venerdì 15 giugno 2012

NUOVI GURU

Cosa ci si può aspettare da un (ottimo) evento chiamato "Meet the media guru"? Che arrivino personalità reali del mondo virtuali, dei nuovi Steve Jobs (o Tim Cook, il tempo passa, fate voi) pronti ad esaltare la tecnologia a tutti i costi e le meraviglie della condivisione h24? Probabilmente il cliché porta in questa direzione, e invece - sorpresa delle sorprese - si può ragionare in termini di tecnologie e nuovi media anche con un approccio ragionato eppure fuori dagli schemi. Queste pagine non possono quindi ignorare la figura di Geert Lovink, teorico dei media e dunque ipoteticamente uno in grado di parlare di Web e dintorni con una certa cognizione di causa. Ma se speravate che fosse un fan di social e simili probabilmente siete fuori strada: Geert è un critico (a tutto tondo) della Rete, dunque analizza pro e contro della più grande community di risorse che esista. Il suo punto di vista è praticamente di rottura: incrociando società, storia e Rete la sua conclusione vede il superamento del Web 2.0, troppo social al punto da creare una bolla che sta per scoppiare. Niente Twitter, niente Facebook? Beh, dalle sue parole si evince spesso una certa passione per un Web che non c'è più, semi-anonimo, nel quale le interazioni sono più basate sull'effettivo interesse in qualcosa di concreto più che sulle amicizie (o presunte tali): non è un caso che Lovink preferisca bloggare o inviare email, dopo aver cancellato il suo profilo FB e preferendo stare alla larga da Twitter. Insomma, la tecnologia va gestita, altrimenti si rischia come al solito di farla fuori dal vaso. Detto da uno che ha scritto un profetico libro dal titolo Ossessioni collettive, forse c'è da riflettere un attimo sullo stato delle cose. Detto da un guru, forse c'è da dargli retta. Geert, qui la si vede in maniera simile, eh.

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