giovedì 29 novembre 2012

"GIUDICATE" VOI...

La mania da cinguettio contagia tutti, anche i più insospettabili. Anzi, forse proprio i più insospettabili. Circa un anno fa era balzata agli onori delle cronache la vicenda di un processo da rifare a causa di una giuria un po' troppo digitalmente attiva, chiacchierona e distratta. Ovviamente non c'è limite al peggio, e i colpevoli stavolta si trovano dall'altra parte dello scranno: già, perché pare che lo scambio compulsivo di tweet stavolta sia avvenuto tra due giudici francesi. In linea teorica non ci sarebbe nulla di male, a meno che non avessero rivelato qualche segreto processuale, o che avessero effettuato questo scambio pubblico di informazioni durante il processo: in quest'ottica le cose cambiano prenderebbero una piega un tantinello diversa. Insomma, come sempre è facile varcare la soglia tra l'uso ragionato e quello spropositato, quello dentro i canoni e quello fuori luogo. E come sempre c'è sempre chi usa troppo questi strumenti e chi magari troppo poco. Vero è che nelle stanze dei tribunali la situazione è abbastanza precaria: quasi quasi vien voglia di proporre i social come nuovi atti ufficiali. D'altronde, di esperti nel campo ce n'è in abbondanza.

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