mercoledì 20 giugno 2012

LEADER DI OPINIONE

Fare informazione: al di là della rilevanza dei dati, sin da quando l'uomo a iniziato ad esprimersi ha di fatto "creato" una mole di conoscenza che si è evoluta con il tempo. Diffondere un'opinione comune non è prerogativa di questi ultimi anni, ma sicuramente la rivoluzione digitale ha portato ad un'accelerazione (e non per questo per forza un miglioramento) di questo processo, e l'esplosione dei social network l'ha praticamente certificata come una prassi comune, senza limiti spaziali e temporali. Ne sono una prova i trending topic di Twitter, ma sicuramente anche le infinite discussioni che animano le bacheche di chi usa Facebook per sensibilizzare l'attenzione su problematiche non per forza ascrivibili a facezie. Certo, poi si scopre che con Internet tutti siamo capi di Stato mancati o (ancor più) allenatori di calcio (in questo periodo meglio dire Commissari Tecnici) perché tutti hanno una soluzione a tutto, e non manca occasione di spiattellarlo a mezzo social. Ma se pensate che oggi l'opinione si faccia solo tramite una schermata video, (forse) vi sbagliate di grosso.
Che ci crediate o no, a tirare la carretta in fatto di luoghi in grado di aggregare e far parlare c'è ancora il buon vecchio bar: sì, il bar, il baretto, quello per la colazione, il brunch, il pranzo, l'aperitivo, l'apericena. Il bar, quello in cui si può parlar di tutto come politica, calcio o gossip e chissà quale altro argomento. E non lo dico io (perché assiduo frequentatore di bar?), ma dei cosiddetti esperti che giudicano ancora questi luoghi degli aggregatori sociali in grado di fare la differenza in quanto a produzione di argomenti. La ricerca ironicamente combina i due grandi duellanti (bar e social network, ma non si dimentichi la tv o la radio), poiché commissionata da una ditta che "vive" di prodotti da bar e effettuata attraverso il metodo dell'opinione via Web. Vero o no, pare che la chiacchiera (da bar) dal vivo risulti ancora più importante di quella virtuale. Allora i social sono falsi leader: magari al prossimo caffè scoprirete la verità.

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