lunedì 22 marzo 2010

GIU' IL CAPO, QUANDO C'E' GIU' IL CAPO...*

In questo post si parlava delle regole da rispettare per non far diventare Facebook e i vari social network delle armi di ritorsione da parte dei propri datori di lavoro. Bene, stavolta l'arma usata dal datore di lavoro è proprio Facebook. Chiariamoci, stavolta il vostro social network preferito non è la causa di un qualcosa di negativo, ma un puro e semplice mezzo che è comunque destinato a suscitare polemiche. Il Sun (sì, sempre quello che parla dei fatti e sbatte le "vittime" in prima pagina con tanto di servizio fotografico fashion) ci informa del primo licenziamento in Gran Bretagna (ma non penso sia il primo a dire il vero) avvenuto proprio tramite Facebook. Il datore di lavoro della studentessa Chelsea Taylor, infatti, ha informato la ragazza che il suo lavoro part-time in un bar era da considerarsi concluso. Il motivo? La ragazza aveva perso una banconota da 10 Sterline (11 Euro circa, al cambio attuale). Il mezzo per la lettera di licenziamento? Un messaggio online proprio su Facebook.
E ora, la parte più bella. Il modo e lo stile del comunicato? Meglio di una lettera di uno studio forense. Il messaggio recita testualmente (testualmente, maiuscole, minuscole e punteggiatura comprese): "hiya chelsea its elaine from work. sorry to send u a message like this but bin tryin to ring u but gettin no joy. I had to tell the owner bout u losin that tenner coz obviously the till was down at end of the day. she wasn't very pleased at all and despite me trying to persuade her otherwise she said to let you go. I'm really sorry. if u call in the week with your uniform i'll sort wages out. Once again I'm really sorry but it's out of my hands. Elaine xx".

Cosa volete che dica? Che tutto ciò è poco professionale? Che un datore di lavoro si metta a scrivere come un bimbominkia (neologismo generazionale del terzo millennio) dimenticandosi cosa sia la cara, vecchia lingua inglese? Oppure che sono preoccupato del fatto che scrivere su Internet sia prerogativa di noncuranza linguistica? Se poi aggiungiamo che Google ha lanciato il servizio Real Time Search e che quindi tutti i nostri bei messaggi scritti con le "k" finiranno nell'indicizzazione del motore di ricerca, allora la frittata è fatta. E Facebook c'entra poco. Anche stavolta, è solo un mezzo. Sono alcuni dei suoi "abitanti" che non vanno...

PS: Lo screenshot del messaggio incriminato è stato pubblicato dal Daily Mail (con l'immancabile foto della "vittima"). Ma è il Telegraph (con l'immancabile foto della "vittima") a stupire pubblicando il messaggio originale corredato dai (sic) per ogni storpiatura grammaticale. Well done, 'graph!

*Anche questo titolo è una citazione...

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