Certe leggi, si sa, fanno discutere. Ed ecco una che entra di diritto in questa categoria. (Io la approvo, sia chiaro). Come riportato da Gazzetta.it di oggi, il "divieto di accesso" alla partecipazione attiva in rete, in particolare a Facebook, è stato imposto agli arbitri della Federazione Italiana di Basket. Il motivo? I direttori di gara, in genere, non sono autorizzati a rilasciare dichiarazioni in pubblico. Fatto 2+2, si scopre che nessun posto è migliore di Facebook per poter pubblicare un'esternazione legata ai fatti di gioco... in realtà, se aprite il dizionario alla voce "pubblico" troverete probabilmente il vostro amato logo FB (probabilmente lo trovereste anche alle voci inganno, lassismo, psicosi, nullafacenza... ma questa è un'altra storia). Facebook come vera e propria appendice virtuale della propria vita? A quanto pare, sembra proprio di sì. Ma in fondo è giusto: vi immaginate una bacheca FB di un arbitro su cui campeggia una scritta immensa "ARBITRO CORNUTO"? Non sarebbe mica bello, tanto più se si pensa che cancellare i dati da Facebook è più difficile di quanto si pensi...
lunedì 31 agosto 2009
UN DIVIETO DA TRE PUNTI
Pubblicato da kikkuzzo alle 8/31/2009 05:37:00 PM
Etichette: facebook, inganno, netiquette, privacy, psicosi collettiva
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento