martedì 8 aprile 2014

LEGGERE COSE LEGGERE

All'accusa frequente secondo cui "Internet fa male", "La Rete fa solo danni", "Bisognerebbe chiudere o filtrare il Web" (accusa mossa soprattutto dalle generazioni meno propense ad utilizzare e conoscere questi strumenti), la risposta forse più corretta sarebbe dipende, senza per forza scadere in una replica attendista. Dipende, già, perché è un mezzo a disposizione di tutti, e come tale è come se esistessero miliardi di esperienze diverse, alla cui responsabilità fa capo ogni singolo utente. Poi c'è un'altra accusa piuttosto frequente mossa a chi "è sempre davanti al computer" (o al cellulare: insomma, quei dispositivi lì), ossia che con Internet si è perso il gusto e soprattutto l'abilità di leggere, in particolare i libri. Vero. Cioè, vero in parte: è sicuramente corretto dire che i lettori - nel senso più classico del termine - sono in costante diminuzione, ma questo non vuol dire che leggano di meno. Forse leggono meno opere intere, di cui il feticcio libro è sicuramente l'emblema principale; allo stesso tempo, tuttavia, i nuovi strumenti digitali e quelli in Rete hanno cambiato l'esperienza di lettura in modo abbastanza radicale. Si legge meno in termini di quantità, ma forse si legge di più in termini di varietà e completezza delle informazioni, e poi grazie all'ipertestualità e alla multimedialità si può fare in modo da ricevere un'informazione chiara e precisa, con molteplici rimandi cognitivi (e anche sensoriali, perché no). Un video, un link (e un controlink), un'infografica, e anche un tweet e uno status fanno conoscenza, a loro modo. E qui torna la risposta iniziale: dipende dalla propria esperienza in Rete, cosa si va a cercare, quanto capillare è la ricerca, quanto varia è la stessa, quanto interesse si ha per determinati argomenti e così via. Non sarà un libro in più o in meno a fare la differenza, o almeno forse non la farà quanto la scoperta della Rete in tutto il suo buon potenziale. Insomma, si scopre anche che il nostro cervello si sta lentamente adattando a questa nuova esperienza di ricezione delle informazioni, per cui si scoprono dati secondo cui la lettura "digitale" aumenta la distrazione proprio in virtù di questa continua discontinuità di formati e testi; ciò è vero se rapportato con gli strumenti classici, per cui tornando al vecchio libro inconsciamente forse cerchiamo un link o un like da qualche parte. E' l'evoluzione della specie, che piaccia o non piaccia, che porti a miglioramenti o meno: penseremo in modo diverso, ci distrarremo e non porteremo a termine le cose che facciamo, e se lo faremo sarà solo colpa-o-merito di Internet e dei suoi derivati. E se non sarete arrivati in fondo a questo articolo, non vi biasimo affatto.

2 commenti:

Kira1988~Daniele Pozzato Yagami ha detto...

Ma guarda, io vedo facebook come uno strumento per farsi pubblicità (io sono un grafico e condivido con le persone che conosco le mie grafiche) e utilizzare la chat per sentire amiczie lontane, chiuso. Non per leggere xD però posso dirti che viaggiando tra i blog leggo molte cose, leggo parecchie cose anche se non sono libri, poi per carità io sono "fuori di testa" già solo perchè leggo manga, quindi dirti che "hai ragione" per il resto del mondo sembrerà una pura follia. Per farti un esempio, io comunque sono contento se leggo un parere sulla grafica che ho fatto, oltre al "classico mi piace" mi sto tristemente rendendo conto che l'evoluzione del mondo c'è... io appartendo alla leva del 1988 e mi sto vedendo praticamente la fine di una cosa e l'inizio di un altra. Non lo trovo negativo, però non so da che parte stare... vorrei poter interagire con entrambe... Quindi anzi che lasciare il mondonelle mani di facebook, mi limito ad usarlo per la pubblicità, e sentire pareri (pochi) scrivo qui su blogger emozioni che nessuno leggerà mai, e leggerà manga e libri... insomma spero di essermi spiegato xD PS HO LETTO TUTTO IL TUO DISCORSO. e come dici te dobbiamo prendere in considerazione questa nuova era. E'inevitabile. Internet fa male se lo vuoi. In parte è anche una bella cosa.

kikkuzzo ha detto...

Ma infatti (per stavolta) ho preso spunto dagli articoli per fare un discorso molto più "internettiano" in generale, anziché puntare solo ed esclusivamente il dito contro Facebook (sarebbe stato troppo parziale farlo). Il mio è stato il (solito) tentativo di riflettere a proposito, in questo caso, di una condizione di passaggio come dici tu, una situazione generazionale nella quale ci troviamo io, tu e tanti tanti tanti altri. E' (probabilmente) inevitabile, certo, e non è detto che sia una cosa forzatamente negativa, siamo d'accordo!

PS. Poi sull'uso di Fb come canale di promozione soprattutto per chi non ha grandi budget a disposizione non credo di essere in forte disaccordo, con i dovuti "ma" e i "se"... ;)