venerdì 24 febbraio 2012

CON...DIVISIONE

Molto, molto interessante l'analisi comparsa su un blog redazionale del portale di Wired sul rapporto tra contenuti pubblicati e la volontà di diffusione & condivisione degli stessi da parte degli utenti della Rete, in particolar modo di quelli iscritti sul vostro social network preferito. 
I dati snocciolati parlano chiaro: un argomento specifico riscuote un determinato successo "netto" in termini di contatti su siti, ma non è detto che questa popolarità si rispecchi proporzionalmente in termini di condivisioni sui vari social (FB su tutti, visto che la condivisione su Twitter non ha lo stesso appeal, nonostante sia proprio questa una delle funzioni principali del "network del cinguettio"). Nello specifico si analizzano servizi appartenenti a due domain popolari eppur differenti, visto che uno è di facile condivisione, l'altro - un po' più hot - ha percentuali di sharing  più basse (ma maggiori visualizzazioni - anonime sul sito, of course).
Motivazioni alla base di questa tendenza che si può definire B2C, vista la presenza di un contenuto "professionale" (quello dei siti) a disposizione degli utenti della Rete, ossia veri e propri clienti? Beh, è chiaro che qui si presenta una distinzione forte, ossia quella della navigazione "libera" su siti e quella fortemente identitaria dei social. Il rischio di profilazione (non tanto da parte dei gestori dei dati che fanno dell'informazione dettagliata uno strumento di potere, quanto dei propri amici) derivante dal tipo di condivisione suscita ancora degli effetti sugli utenti, creando una spaccatura netta tra quello che si può fare&condividere e quello che si può fare un po' meno.

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