lunedì 3 giugno 2013

DIGITO "ERDO" SUM

Concedere la piena libertà di espressione al popolo, soprattutto in quest'Era Digitale, può incontrare il favore della maggior parte delle persone, ma questo può mandare a monte dei piani costruiti passo dopo passo su scala nazionale. Prendete i paesi con un tasso di democrazia pari a quello del sex-appeal di un bradipo: è chiaro che qui i social media fanno un po' a pugni con i programmi di accentramento dell'opinione pubblica e della propaganda nazionale di alcuni leader "accentratori" di potere sparsi un po' per tutto il globo. Già qualche anno fa si era parlato del rischio che un capo di Stato orientale aveva intuito a ridosso delle elezioni, in cui i social potevano rappresentare una forma di opposizione non da poco per ostruire il piano di continuità alla brama di potere. Altro esempio è rappresentato dall'uso dei social da parte di un'intera popolazione per dire basta alla tirannia e scendere in piazza (sul serio!) utilizzando Facebook e compagni come cassa di risonanza per i messaggi di democrazia. Ultima della serie è una dichiarazione del Primo Ministro turco, al quale è stata prontamente affibbiata la nomea di (ma a questo punto si può dire che è stato "taggato come") dittatore a seguito degli eventi drammatici che stanno scuotendo la capitale del paese. Insomma, altro giro altra piazza da riempire, e sicuramente anche stavolta i social network si stanno rivelando strumento utile per aggregare, informare, colpire: insomma, sono usati per fini più che legittimi. Non è tardata la reazione istituzionale, ovviamente. Il Primo Ministro ha infatti dichiarato che Twitter è "la peggior minaccia alla società" e/o "un pericolo per la democrazia", poiché tante, troppe sono le menzogne che girano in soli 140 caratteri o in status update. Ovviamente la dichiarazione sembra più un tentativo di arrampicarsi sugli specchi piuttosto che una presa di posizione a cui credere, ma....ma è pur vero che esulando da questo caso specifico, Twitter e compagnia bella (ma anche i blog e in generale tutti gli UCG, per carità) possono essere ricettacolo di non-verità, di passaparola nati dal nulla e che possono avere conseguenze gravi, in molti campi. D'altronde, quante volte si sono sparse notizie false solo perché provenienti da tweet letti ma creati da chissà dove e non verificati? Ancora una volta il problema non è il mezzo, ma l'uso che se ne fa: e qui non c'è rivoluzione che tenga, poiché in alcuni casi è proprio il popolo che deve essere educato alla libertà di espressione.

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