venerdì 1 novembre 2013

IDENTI...CHì?

Immaginate Facebook come una grande (grandissima) arena, con due ingressi. Da una parte si entra, dall'altra si esce: ecco, teoricamente ci sarebbe la fila per entrare, ma è pur vero che dall'altra parte della barricata il tornello di uscita ogni tanto si muove. Insomma, c'è chi per un motivo o per un altro abbandona il vostro social network preferito: strano ma vero. Eppure, stando all'ultimo resoconto dei risultati economici e statistici di Facebook vien fuori che sempre più adolescenti e ragazzi abbandonano questo social network in favore probabilmente di Twitter o più semplicemente di una vita meno soci(digit)al, anche se tutto questo non frena FB dall'ottenere una montagna di utili derivanti dallo sfruttamento dei suoi dati a vari livelli. C'è però un dato che fa riflettere: secondo uno studio effettuato su una rivista scientifica, il profilo dell'utente medio che abbandona Facebook è maschio e ha circa trent'anni (31, a dire il vero), e lo fa perché ha a cuore la propria privacy. Come interpretare questo dato? Entrare negli enta significa di punto in bianco metter su giudizio? Possibile, ma è anche possibile ricollegare questo dato alla storia della Rete. Chi ha trent'anni o giù di lì è probabilmente cresciuto con un altro concetto di Internet, fatto di connessioni lente e conversazioni non identitarie, dove non bisognava per forza doversi connettere con il proprio mondo ma connettersi ad un mondo potenzialmente più ampio, meno legato da concetti di network a tutti i costi, forse un tantinello più coscienzioso. Insomma, una Rete fatta di "pericolosi" cibi e di un po' di sana diffidenza nei confronti di ciò che c'era dall'altra parte dello schermo. Magari non è così, però dopo aver provato l'esperienza della vicinanza digitale a tutti i costi, alcuni di loro son voluti tornare non dico agli albori, ma ad una condizione che hanno già sperimentato e che magari così male non è. Ecco, magari non è così: toccherebbe chiedere a chi gli enta li ha davvero sulle spalle...

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