Volete una prova che i social network (uno a caso: Facebook...ma uno a caso, eh) NON rappresentano la vita reale? Sentite qua: un uomo ha scoperto che su FB esisteva un account a suo nome, con le sue generalità, la sua foto e tutto il resto. Responsabile della cosa? La sua adorata mogliettina, che spacciandosi per il marito, era riuscita a "ricostruire" un network di vecchie amicizie, e ovviamente, all'insaputa del marito, è riuscita a farsi raccontare aneddoti di vita passata (sempre giocando il ruolo del marito, probabilmente sull'onda dei "ma ti ricordi quando eravamo giovani, quante ne abbiamo passate??" e simili). La fedele mogliettina ha così scoperto un passato non limpidissimo del marito, evidentemente a lei taciuto in fase di promessa matrimoniale.
Ripercussioni? Beh, vista la totale mancanza di fiducia da parte del coniuge e l'arguto sistema architettato dalla dubbiosa consorte, il divorzio della coppia è dietro l'angolo (sempre sulla scia della Giustizia 2.0 e sulla validità giuridica dei dati postati). Ma occorrono due considerazioni: è evidente che potenzialmente questo genere di episodi possa verificarsi (ahimè) con chiunque, e considerando che gli utenti FB sono attualmente centinaia di milioni, il rischio di appropriazione indebita d'identità altrui è sempre dietro l'angolo. Secondo: ecco le dichiarazioni degli espertoni in materia (da Repubblica.it). "Il caso di specie rappresenta una grave violazione della privacy...[hmm, strano, ndr]". [...] [Facebook si è] rivelato troppo vulnerabile e privo di adeguate barriere di sicurezza volte a garantire i propri utenti". Vulnerabile Facebook? Privacy violata? Musica per le mie orecchie...
giovedì 17 dicembre 2009
TI RICORDI QUELLA VOLTA...?
Pubblicato da kikkuzzo alle 12/17/2009 05:49:00 PM
Etichette: facebook, inganno, netiquette, privacy, psicosi collettiva
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