Dopo il caso del ladro che ha pensato bene di aggiornare il proprio profilo di Facebook durante un furto, ecco un altro caso: il Sun ci delizia con la storia di criminale che è riuscito a fuggire dal commissariato di Suffolk per trascorrere le vacanze natalizie a casa propria. Naturalmente, non pago dell'evasione, ha pensato bene di sbeffeggiare tutti postando delle sue foto che provassero la sua avvenuta libertà. E quale mezzo migliore, se non Facebook? A parte i suoi commenti (tra cui un ironico "oh no, sento delle sirene...è finita - ah no, falso allarme, era solo un'ambulanza"), il latitante ci omaggia di alcune sue foto: una mentre sforna un tacchino dal forno, un'altra con l'ironico cartello Se avete visto quest'uomo, si prega di chiamare il 999 - con tanto di dito medio a corredo del tutto.
Naturalmente il tutto scatena la verve critica degli utenti FB, che hanno creato gruppi a favore e contro il personaggio. Ma la cosa più inquietante è il numero di amici del latitante, ben 1247 (sicuramente il numero è destinato a crescere, sono sicuro): tutti amici o le solite persone che pensano che aggiungere un nuovo amico-idolo alla loro lista sia veramente cool?
lunedì 28 dicembre 2009
EVASIONI NATALIZIE
Pubblicato da kikkuzzo alle 12/28/2009 03:43:00 PM 0 commenti
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lunedì 12 luglio 2010
LA FUGA E' FINITA
Una delle breaking news delle ultime ore racconta dell'arresto, da parte delle forze internazionali di polizia, di un giovanissimo latitante, Colton-Harris Moore, noto anche come "il ladro dai piedi scalzi". Colton, 19 anni, è ovviamente una star mondiale, poiché per due anni è scampato sempre alla cattura, godendo nel fotografarsi con quell'aria da teenager che pensa "ancora una volta ho vinto io". Stavolta però la sua fuga è finita, e dopo aver compiuto rapine e aver preso possesso di bici, auto, barche e aerei (sì, aerei che lui sa pilotare con una certa dimestichezza, frutto dell'esperienza sui simulatori di volo), si prospetta ora il sole a scacchi. Ora, direte voi, il buon Colton si sarà tradito postando le sue immagini su Facebook. Sbagliato, pare che lui amasse guardare la Tv nei momenti tra una fuga e l'altra, quindi stavolta il vostro social network preferito non c'entra. O meglio, è il contorno legato alla vicenda a costituire l'oggetto della questione. Il ragazzino-ribelle è una celebrità planetaria: ebbene, dove si può trovare il suo Fan Club "ufficiale" (più di uno, invero)? Su Facebook, naturalmente (non indico i link per decenza), e non parliamo di pochi sparuti sostenitori: solo in due gruppi si raggiunge la somma di 100.000 "tifosi" del latitante. Dov'è il problema? Il problema è che ormai basta un solo clic per essere fan di questo o quell'altro personaggio, e il bello è che più il soggetto in questione è controverso, più questo riceverà attenzioni mediatiche. Che molti parteggino per i cattivi, è un dato di fatto. Si può rispettare la scelta personale, per carità, ma il motivo che spinge molte persone a diventare pubblicamente fan di un trasgressore della legge (per quanto "mitico possa essere), mi risulta davvero oscuro. E se il sostegno a queste persone oggi si rivelasse controproducente un domani, magari sul luogo di lavoro (o di un possibile lavoro)? Che importa, diventare fan dell'ennesimo gruppo o dell'ennesima futilità sembra essere decisamente più importante.
UPDATE: certo, le notizie non vengono mai da sole. Repubblica.it sembra profetica in questa notizia che si collega dritta dritta al concetto esposto qui sopra. Il caso è un altro, stavolta non è un "semplice" ladro ma un assassino, Raoul Moat, che ha una pagina con migliaia di fan. A tutti quelli che mettono la loro faccia sotto la scritta "... people like this", i miei complimenti, ci vuole fegato.
Pubblicato da kikkuzzo alle 7/12/2010 03:46:00 PM 2 commenti
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giovedì 3 giugno 2010
IL LATITANTE E' SULL'ELENCO
L'elenco non è quello dei ricercati (appunto), ma il grande elenco degli schedati digitali, ossia Facebook. Pare che anche le persone con qualche problema con la giustizia non riescano a stare alla larga dal vostro social network preferito, forse inconsapevoli che le tracce digitali alla lunga risultano una prova schiacciante. La notizia pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno rende nota la cattura di un latitante che si era rifugiato in Brasile dal 2002: attraverso il monitoraggio, da parte della Polizia Postale, delle sue attività su FB, si è potuto risalire alla sua localizzazione e all'arresto (in attesa dell'estradizione). Beh, è evidente che questa persona non ha ancora usufruito delle nuove regole sulla privacy del Signor Facebook...
Pubblicato da kikkuzzo alle 6/03/2010 11:38:00 PM 0 commenti
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