, di fatto allargando ulteriormente la forbice tra contenuti "buoni" e quelli "cattivi". In altre parole: un backlink o uno status update possono avere utilità diverse, non solo per quanto riguarda la fruizione del contenuto, ma anche per ciò che riguarda l'oggettivo interesse che esso suscita. E pazienza se il trend vuole che sia il commento di ciò che si sta facendo in questo momento a suscitare più interesse rispetto ad un link che rimanda ad un contenuto più "serio" e che magari accende una discussione virtuale (e non) potenzialmente costruttiva: si sa, il Web oggi va così.
Oppure no: uno studio statunitense (citato da NFTS) indica che un quarto dei tweet che circolano in Rete è da considerarsi inutile (o non utile, fate voi). Questo vuol dire che un cinguettio su quattro dice cose che riempiono solo il Web e basta. Aggiungiamoci anche un sostanzioso 39% di messaggi neutri (non utili, non inutili) e il quadro che si delinea è abbastanza delineato e soggetto a conclusioni abbastanza nette.
In realtà Twitter e Facebook (solo per citare i due più grandi social) non sono identici, e magari uno studio sull'utilità dei contenuti che passano sul vostro social network preferito produrrebbe percentuali diverse. Inoltre, Twitter non è forzatamente un network identitario, anzi ti porta a seguire gli sconosciuti (dai contenuti interessanti) piuttosto che i vicini di casa. A suon di cinguettii degli utenti nel tempo si è addirittura modellato, diventando (per stessa ammissione del suo co-fondatore) non più un social network "puro", ma un aggregatore di notizie in tempo reale che fa dell'interesse di massa (la parte "buona", evidentemente) il suo punto di forza, tanto da varcare alcuni limiti "istituzionali". Insomma, meglio la troppa utilità che un'evidente inutilità, no?

PS. Per carità, anche i contenuti qui riportati possono avere un interesse pari al (o sotto) lo zero, ne sono consapevole.

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