giovedì 10 giugno 2010

OLTRAGGIO

Che piaccia o no, viviamo in una società fatta di regole. Che piaccia o no, queste regole dovrebbero essere rispettate, o almeno bisognerebbe fare di tutto per non esporsi troppo a determinate situazioni. Esiste un "reato" chiamato oltraggio a pubblico ufficiale: in pratica, non si può inveire contro, che so, politici (...) o forze dell'ordine. Se lo fai PUBBLICAMENTE, sono guai, in teoria. Corriere.it pubblica la storia di un 19enne che viene multato dai Carabinieri per non aver indossato la cintura alla guida (toh, un'altra regola da rispettare). Pare che il ragazzo abbia inveito contro i funzionari dell'Arma, ma questi -pare- abbiano chiuso un occhio (un orecchio, direi). Non contento, il ragazzo si è allora sfogato sull'anarchico mezzo di diffusione di pensieri spiccioli, aka Facebook, insultando i tutori della legge per la multa comminatagli. Ma si sa, tutto ciò che nasce su Facebook NON rimane su Facebook: l'offesa è stata segnalata, il ragazzo è stato rintracciato, e alla multa si è aggiunta la denuncia. Capisco la rabbia per la sanzione, capisco che ci si voglia sfogare, ma Internet non è un posto al 100% libero, sebbene voglia completamente esserlo : se qualcuno scrive qualcosa di ingiurioso attraverso un'applicazione che ha in memoria il tuo nome, cognome, misura di scarpe e gusti alimentari, beh, è un po' come darsi la zappa sui piedi. Anche perché, ancora una volta, la storia insegna: verba volant...

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