Fa piacere aprire un tradizionale giornale cartaceo e scoprire che ogni tanto qualcuno si ricorda di quelli che si possono tranquillamente definire i "tradizionalisti" della Rete. A pagina 44 del Corriere della Sera si parla de La mia vita da blogger nei giorni di Facebook. Perché la situazione (ahimè) è questa, il gigante FB mette in secondo piano il ruolo dei blog, nati concettualmente molto prima del vostro social network preferito e per molti una fonte secondaria di apprendimento e condivisione di contenuti. Insomma, la vita da blogger sembra quasi una condizione più "misera" rispetto a quella dell'ormai classico utente FB, e l'articolo a tutta pagina sembra una via di mezzo tra informazione e solidarietà (una specie di "dedichiamo una pagina ai gestori di blog, razza in estinzione"). Invece leggendo si scoprono cose interessanti, ad esempio che alcuni fra loro riescono anche a monetizzare (e bene) quella che per loro è diventata un'attività full-time. Perché sui blog si possono anche generare contenuti di qualità, perché si possono soprattutto approfondire questi contenuti, perché un blog dà la possibilità di personalizzare il proprio spazio e di non vincolarsi ad una bacheca blu. E pazienza se molti sono "costretti" a dover ripiegare sui social network per avere un po' di visibilità, ma d'altronde utilizzare questi strumenti come vetrina e non come generatore di contenuti vuol dire usarli con molto raziocinio, parecchia intelligenza e un pizzico di strategia virtual-commerciale (che non fa mai male).
Insomma, per alcuni il "vero" spazio in grado di rappresentare un'identità è un blog, non un profilo Facebook. Sono loro i veri "tradizionalisti" del Web, gli "Irriducibili" della Rete.
sabato 1 ottobre 2011
IRRIDUCIBILI
Pubblicato da kikkuzzo alle 10/01/2011 01:57:00 PM
Etichette: facebook, marketing, psicosi collettiva
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento