lunedì 25 marzo 2013

A "FRANK" STATEMENT

Di impostori, bari e criminali è piena la storia, ed è opinione comune che le loro vicende esercitino un grande, innato fascino sul grande pubblico. Se i soggetti in questione sono anche malfattori "buoni", nel senso che non hanno lasciato efferate scie nella loro carriera, allora ci sono tutti i crismi perché quasi si parteggi per loro. La storia di Frank Abagnale è possibilmente una di queste: truffatore di professione, è una persona a suo modo leggendaria, tanto da aver ispirato le vicende di un fortunato film di qualche anno fa (a cui si è già fatto riferimento in queste pagine). Un antieroe positivo, dunque, soprattutto a seguito della sua "conversione": oggi, infatti, Frank gira il mondo (legalmente, stavolta) per condividere la sua esperienza di campo, stavolta non dalla parte dei cattivi. Vien quasi logico chiedere cosa farebbe il buon Frank ai tempi di Facebook e fratelli. La risposta lascia quasi interdetti, ma in fondo è pienamente giustificabile. Abagnale ammette che se avesse avuto all'epoca la possibilità di accedere alla stessa mole di dati che circola oggi nei social network avrebbe ottenuto un compito facilitato migliaia di volte. Egli dunque mette in guardia gli utenti a proposito della facilità di questi ultimi di pubblicare dati sensibili, commenti e like: di fatto si tratta di piccoli elementi di un puzzle ricostruibile in modo agevole e che si presterebbe a comodi furti di identità, con conseguenze facilmente immaginabili. Frank, tuttavia, non è un "integralista" in fatto di social network: i suoi figli sono iscritti a Facebook, ma lui preferisce starne alla larga (e se lo dice lui...); tuttavia, il suo monito punta maggiormente al senso di educazione nei confronti della tecnologia, piuttosto che alla repressione totale. Quella della cultura digitale è però una partita molto difficile da giocare e da vincere, vista l'eterogeneità degli utenti: d'altronde è proprio su questa diversità che i giganti del Web monetizzano non poco. Frank è (stato) maestro dell'inganno: forse è per questo che può parlare della questione con cognizione di causa.

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