lunedì 5 settembre 2011

I'LL TWEET YOU A TALE - NOW GO TO JAIL!

Acquisire informazioni nell'era digitale è forse quanto di più semplice ci possa essere, ammettiamolo. Lo possono fare tutti quelli con un minimo di conoscenza degli strumenti: basta accendere un computer o un cellulare e si entra nel mondo della Rete alla ricerca di notizie, dati, fatti e simili. Certo, poi esiste la ricerca indiscriminata e quella con criterio (merce rara, quest'ultima): credere proprio a tutto quello che passa in Rete non sembra essere scelta saggia, anche perché la cosa va di pari passo con la mania da tweet&post di alcuni (molti) utenti.

Con conseguenze anche gravi: in Messico alcuni utenti Twitter hanno pubblicato false informazioni solo per scherzo, causando il panico tra la popolazione della città di Veracruz. Risultato? Rischiano trenta anni di carcere (un tot di mesi per ognuno dei 140 caratteri disponibili, in pratica). La vicenda ricorda una situazione simile accaduta in Inghilterra, e sempre senza una reale intenzione. Cogito ergo post. Sicuri vada sempre così?

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