venerdì 22 marzo 2013

POST-DIETA

Recita il detto popolare: i politici dovrebbero dare il buon esempio. Niente di più vero, forse soprattutto in questo momento storico per il nostro paese, ma non solo. D'altronde sono o non sono i nostri rappresentanti? Come tali, dunque, essi dovrebbero tenere una condotta che sia consona al blasone che l'Italia ha sempre avuto nel tempo (e chissà se manterrà ancora, va detto).
I recenti risultati elettorali ci hanno consegnato un'Italia spaccata non più in due, ma in tre modi di pensare spesso diametralmente opposti fra loro e difficilmente aggregabili secondo linee guida comuni. E' stata anche una tornata elettorale svoltasi anche per mezzo dei social media, e proprio grazie a questi strumenti "vecchi" e nuovi si è potuto dar voce all'inquieto malcontento di una (sempre più grande) schiera di cittadini-votanti. Ma l'attenzione è rivolta soprattutto ai comportamenti dei politici: tra questi, probabilmente slegato da logiche pure di formazione di governi dell'ultima ora (o forse no?), c'è il gesto di un politico figlio della "nuova" ondata degli esponenti della classe politica nostrana. La persona in questione è ben conscia del valore che ha uno scambio digitale con i cittadini, al punto da aver fatto sorgere più di un dubbio sulla metodologia utilizzata per creare eco mediatica e digitale durante la scelta del candidato da proporre per governare la nostra Nazione. La strategia ha forse pagato con ritardo o forse è solo figlia dell'attuale situazione in cui ci troviamo, visto che si parla del politico che attualmente - ma i dati in politica, si sa, oscillano subito pericolosamente - riscuote il più alto tasso di fiducia tra i cittadini. Eppure, ecco il gesto "eclatante": troppo dipendente da Facebook e Twitter, il giovane politico ha dichiarato di aver rimosso (chissà per quanto) le due applicazioni dal suo cellulare per evitare l'eccessiva dipendenza. Non sarà una chiusura totale, visto che continuerà a mantenere vivo il rapporto digitale con fan e follower nelle cosiddette ore d'ufficio e attraverso un tablet o un computer tradizionale. Non c'è che dire: una condotta da apprezzare quantomeno nelle intenzioni, e si spera che alcuni utenti bipartisan imitino tale gesto avendo compreso che una dipendenza morbosa nei confronti di questi strumenti può creare problemi. Insomma, l'auspicio è che non si tratti di un'azione fine a se stessa. Un gesto di rappresentanza, appunto.

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