domenica 22 agosto 2010

MATURITA' DIGITALE

Sull'edizione cartacea de "La Stampa" di venerdì scorso (ripreso poi anche nella sua edizione digitale, ovviamente) campeggia in prima pagina un articolo di tecnologia e dintorni dal titolo "Dopo Internet meglio cambiare nome". Il succo del discorso: Eric Schmidt, CEO di Google (quindi non un tizio qualsiasi) ha affrontato lo spinoso discorso relativo al conflittuale rapporto tra Internet e la privacy. In sostanza, Schmidt propone una sorta di "indulto digitale": in futuro, al compimento dei 18 anni si potrà cambiare identità virtuale per cancellare in un batter d'occhio tutto ciò che è stato compiuto in precedenza. La scia digitale personale precedente, in sostanza, verrà eliminata d'emblée, come se nulla fosse. Si legge nell'articolo: "[...] per cancellare le bravate memorizzate sui social network".
Vi vengono in mente degli esempi concreti? Insomma, ci siamo capiti. L'adolescenza su Facebook è quindi da liberalizzare e giustificare senza ma e senza se? Strano che un pezzo grosso di un sito che fa delle informazioni il suo cavallo di battaglia si pronunci in tal senso. Il problema è un altro, tuttavia: lasciare la Rete senza freni sarà anche un segno di libertà, ma segnerebbe anche la totale assenza di educazione al Web di cui c'è un gran bisogno, "perché tanto poi verrà cancellato tutto". Senza contare che una volta "maturi" non sembra esserci possibilità di recupero, e di casi di over 18 che si pentono di una foto su Facebook ce ne sono fin troppi. Un semplice colpo di spugna per cancellare pentimenti della vita virtuale? Così è troppo facile, Herr Schmidt.

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