martedì 31 agosto 2010

PRIMA REGOLA: NON SBIRCIARE

Inutile nascondersi dietro un dito (o dietro ad un computer), la sbirciatina su Facebook è diventato uno sport (inter)nazionale. D'altronde, i (volontari) dati che sono inseriti sembrano lì per dire "eddai, guardami!", quindi la cosa non stupisce. Peccato che i dati pubblici possano finire sugli schermi di chi non dovrebbe, come ad esempio i vostri (prossimi) datori di lavoro. Niente di male in fondo se non si hanno scheletri nell'armadio: d'altronde, chi assume investe capitale sotto forma di risorse umane, quindi fa di tutto per cautelarsi. E invece no: achtung, pare che in Germania le cose non andranno più così. Un articolo di Corriere.it di qualche giorno fa ci informa di una nuova legge teutonica che impedirà ai datori di lavoro di visualizzare i dati sensibili dei propri dipendenti. La "locomotiva d'Europa" come nuovo paradiso della privacy digitale? A norma di legge, possibile. Ma si sa, fatta la legge, trovato l'inganno. E infatti, lucidamente e logicamente basta leggere questo articolo tratto da Wired.it per capire che in teoria tutto è possibile, ma la pratica (complice un sistema che non protegge i dati, e anche l'inabilità degli utenti nel setting delle proprie impostazioni), beh, quella è tutta un'altra storia.

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