- They see me rollin', they hatin' -
Nel gioco degli opposti, notoriamente ciò che piace non può non piacere e viceversa (anche se "restare indifferenti" è un'opzione di mezzo, ma non è questa la sede per essere pignoli). Capita dunque che il concetto del "mi piace", base portante dell'ultimo concetto di Web e di Facebook in particolare, si presti ad una riflessione d'obbligo: cosa fare in caso di qualcosa/qualcuno che non piace? E cosa fare se questa assenza di gradimento fosse così grande da trasformarsi in odio? Beninteso, quest'ultima parola è molto (fin troppo) d'impatto (questo blog ne saprebbe qualcosa...), anche se è ormai parola abusata e che nel linguaggio comune spesso perde la sua forza: vero è che leggerla o sentirla richiama giocoforza delle impressioni nette, chiare, precise.
Dev'essere da questo presupposto che è stata creata un'applicazione per smartphone che libera la nostra voglia di dire al mondo quanto si odi questo o quello. L'app si chiama Hater (e come, sennò?) e altro non fa che stabilire una classifica di ciò che non-si-ama. Dal traffico cittadino al ballo del momento al "cantante" idolo delle ragazzine, tutto è a portata di dito e si può (virtualmente) odiare in un attimo. Si potrà odiare anche l'applicazione stessa? Quel che è vero è che si tratta di un sistema "esterno" al vostro social network preferito, poiché l'idea non positiva del tasto "dislike" è tanto richiesta dagli utenti quanto osteggiata dal sito stesso. Piaccia o non piaccia, ovviamente.
martedì 19 marzo 2013
UN'APPLICAZIONE DA P...ODIO
Pubblicato da kikkuzzo alle 3/19/2013 08:59:00 PM
Etichette: facebook, marketing, psicosi collettiva, tormentone
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