venerdì 9 dicembre 2011

VIZIO DI FORMA... IN 140 CARATTERI

Con la Giustizia, si sa, non si scherza: ovvio che in determinate situazioni ci si debba attenere a regole precise (anche di abbigliamento, per dire), altrimenti si rischia di mandare all'aria interi dibattiti legali. E in effetti è ciò che è accaduto in Arkansas, Stati Uniti, durante un processo di condanna a morte (non proprio di un furto di caramelle). Il motivo? In realtà è duplice: è stata chiesta l'istituzione di un nuovo processo perché tra i giurati uno dormiva (inevitabile pensare agli illustri precedenti), l'altro era intento in una serie spasmodica di tweet. Già: un giurato, in barba ai regolamenti che vietano qualsiasi di contatto con l'esterno durante le fasi processuali, ingannava l'attesa su Twitter. Non ci è dato sapere se parlasse del caso in aula o se stesse ingannando l'attesa, fatto sta che anche in luoghi "sacri" come i tribunali tocca difendersi (è proprio il caso di dirlo) dalla mania di fare e essere social a tutti i costi.

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