venerdì 4 ottobre 2013

(SOVRAC)CARICAMENTO IN CORSO

Molto interessante il confronto di vedute tra due scuole di pensiero diametralmente opposte riguardante gli attuali scenari digitali che caratterizzano la nostra società e le nostre vite iperconnesse. La domanda di fondo è: siamo esposti ad un flusso di informazioni troppo grande da poter seguire? Detta così ognuno di noi credo si possa dare una risposta figlia della propria esperienza personale: tuttavia, il problema è ben più ampio. Sarà forse per via dell'età, ma tra i "catastrofisti" vi è un noto sociologo che afferma che le informazioni provenienti dai vari media sono così tante e continue che ciascuno di noi finirà col perdersi nel mare magnum dei dati, non riuscendo più a distinguere a livello qualitativo le nozioni di vero interesse: il rumore delle informazioni, dunque, vince sulla ricchezza informativa e razionalmente selezionata. Dall'altro lato, invece, c'è un esperto di media digitali il quale afferma che può essere anche vera questa corposa presenza di nozioni da seguire, ma la Rete è ormai progettata anche per poter filtrare a proprio piacimento i flussi informativi, facendo appunto emergere la qualità dei contenuti, in un modo o nell'altro.
C'è anche un altro interessante "duello" di visioni contrapposte a proposito del concetto di interesse degli individui nei confronti della privacy ai tempi di Facebook e dintorni, ed è sempre stimolante leggere le ragioni che portano a difendere teorie contrapposte. In questo caso, ad esempio, non credo esista una verità assoluta. Certo, è sicuramente vero che i ritmi frenetici ci portano a non essere materialmente in grado di poter gestire un flusso continuo e in tempo reale di informazioni; ed è sicuramente vero che l'ampliamento della base partecipativa di utenti della Rete ha probabilmente abbassato il livello medio della qualità dell'informazione e ampliato in maniera inversamente proporzionale la quantità; ma va pur sottolineato che è l'esperienza personale a determinare la capacità di far fronte al flow informativo che è presente sui nostri computer o smartphone. Non va dimenticato che è nelle capacità personali di attenzione, concentrazione e assimilazione di nozioni nuove o preesistenti che si può determinare la differenza tra un soggetto bombardato dalle informazioni e un individuo anche più "razionale" nel controllo dell'informazione stessa. Con l'esplosione dei social network, poi, si determina l'area geografica del proprio interesse: c'è chi usa Facebook per sapere cosa fa il vicino di casa, chi continuerà a usare siti e blog per sapere che tempo fa dall'altra parte della terra o su qualche altro pianeta. C'è chi penserà che i social ci facciano diventare stupidi: e chi, magari, partendo da questa nozione li userà in maniera intelligente. Basta caricare il cervello, senza sovraccaricarlo.

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